Il "Volatile" con l'albero più lungo...
L'affezionato “navigatore” mi conceda questo ingenuo doppiosenso per "introdurre" (ci risiamo...) l'argomento storico modellistico, in riferimento a uno dei più "strani" velivoli realizzati nel Secondo Conflitto Mondiale. Mi si concedano inoltre solo poche righe di storia su questo Cobra dell'aria prima di affrontare il tema più di interesse per tutti noi appassionati.
A differenza delle altre Industrie aeronautiche statunitensi come la Curtiss, la North American, la Seversky/Republic e la Boeing, per citare le più note, la Bell Helicopter Company, fondata nel 1935 e con sede in Texas, era (ed è tuttora) specializzata nella costruzione (come anche dice il nome dell'azienda) di elicotteri. In tempi recenti, nel 1998, ha siglato un accordo con l'italiana Agusta per la realizzazione di elicotteri ad alte prestazioni. Eppure, nel 1938 fece volare il prototipo di questo particolare aereo monoplano monomotore ad ala bassa, il P-39 AiraCobra, che adottava lo stesso motore (Allison V-1710) del suo contemporaneo Curtiss P-40 ma con una disposizione centrale in fusoliera, dietro l'abitacolo. Il moto dal propulsore all'elica era trasmesso attraverso un lungo (3 metri) albero di trasmissione cavo, che passava sotto i piedi del pilota e che conteneva al suo interno un cannone da 37 mm sparante attraverso l'ogiva. La particolare disposizione del motore avrebbe dovuto rendere più idonea la distribuzione dei pesi, essendo stato collocato in vicinanza del baricentro; in realtà il raffreddamento non risultava ottimale e la scarsità di spazio rese poco agevole l'aggiunta di un compressore, peggiorando le prestazioni in quota e l'agilità in manovra. L'altra peculiarità che distingueva il P-39 dai suoi pari classe era il triciclo anteriore, che assicurava ottima visibilità nelle fasi di decollo e atterraggio. La Bell cercò di rimediare ai difetti del P-39 realizzando un nuovo velivolo, il P-63 Kingcobra che, però, l'USAAF non utilizzò mai in prima linea ma lo relegò al ruolo di traino bersagli. L'aviazione russa, invece, fu il più grande utilizzatore del P-39 e del P-63, ritenendoli ottimi aerei da attacco al suolo e intercettori contro i bombardieri tedeschi grazie alla micidiale potenza di fuoco (dovuta principalmente al cannone da 37 mm). Un pilota russo ebbe a scrivere, nelle sue memorie, lusinghiere parole a proposito del P-39, notando (e lodando) la possibilità di fare pipì in volo grazie a un funzionale imbuto presente nella cabina di pilotaggio. Il P-39 fu dotato sia di elica tripala (la più usata) che quadripala (che peggiorava la stabilità direzionale) e la versione più utilizzata (in particolar modo dai Russi) fu la Q. Anche la RAF utilizzò il P-39, in virtù della Legge Affitti e Prestiti, ma in misura sensibilmente minore rispetto all'Aviazione Russa.
Ab initio fuit Revellis modellum...
Il più vecchio kit in commercio fino al 2014 del Cobra alato risale al 1965 e lo si deve all'Airfix (Series 1). Si tratta di un modello molto semplificato, "entry level" si direbbe oggi che, con i suoi molti rivetti, costituisce una riproduzione approssimativa del caccia americano tanto gradito ai piloti Sovietici. Prima di questo c'era il Revell (P-39 D o F) ma, come dell'Airfix, non se ne sente la mancanza... Chi come me ha atteso quasi due anni per il completamento della prima Opera Omnia sulla Storia dell'Aviazione della Fabbri (1973), lo rammenterà tra i circa 40 modelli allegati ai fascicoli che uscivano in edicola: io me lo ricordo bene perché aveva il pannello asportabile dalla fusoliera per mostrare il "mezzo" motore Allison, riprodotto piuttosto grossolanamente.
Nelle foto sopra, rispettivamente a sinistra e a destra, sono visibili la nuova Box Cover del P-39Q Airfix e il suo misero contenuto (la basetta trasparente non è più fornita) a confronto con il Revell. Le decal Airfix sono per due versioni, una USAAF e una Sovietica, mentre il Revell forniva solo una livrea USAAF.
Circa un decennio dopo l'Heller lanciò la sua proposta dell'Airacobra. Rispetto ai precedenti era un kit più "ricco" (offriva sia l'elica tripala che quadripala e un accenno di interni, con pavimento, seggiolino, cloche e pannello strumenti). Una volta montato e verniciato, forniva una dignitosa riproduzione del Cobra alato e lo sarebbe anche oggi, a patto di reincidere le pannellature (ovviamente in rilievo), correggere qualche (piccolo) errore e reperire nuove decal (quelle fornite dal kit - USAAF e Francia libera - sarebbero oggi inutilizzabili per vetustà).
Nelle foto a sinistra sono visibili (parzialmente) la box art della scatola Heller (edizione in cartoncino più spesso di colore nero) e il relativo contenuto. Come per altre realizzazioni della Ditta francese di quel periodo, si tratta di una riproduzione più che dignitosa del caccia americano e ancora oggi (pannellature in rilievo a parte) non sfigurerebbe rispetto alle realizzazioni più recenti.
Eccoci al kit Academy, che diversi blog e siti di modellismo definiscono "the best" P-39 in scala 1/72. Incominciamo subito a dire che, aprendo la scatola, ho avuto un deja vu e mi è sorto un dubbio: non è che l'Academy ha soltanto "inscatolato" il vecchio P-39 Heller? Sbirciando meglio nel blisterone che raccoglie il kit, si notano subito le pannellature incise che ovviamente l'Heller non aveva, ma effettivamente la distribuzione e la forma di alcuni pezzi ricorda molto da vicino il kit francese. L'Academy è realizzato su tre sprue di styrene grigio chiaro più una stampata di trasparenti (con il tettuccio separato dal parabrezza). In tutto sono una sessantina di pezzi, con un ottimo dettaglio superficiale e senza traccia di flash. L'elica quadripala, altra differenza con il kit Heller, non è presente, mentre sono disponibili due ogive diverse, a seconda che si voglia realizzare la versione con il cannone corto o quello lungo e due tipi di scarichi motore diversi. Come carico ventrale, il kit offre un serbatoio supplementare e una bomba. Gli interni sono sufficientemente riprodotti e possono essere completati con il "solito" kit in fotoincisione della Eduard. Il kit Academy consente di mostrare meglio la cabina di pilotaggio perché la porta di accesso è separata dalla fusoliera ed è possibile montarla aperta. L'unico particolare veramente carente sono le ruote del carrello, che sarebbero adeguate al vecchio Revell o all'Airfix, ma non a un kit recente come questo. Disponendo di un adeguato riscontro fotografico, si potrà ricorrere sperabilmente al magazzino pezzi per recuperare un paio di ruote più dignitose o alla proposta Aires in resina (che fornisce ruote e maschere per la verniciatura). Il ruotino anteriore è poi stampato solidale con la gamba del carrello, cosa che renderà un po' meno agevole la fase di verniciatura. Le decal sono per due livree, una USAAF e una con la Stella Rossa su fondo bianco.
Importante: ricordatevi di appesantire il muso con un pesetto di piombo, altrimenti il vostro Cobra si siederà inesorabilmente sulla coda...
Nelle foto a destra è visibile una delle stampate (quella con le due semifusoliere) contenute nella scatola del kit Academy. Si nota, sulla fusoliera sinistra, la parte mancante corrispondente alla "porta" di accesso all'abitacolo che può essere quindi montata aperta (il pilota poteva accedere all'abitacolo attraverso la porta di sinistra o di destra). Dalla foto si percepisce il buon livello qualitativo degli stampi, anche se non rappresentati integralmente in questa sede.
Oltre al kit Academy, sempre nella scala 1/72 vorrei citare il "Easy Assembly Authentic Kit della Hobby Boss, che dedica due scatole diverse al P-39, una per la versione N e l'altra per la versione Q, anche se sono sostanzialmente identiche. Nella consueta scatola con dominante azzurra (vedi sotto la foto), incastrati in una sagoma di plastica nera sagomata, si ritrovano le ali e la fusoliera, stampati in pezzo unico ciascuno, ai quali si aggiungono due piccoli sprue di styrene grigio medio per le altre parti e la stampata del tettuccio, anch'esso in pezzo unico. In tutto sono trenta pezzi; l'abitacolo è costituito da un pavimento, che fa anche da supporto per il triciclo anteriore, con pannello strumenti incluso, a cui si deve aggiungere soltanto il seggiolino (la cloche non è fornita). Come carico ventrale è presente solo il serbatoio supplementare. Le decal fornite sono per due livree, una USAAF e una Soviet. In conclusione, un modello facile da costruire, discretamente accurato e con un risultato finale tutto sommato accettabile. Peccato per l'abitacolo: avrebbe meritato qualche dettaglio in più (almeno la cloche).
Nella foto a sinistra è visibile una delle due Boxart della Hobby Boss dedicate al P-39 (qui è ritratta la versione N). Il kit è piuttosto semplificato anche rispetto ad altre realizzazioni della ditta cinese, che offrono generalmente più dettagli e/o parti accessorie. Ha il vantaggio di costare poco...
Continuando con la disamina dei kit nella scala 1/72, troviamo quello della RS Models, dedicato in particolare al P-39 RAF, che assunse la denominazione Mk I. L'aviazione militare inglese ebbe in forza, a partire dall'ottobre 1941, un'ottantina di Airacobra nella versione D, che assunse in particolare la sigla P-400 (il numero corrispondeva alla velocità massima che poteva raggiungere, ovvero 400 miglia orarie) e che era armato con un cannone da 20 mm invece che da 37. I piloti della RAF che li ebbero in dotazione rimasero molto delusi da questo aereo che relegarono a compiti di seconda linea. Il reparto che lo ebbe in dotazione fu il 601° Gruppo, ma già nel marzo 1942 era passato agli Spitfire Mk V. Un solo esemplare fu modificato per essere imbarcato a bordo di portaerei, ma l'esito dei collaudi non fu ritenuto soddisfacente e si rinunciò anche a questo progetto. Gli rimane comunque il primato (4 aprile 1945) del primo aereo a triciclo anteriore mai decollato da una nave.
La scatola RS Models propone, in short run, due versioni del P-400 utilizzato dalla RAF; in particolare, un esemplare terrestre del 601° Gruppo e l'(unico) esemplare convertito per la Royal Navy. In aggiunta alle livree su riportate, sono presenti le decal per un esemplare russo (distrutto in fase di decollo nel luglio 1942), un esemplare RAAF e uno della Forza Aerea Portoghese.
Nella foto a destra è visibile la Boxart della RS Models dedicata all'Airacobra RAF.
Analizzando gli sprue, i 91 pezzi che compongono il kit sono decentemente stampati, con pannellature incise sulle ali e sulla fusoliera. Solo i pezzi più piccoli hanno un aspetto alquanto ruvido; sono forniti ben tre tipi diversi di elica, una quadripala e due tripala, con le pale separate e che devono essere quindi assemblate una per una. Anche l'ogiva è duplicata. Il tettuccio è stampato in un pezzo unico, ma le finestrature laterali (quelle relative alle due porte di accesso) sono stampate separatamente.
Gli interni sono adeguatamente riprodotti, così come i carrelli (tutti con le ruote separate) e i relativi pozzetti. Gli scarichi (e il gancio d'arresto per la versione imbarcata) sono realizzati in resina di colore chiaro. E' presente come carico ventrale un serbatoio supplementare e una bomba. Le decal sono ricche, come anticipato sopra, ben stampate e sono presenti (con dovizia) gli stencil.
La RS Models propone anche altre versioni del P-39, in particolare c'è una scatola dedicata alle versioni D/F/K e alla Q-25.
Last but not least, nel 2012 la AZ Models ha realizzato in scala 1/72 un kit dedicato al P-39D di cui posso però solo fornire BoxArt e livree proposte perché non sono riuscito a trovare su internet foto degli stampi, quindi non posso anticipare alcunchè. Stay posted, come si dice, in modo che appena riesco a scovare qualche foto, aggiorno la recensione.
Nelle foto in alto a sinistra e a destra, rispettivamente, sono visibili una (delle) BoxArt della scatola AZ Models e le versioni proposte dalle decal.
In scala 1/48 e 1/32 sono presenti diversi kit dedicati al P-39; cercherò per ciascuno di essi di fornire una (breve) descrizione, per chi fosse interessato a realizzare un Cobra più grande.
Incominciamo con la Accurate Miniatures, che propone, nella scala 1/48, la versione P-400 in forza nell'isola di Guadalcanal.
In realtà non si tratta di un kit originale, ma di un "arricchimento" di un kit originariamente realizzato dalla Eduard nel 2000. Più correttamente, l'Accurate Miniatures ha inscatolato come P-400 il P-39Q della Eduard, che contiene molti sprue in più rispetto al kit originario e che consentono la realizzazione di diverse varianti del caccia americano. La scatola contiene quindi 109 parti di cui, come detto, una discreta parte sono componenti opzionali/alternative per diverse versioni (P-39C, P-39D, P-39F, P-39N, P-39Q, P-400 e Airacobra I). La qualità degli stampi è eccellente; gli interni sono ben riprodotti (c'è anche il pilota) e andrebbero completati solo con le cinture di sicurezza. I trasparenti sono adeguatamente sottili e limpidi. Il loro stampaggio (in un pezzo unico tranne le finestre delle porte) ricorda molto quello della RS Models. Le decal sono molto ricche: tre versioni (una Russa e due USAAF - tra le quali una "desertica") e un "mare" di stencil.
Nelle foto in alto a sinistra e a destra, rispettivamente, sono visibili la BoxArt della scatola Accurate Miniatures e una vista parziale (ala) del contenuto e le tre versioni proposte dalle decal. Nella scatola sono anche comprese le maschere autoadesive per la verniciatura del tettuccio e delle ruote.
Nota modellistica: soprattutto nella scala più grande, è fondamentale ricordarsi di appesantire il muso...
Era ovvio che la EDUARD non rimanesse alla finestra a guardare, ed ecco che nel 2006 ha realizzato questo "Combo Box Limited Edition" con ben due kit di P-39 contemporaneamente nella stessa scatola. Sulla cover è presente la dicitura Airacobra Mk I; in realtà si possono realizzare sia la versione Raf (appunto con la dicitura Mk I) che la versione Sovietica (la P-400, identica a quella Raf).
Il kit si presenta davvero completo: a parte gli stampi in styrene moltiplicati per due, sono presenti (molte) fotoincisioni a colori, maschere per la verniciatura e ben due fogli decal di cui uno zeppo di stencil. E' presente persino il pesetto di metallo bianco per appesantire il muso. Sulla qualità degli stampi ho già scritto a proposito della scatola Accurate Miniatures e qui non aggiungo altro se non che sono disponibili altre proposte della stessa casa per ulteriori versioni del P-39. A voi la scelta...
Nello stesso anno della proposta Eduard, anche la Ditta del Sol levante, ovvero l'Hasegawa, rendeva disponibile una scatola del P-39 in scala 1/48. Più precisamente le scatole sono quattro, una dedicata al P-400, una al P-39 D, una al P-39 Q/N e una all'Airacobra Mk I (Raf).
Aprendo la scatola, si nota subito l'accuratezza e la dovizia delle parti che compongono il kit, come è tradizione pluriennale della casa nipponica.
In tutto si contano ben sei stampate di styrene grigio alle quali si aggiunge una ricca stampata di trasparenti. Il foglio decal è per due versioni, entrambe USAAF, e gli stencil non mancano di certo. Delude un po', rispetto all'Eduard, la mancanza di parti in fotoincisione per le cinture di sicurezza e altri dettagli, ma la stessa Eduard li rende disponibili in aftermarket.
Mi si conceda ora, last but not least, un salto nel passato (anni '60) per ricordare il P-39 in scala 1/48 della Monogram. Dai tempi in cui il computer non esisteva, la qualità degli stampi della casa americana emerge ancora oggi. Certo, le pannellature in rilievo e i rivetti "grattugia" faranno storcere la bocca a più di un appassionato, ma sono talmente ben fatti che è impossibile non lodare, a tanti anni di distanza, la bravura degli artigiani di quei tempi. Osservando gli stampi con occhi imparziali, i quasi cinquant'anni trascorsi svelano i dettagli che innegabilmente sarebbero migliorabili (le ruote dei carrelli principale e anteriore sono decisamente bruttine) e le decal (per una sola versione) appaiono desolatamente povere. Questo non vuol dire che, sull'ala dei ricordi, si possa considerare questo kit ancora di buona qualità e sicuramente tra i migliori dei suoi anni. E' doveroso dire che da questo kit ne è stata ricavata una versione aggiornata nel 1983 dalla Pro-Modeler (commercializzata anche con il marchio Revell) che presenta anche qualche pannellatura incisa al posto dei rivetti.
Il kit è decisamente recente: le istruzioni portano la data del 2012 ma il kit originario è del 2007. Aprendo la scatola, ci si trova davanti a un considerevole numero di sprue di styrene di colore grigio medio e trasparente per complessivi 166 pezzi. In particolare, gli sprue sono così suddivisi:
A. Coppia di semifusoliere
B. Ali
C. Abitacolo, bomba e altre parti
D. Stabilizzatori orizzontali, timoni, serbatoio supplementare, etc
E. Carrelli
G. Pale dell'elica (separate) e ogiva; collimatore
K. Parti trasparenti
(La nomenclatura a lettere dell'alfabeto è la stessa utilizzata dalle istruzioni).
Il dettaglio superficiale è ottimo e scarsamente presente il flash; le istruzioni, un volumetto di 12 pagine, sono chiare e complete. Il foglio decal, grande come un lenzuolo, consente di scegliere tra due versioni, entrambe USAAF. Per una di queste (Air a cutie) è presente una procace pin-up, generosamente "tagliata" per consentire la posa della figura anche ad abitacolo aperto. Gli stencil sono circa un milione e gli strumenti del pannello comandi principale sono anch'essi realizzati con questo sistema, orologio per orologio. Non è presente una riproduzione del motore.
Non invidio chi volesse cimentarsi nella considerevole impresa di realizzare questo "uccellone", ma avendo spazio e tempo, penso che sia una discreta soddisfazione riuscire a completarlo, magari arricchendolo con le fotoincisioni reperibili aftermarket.
Sempre nella stessa "maestosa" scala, ecco a voi una realizzazione della Special Hobby dedicata al P-39D. Si tratta di un kit "multimateriale", perché oltre agli stampi in styrene (6 in grigio chiaro e una di traparenti) sono presenti alcuni stampi in resina e fotoincisioni (a colori). Il foglio decal è per tre versioni tutte USAAF e gli stencil non mancano. Anche lo Special Hobby non offre una riproduzione del motore.
La qualità degli stampi è indubbiamente elevata; le caratteristiche principali di questo kit sono:
Timoni orizzontali, verticale e flaps separati;
radio e relativo supporto stampati separatamente;
fotoincisioni a colori;
Bomba o serbatoio ventrale;
Porte dell'abitacolo separate;
Carrelli e ruote molto dettagliati;
Ottima riproduzione degli interni.
Un ottimo kit quindi, dal costo non proprio contenuto, ma per "veri" appassionati... La Special Hobby propone in un'altra scatola il P-39 anche in livrea RAF (Airacobra Mk I).
Nel 2015 una Ditta cinese a me fino a ieri sconosciuta, la Kitty Hawk, ha presentato un kit realizzato in scala 1/32 tutto in styrene senza aggiunta di altri materiali, dedicato al P-39 nelle versioni Q/N che, dalle foto, sembra di buon livello. il kit è acquistabile su internet a un prezzo di poco superiore ai 60 $ (circa 54-55 €).
Dalle foto si evince che il kit è molto ricco, sia di particolari interni che esterni, che comprendono, come nello Special Hobby, timoni orizzontali, verticale e flaps separati;
radio e relativo supporto stampati separatamente;
bomba o serbatoio ventrale;
porte dell'abitacolo separate;
carrelli e ruote molto dettagliati;
ottima riproduzione degli interni;
motore Allison, armi nel muso e molto altro.
La scelta di realizzare tutto il kit in stirene ha i suoi (molti) pregi ma anche qualche difetto: in alcuni pezzi è presente il segno degli estrattori e il livello di dettaglio/accuratezza di scala non è sempre eccellente. Il pannello strumenti è in rilievo ma gli strumenti sono riprodotti con decal.
Le versioni proposte sono RAF, USAAF e Armata Rossa.
Un'analisi completa e ben documentata del kit è disponibile qui.
Poichè in scala 1/24 non esistono riproduzioni del P-39, questa pagina web terminerebbe qui... in realtà faccio solo un accenno all'Airacobra che appartiene a una particolare linea Revell (MicroWings) in scala "mignon" 1/144. Su di un'unica stampata sono presenti i 14 pezzi (a cui si deve aggiungere il tettuccio trasparente) che compongono il "micro" kit. Si tratta ovviamente di un prodotto rivolto ai ragazzi (o a chi ha una casa molto piccola); le decal sono per una sola versione USAAF.