La MMP (Mushroom Model Publications) Books ha realizzato questo volume nel 2004 ed è stato ristampato (identico) nel 2013.
Nella foto a sinistra si (intra)vede la box cover del Walrus Mk II targato Airfix (Series 2), non più a catalogo. La scatola è quella più recente, dopo l'acquisizione da parte della Hornby, ma il contenuto risale a più di sessanta anni fa (1957). Solo le decal sono state aggiornate di recente (2011). Aprendo la "red box", ci troviamo davanti a quattro piccoli sprue azzurro chiaro (il colore dell'Airfix di una volta) per una quarantina di pezzi o poco più, ai quali aggiungo il canopy in un pezzo unico ma stampato dignitosamente. Le decal, molto più recenti, sono per due versioni; sono molto ben stampate e ricche di dettagli. Le istruzioni sono nel recente stile Hornby, in bianco e nero, molto chiare (i pezzi da gestire non sono molti) e forniscono indicazioni complete per le colorazioni proposte (una mimetica e una alluminio), per la posa delle decal e degli stencil. I colori riportati sono solo Humbrol. La valutazione del risultato finale è: (appena) sufficiente.
Diciassette anni dopo (1974) vide la luce il kit della Matchbox, oggi disponibile con il marchio Revell. Come tutti i kit della ormai scomparsa divisione inglese, il kit del Walrus era proposto con gli sprue in ben 3 colori diversi, ma niente roba "psichedelica": solitamente grigio chiaro e bianco per le superfici alari e i piccoli pezzi, grigio antracite (talvolta arancio, come per il kit in mio possesso) per le semi fusoliere e i galleggianti sotto le ali. La riedizione Revell è invece grigio chiaro per tutti i pezzi. Su sprue trasparenti erano realizzati il tettuccio e la base con la testa a snodo, un "must" delle produzioni Matchbox di quegli anni. Il livello di dettaglio era leggermente superiore all'Airfix (c'era qualche pezzo in più) ma il risultato finale, croce e delizia della nota casa inglese, era appena discreto, anche a causa di qualche dettaglio assente o semplificato. Le decal erano per due versioni, una alluminio (1938) e una mimetica (Extra Dark Sea Grey, Dark Slate Grey e Sky, Italia 1944), ma niente stencil. La versione proposta dalla Matchbox/Revell è la Mk I; la differenza tra le due è che il Mk I aveva lo scafo in alluminio mentre quello della Mk II era realizzato nel meno "strategico" compensato marino. Nella scala in questione le differenze sono quasi impercettibili.
Il kit Smer è piuttosto semplificato e sugli sprue di colore grigio chiaro abbonda il flash. Le istruzioni sono però molto chiare e forniscono sia lo schema del posizionamento dei cavi di controventatura che lo schema mimetico (a colori); il riferimento modellistico per le tinte da usare è Humbrol. Il risultato finale appare dignitoso, soprattutto se completato dalla tiranteria, ma nulla di più. Gli interni sono piuttosto scarni (ci sono i pilotini ma mancano i pannelli strumenti). Le mitragliatrici (frontale e posteriore) sembrano ben fatte, come il motore radiale sotto l'ala superiore. Il canopy, di styrene trasparente, è in pezzo unico. Le decal, per due versioni, sono il minimo indispensabile. Un grande vantaggio è il costo, di circa 10 €.
Le istruzioni, disponibili anche sul sito www.airfix.com, hanno una nuova veste CAD e al consueto colore mattone per evidenziare il/i pezzo/i da lavorare/tagliare hanno aggiunto un riferimento verde "pisello"...
Le istruzioni sono costituite da un volumetto di 24 pagine e le sequenze di montaggio sono ben 108; i pezzi forniti consentono di assemblare il Walrus nella configurazione di volo (ali spiegate) o ad ali ripiegate per lo stoccaggio in capannone o per il trasporto.
Le superfici mobili sono tutte separate e possono essere assemblate in una posizione "mossa".
Le decal sono ottimamente stampate (by CartoGraf?) per 3 versioni, come riportato in basso a sinistra sulla scatola.
Un livello superiore di fedeltà riproduttiva sarà garantito dalla posa dei cavi di acciaio per la controventatura delle ali, ma il modellista esperto si dovrà affidare al riscontro fotografico della documentazione in suo possesso, in quanto le istruzioni "latitano" abbastanza su questo punto.
In definitiva, siamo davanti a un ottimo kit, offerto a un prezzo tutto sommato accettabile (circa 40 €). La scala (piuttosto) grande è sicuramente impegnativa, sia per la sua realizzazione che per la sua collocazione (l'apertura alare è poco meno di 30 cm). La mia impressione è che si rivolge a un pool abbastanza ristretto di modellisti, sia per il soggetto che per la scala, che saranno comunque desiderosi di dettagliarlo ulteriormente: sono già disponibili diversi set aftermarket in fotoincisione e resina (Eduard) e maschere per la verniciatura (Eduard e Montex).
Per chi non si accontenta della "quarter inch scale", è disponibile un kit in scala 1/32 della HPH Models. La ditta (made in Czech Republic) offre un discreto catalogo in questa scala, che comprende vari soggetti 2a GM (compreso uno "spettacolare" Catalina) e più moderni, tutti di ottima fattura, per quanto è possibile vedere sul loro sito (clicca qui). L'offerta si completa con altre proposte in scala 1/48 e 1/72, ma è meno ricca della scala superiore, e di modelli costruiti "su misura" secondo le richieste di particolari clienti (esemplari da esposizione, pubblicitari, etc.) e volanti…
Per lo Stranraer, invece, l'offerta modellistica è decisamente limitata: è stato realizzato un unico kit, in scala 1/72, dalla Matchbox nel 1979 e fino a qualche anno fa era disponibile con il marchio Revell. Le tre boxart, purtroppo scarsamente visibili causa incompatibilità di formato, sono mostrate nella foto a destra.
Lo Stranraer fa parte dell'ultima produzione della scomparsa divisione inglese e infatti, aprendo la scatola in cartoncino sottile, ci si trova davanti a un kit molto ricco e molto discreto nella colorazione a soli due colori (verde e grigio) degli sprue. Il dettaglio superficiale era molto buono per quegli anni e ancora dignitoso oggi, pur nei limiti di alcune pannellature a rilievo. Quelle incise sono molto meno "a solco" come nella maggior parte delle realizzazioni della ditta inglese. Gli interni non brillano per dovizia e accuratezza ma, grazie agli accoppiamenti facili e precisi, montando il modello "come da scatola", il risultato finale sarebbe già dignitoso di per sè. Utilizzando una buona documentazione fotografica (per esempio quella fornita dal volume in questione) è possibile arricchire il modello di alcuni dettagli anche se bisogna realizzarli alla vecchia maniera, ovvero autocostruendoseli, non essendo reperibile in commercio alcun kit aftermarket di dettaglio dedicato allo Stranraer. I trasparenti sono spessi ma sufficientemente limpidi. Le decal proposte sono per due versioni, una mimetica e una alluminio. Una marcia in più alla realizzazione la darà la posa della controventatura con i tiranti sulle ali, di cui però le istruzioni non forniscono indicazioni e quindi ci si dovrà affidare alla documentazione fotografica.
Il kit versione Revell (con tutti gli sprue in grigio chiaro) era acquistabile a circa 20 € e tutto sommato è un prezzo onesto.
Per chi volesse diversificare la colorazione, esistono decal aftermarket delle versioni "civili" dello Straenraer realizzate dalla Thunderbirds Models e dalla Whiskey Jack Models.