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Supermarine Walrus & Stranraer
Yellow Series
Ed. Stratus - 2004/2013

Questa volta parliamo di libri...

Con questa pagina diamo vita a una nuova sezione del sito, dedicata alla documentazione storica e modellistica, indispensabile per una realizzazione accurata dei nostri modelli. Iniziamo con due idrovolanti, che hanno prestato servizio nella RAF a partire dagli anni Trenta e durante il Secondo Conflitto Mondiale. Il Walrus, più precisamente, era un velivolo "anfibio", ovvero era dotato di scafo e galleggianti per l'ammaraggio sul'acqua ma disponeva anche di carrello di atterraggio retrattile. Era stato realizzato a seguito di una specifica della Royal Australian Air Force di disporre di un aereo da ricognizione marittima che potesse essere lanciato, tramite catapulta, da un incrociatore in navigazione. Lo Stranraer, di maggiori dimensioni rispetto al Walrus, era invece un idrovolante "puro", impiegato sempre per la ricognizione marittima e progettato da Reginald Joseph Mitchell, che realizzò il molto più famoso Spitfire. 

Ho già acquistato monografie realizzate da case editrici polacche e in generale sono rimasto soddisfatto del buon rapporto qualità prezzo. Naturalmente, per soggetti meno noti, come in questo caso, l'alternativa di pubblicazioni di case più "rinomate" si riduce alquanto e bisogna accontentarsi.

La MMP (Mushroom Model Publications) Books ha realizzato questo volume nel 2004 ed è stato ristampato (identico) nel 2013.

Entrando nel merito, il volume di dimensioni compatte (circa 20x25 cm) è suddiviso in tre sezioni: la prima, con testi e fotografie in bianco e nero, ripercorre la storia e l'impiego dei due aerei; la seconda sezione è composta essenzialmente da foto a colori di dettagli e interni di esemplari conservati in musei e la terza è costituita da profili a colori. Non sono presenti disegni in scala nè riferimenti modellistici. Il volume è stato acquistato su Amazon a 19,33 € (spese di spedizione incluse).

 

Ma anche di kit...

Non possiamo dimenticare o trascurare la sezione "modellistica" del sito e quindi non mi risparmierò dal fornire qualche indicazione sui kit esistenti relativi a questi due non famosissimi idrovolanti della RAAF/RAF.

Iniziamo dal più piccolo, il Walrus, nella scala più piccola: 1/72.

Nella foto a sinistra si (intra)vede la box cover del Walrus Mk II targato Airfix (Series 2), non più a catalogo. La scatola è quella più recente, dopo l'acquisizione da parte della Hornby, ma il contenuto risale a più di sessanta anni fa (1957). Solo le decal sono state aggiornate di recente (2011). Aprendo la "red box", ci troviamo davanti a quattro piccoli sprue azzurro chiaro (il colore dell'Airfix di una volta) per una quarantina di pezzi o poco più, ai quali aggiungo il canopy in un pezzo unico ma stampato dignitosamente. Le decal, molto più recenti, sono per due versioni; sono molto ben stampate e ricche di dettagli. Le istruzioni sono nel recente stile Hornby, in bianco e nero, molto chiare (i pezzi da gestire non sono molti) e forniscono indicazioni complete per le colorazioni proposte (una mimetica e una alluminio), per la posa delle decal e degli stencil. I colori riportati sono solo Humbrol. La valutazione del risultato finale è: (appena) sufficiente.

 

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Diciassette anni dopo (1974) vide la luce il kit della Matchbox, oggi disponibile con il marchio Revell. Come tutti i kit della ormai scomparsa divisione inglese, il kit del Walrus era proposto con gli sprue in ben 3 colori diversi, ma niente roba "psichedelica": solitamente grigio chiaro e bianco per le superfici alari e i piccoli pezzi, grigio antracite (talvolta arancio, come per il kit in mio possesso) per le semi fusoliere e i galleggianti sotto le ali. La riedizione Revell è invece grigio chiaro per tutti i pezzi. Su sprue trasparenti erano realizzati il tettuccio e la base con la testa a snodo, un "must" delle produzioni Matchbox di quegli anni. Il livello di dettaglio era leggermente superiore all'Airfix (c'era qualche pezzo in più) ma il risultato finale, croce e delizia della nota casa inglese, era appena discreto, anche a causa di qualche dettaglio assente o semplificato. Le decal erano per due versioni, una alluminio (1938) e una mimetica (Extra Dark Sea Grey, Dark Slate Grey e Sky, Italia 1944), ma niente stencil.  La versione proposta dalla Matchbox/Revell è la Mk I; la differenza tra le due è che il Mk I aveva lo scafo in alluminio mentre quello della Mk II era realizzato nel meno "strategico" compensato marino.  Nella scala in questione le differenze sono quasi impercettibili. 

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Molto più recente (anni 2000) è la proposta Valom. In questo caso siamo davanti a un kit multimateriale, con parti in styrene short run (oltre 77 parti più 8 parti trasparenti), in resina, in fotoincisione e con le parti trasparenti realizzate a iniezione (no vacuform). La versione proposta è la Mk I. Si tratta ovviamente di un kit per esperti, nel quale è necessario prestare molta attenzione agli accoppiamenti tra le parti (i pezzi in styrene short run grigio non hanno i riscontri) e ai diversi materiali da maneggiare. Le parti trasparenti sono sdoppiate per consentire un montaggio a finestrature aperte, per mostrare i ricchissimi interni, grazie alle fotoincisioni. Le versioni proposte dalle decal sono due, una mimetica (stesso schema Matchbox) e una alluminio. Le decal sono ben stampate e forniscono i "footprint" da incollare, uno per uno, sulle ali del Walrus. Il risultato finale, meglio se arricchito dalla tiranteria tipica dei biplani, di cui è fornita una utile indicazione per la collocazione nelle istruzioni, è di alto livello ma altrettanto dicasi per la cura e l'attenzione necessarie alla sua realizzazione e completamento. Il costo è circa 20 €, tutto sommato conveniente, visto il ricco contenuto.

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SCALA 1/48

Iniziamo dal più semplice e scarno: SMER.

Il kit Smer è piuttosto semplificato e sugli sprue di colore grigio chiaro abbonda il flash. Le istruzioni sono però molto chiare e forniscono sia lo schema del posizionamento dei cavi di controventatura che lo schema mimetico (a colori); il riferimento modellistico per le tinte da usare è Humbrol. Il risultato finale appare dignitoso, soprattutto se completato dalla tiranteria, ma nulla di più. Gli interni sono piuttosto scarni (ci sono i pilotini ma mancano i pannelli strumenti). Le mitragliatrici (frontale e posteriore) sembrano ben fatte, come il motore radiale sotto l'ala superiore. Il canopy, di styrene trasparente, è in pezzo unico. Le decal, per due versioni, sono il minimo indispensabile. Un grande vantaggio è il costo, di circa 10 €. 

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Nella stessa scala troviamo ben tre scatole, in edizione limitata a 500 pezzi, dedicate a versioni differenti del Walrus dalla Special Hobby. Si tratta di kit in short run in multimateriale, con parti in fotoincisione e in resina. Ovviamente si tratta di kit di livello (e costo) ben superiore rispetto allo Smer, che si rivolgono a modellisti di provata esperienza. Il livello di dettaglio interno ed esterno, grazie ai "plus" della fotoincisione e della resina, è notevole; peccato per il canopy in pezzo unico che non rende giustizia agli spettacolari interni. Le istruzioni vanno studiate attentamente per procedere senza intoppi con l'assemblaggio delle varie parti. Anche per lo Special Hobby sono fornite indicazioni per il posizionamento della tiranteria. Le istruzioni per le mimetiche sono a colori e sono fornite decal per due versioni (per scatola), stencil compresi. Il prezzo per ognuna delle tre scatole proposte è molto vicino ai 50 €, ma ricordo che trattasi di edizioni limitate.

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Airfix Supermarine Walrus Mk.I​

Diamo un'occhiata al nuovo (2017) kit in scala 1/48 della nota casa inglese.

Il kit è offerto nella serie 9, quindi nella scatola più grande e nella serie più costosa per le riproduzioni di soggetti aeronautici. Per avere un'idea, il kit dell'Avro Lancaster in scala 1/72 è "soltanto" una serie 8 mentre in scala 1/48 l'unico kit a fargli compagnia nella stessa Series 9 è quello del Gloster Meteor F8.

Il kit del Walrus è composto da 156 parti in stirene grigio azzurro chiaro ottimamente stampati, senza il minimo accenno di flash. Gli sprue sono in tutto 7, di cui uno di trasparenti, adeguatamente sottili (anche troppo...) e molto limpidi. 

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La struttura interna della fusoliera è ben riprodotta; peccato solo per la presenza degli estrattori che a gusci chiusi non si noteranno ma se uno vuole aprire qualche portello non fanno certo una bella figura...

Le istruzioni, disponibili anche sul sito www.airfix.com, hanno una nuova veste CAD e al consueto colore mattone per evidenziare il/i pezzo/i da lavorare/tagliare hanno aggiunto un riferimento verde "pisello"...

Le istruzioni sono costituite da un volumetto di 24 pagine e le sequenze di montaggio sono ben 108; i pezzi forniti consentono di assemblare il Walrus nella configurazione di volo (ali spiegate) o ad ali ripiegate per lo stoccaggio in capannone o per il trasporto.

Le superfici mobili sono tutte separate e possono essere assemblate in una posizione "mossa".

​Le decal sono ottimamente stampate (by CartoGraf?) per 3 versioni, come riportato in basso a sinistra sulla scatola.

Un livello superiore di fedeltà riproduttiva sarà garantito dalla posa dei cavi di acciaio per la controventatura delle ali, ma il modellista esperto si dovrà affidare al riscontro fotografico della documentazione in suo possesso, in quanto le istruzioni "latitano" abbastanza su questo punto.

In definitiva, siamo davanti a un ottimo kit, offerto a un prezzo tutto sommato accettabile (circa 40 €). La scala (piuttosto) grande è sicuramente impegnativa, sia per la sua realizzazione che per la sua collocazione (l'apertura alare è poco meno di 30 cm). La mia impressione è che si rivolge a un pool abbastanza ristretto di modellisti, sia per il soggetto che per la scala, che saranno comunque desiderosi di dettagliarlo ulteriormente: sono già disponibili diversi set aftermarket in fotoincisione e resina (Eduard) e maschere per la verniciatura (Eduard e Montex). 


SCALA 1/32.

Per chi non si accontenta della "quarter inch scale", è disponibile un kit in scala 1/32 della HPH Models. La ditta (made in Czech Republic) offre un discreto catalogo in questa scala, che comprende vari soggetti 2a GM (compreso uno "spettacolare" Catalina) e più moderni, tutti di ottima fattura, per quanto è possibile vedere sul loro   sito (clicca qui). L'offerta si completa con altre proposte in scala 1/48 e 1/72, ma è meno ricca della scala superiore, e di modelli costruiti "su misura" secondo le richieste di particolari clienti (esemplari da esposizione, pubblicitari, etc.) e volanti…

Il kit è sostanzialmente costituito da parti in styrene short run con aggiunta di particolari in fotoincisione. Il grado di dettaglio è senz'altro buono per la scala ma lo stampaggio non perfetto di alcune parti richiede una "pre lavorazione" non alla portata di tutti. Tutta la struttura interna è stampata separatamente e va assemblata pezzo per pezzo seguendo la sequenza fotografica a colori dell'ottimo manuale di istruzioni di ben 42 pagine, completato da foto scattate di un esemplare conservato in un museo (il manuale è scaricabile gratuitamente dal loro sito). Tutte le superfici mobili sono stampate separatamente e il motore deve essere realizzato incollando i cilindri uno ad uno. Le versioni proposte dalle decal sono 2. Una volta assemblato, completato con le tiranterie e verniciato (e, sono sicuro, tali operazioni richiederanno un notevole tempo), il Walrus della HPH farà bella mostra di sè in ogni grande (anche per lo spazio necessario) e ricca collezione che si rispetti. Costo (dal loro sito): 170 € (spese di spedizione escluse).

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Per lo Stranraer, invece, l'offerta modellistica è decisamente limitata: è stato realizzato un unico kit, in scala 1/72, dalla Matchbox nel 1979 e fino a qualche anno fa era disponibile con il marchio Revell. Le tre boxart, purtroppo scarsamente visibili causa incompatibilità di formato, sono mostrate nella foto a destra.​

Lo Stranraer fa parte dell'ultima produzione della scomparsa divisione inglese e infatti, aprendo la scatola in cartoncino sottile, ci si trova davanti a un kit molto ricco e molto discreto nella colorazione a soli due colori (verde e grigio) degli sprue. Il dettaglio superficiale era molto buono per quegli anni e ancora dignitoso oggi, pur nei limiti di alcune pannellature a rilievo. Quelle incise sono molto meno "a solco" come nella maggior parte delle realizzazioni della ditta inglese. Gli interni non brillano per dovizia e accuratezza ma, grazie agli accoppiamenti facili e precisi, montando il modello "come da scatola", il risultato finale sarebbe già dignitoso di per sè. Utilizzando una buona documentazione fotografica (per esempio quella fornita dal volume in questione) è possibile arricchire il modello di alcuni dettagli anche se bisogna realizzarli alla vecchia maniera, ovvero autocostruendoseli, non essendo reperibile in commercio alcun kit aftermarket di dettaglio dedicato allo Stranraer. I trasparenti sono spessi ma sufficientemente limpidi. Le decal proposte sono per due versioni, una mimetica e una alluminio. Una marcia in più alla realizzazione la darà la posa della controventatura con i tiranti sulle ali, di cui però le istruzioni non forniscono indicazioni e quindi ci si dovrà affidare alla documentazione fotografica.

Il kit versione Revell (con tutti gli sprue in grigio chiaro) era acquistabile a circa 20 € e tutto sommato è un prezzo onesto.

Per chi volesse diversificare la colorazione, esistono decal aftermarket delle versioni "civili" dello Straenraer realizzate dalla Thunderbirds Models e dalla Whiskey Jack Models.   

 

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