FROG
Vultee Vengeance Mk II
scala 1/72
Cat. Ref. F199
Il Bombardiere in picchiata con il muso all'insù - Poche note storiche
La “Vendetta” della Vultee Aircraft o, più correttamente il Vultee A-31, ebbe origine da una richiesta dell'Armée de l'Air Francese per un bombardiere in picchiata, quando in Europa i famigerati Stuka seminavano il terrore sui fronti alleati. Il prototipo, designato Model 72 (V-72) compì il primo volo ad inizio 1940.
La prima fornitura di 300 V-72 doveva essere consegnata nell'ottobre 1940 ma la caduta della Francia il 22 giugno 1940 bloccò la produzione. Anche la RAF si dimostrò interessata a un bombardiere in picchiata e, visto che al tempo era l'unica opzione disponibile, gli inglesi ordinarono una commessa alla Vultee di 200 aerei a luglio 1940, da completarsi con altri 100 a dicembre dello stesso anno.
Poiché però la fabbrica americana era impegnata nella costruzione di altri aerei, la commessa fu dirottata ad altre fabbriche con l'effetto che il primo prototipo potè prendere il volo solo il 30 marzo del 1941.
Nel frattempo, il V-72 aveva assunto la denominazione di A-31. Dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbour il 7 dicembre 1941, la produzione fu in parte dirottata per equipaggiare la US Air Force; il modello A-31 era stato poi dotato di un motore più potente e aveva assunto la denominazione di A-35. Gli esemplari consegnati alla RAF e alla RAAF furono tutti della versione A-31.
La foto a destra è una bella immagine di Vengeance con la livrea RAF pronti per essere spediti. La particolare forma a W dell'ala, inclinata in avanti, serviva a controbilanciare un difetto di progettazione che aveva collocato il centro di gravità troppo all'indietro. Nonostante questa modifica, durante il volo orizzontale, l'aereo teneva il muso più alto della coda, cosa che infastidiva molto i piloti perché dava una scarsa visuale frontale verso il basso, a causa anche del grosso ingombro anteriore del motore radiale. L'aereo aveva anche problemi di surriscaldamento del motore.
Poco dopo l'entrata in servizio, la RAF si rese conto che la formula del bombardamento in picchiata poteva essere applicata solo in condizioni di superiorità aerea o con una nutrita scorta: anche i temibilissimi Stuka si erano dimostrati molto vulnerabili in assenza di copertura aerea di caccia.
La RAF destinò quindi i Vengeance al teatro del sud est asiatico, in particolare in Birmania, che era ritenuto un fronte di secondaria importanza e dove finivano, in pratica, tutti gli “scarti” o i modelli ritenuti obsoleti o a fine carriera. Il Vengeance finì il suo impiego operativo nella RAF e nella FAA (Fleet Air Army) come traino bersagli.
La storia del Vengeance ricorda molto da vicino quella del Curtiss Helldiver, del quale ho realizzato un esemplare RAF, “fondendo” i kit Heller e Matchbox. Chi fosse interessato alla sua realizzazione, può cliccare QUI. Chi invece volesse approfondire le notizie storiche sul nostro Vengeance, può cliccare QUI (wikipedia in inglese)
Che cosa si trova nel mercato modellistico?
Oltre al kit Frog, o a qualche sua riedizione russa, in scala 1/72 non si trovava altro. E' disponibile invece sul mercato, dal 2022, una proposta in scala 1/48 della Dora Wings, una ditta ucraina (o ukraina) in attività dal 2017, che propone oltre 80 kit di aerei, anche poco noti, in varie scale, dall'1/144 all'1/32, passando per l'1/72 e 1/48. Della stessa casa ho acquistato di recente uno dei 2 kit in scala 1/72 dedicati al Westland Lysander (ref 72024), di cui ho proposto una realizzazione basata sul kit Frog proprio su questo sito (cliccare QUI). In fondo alla pagina web dedicata al Lysander Frog trovate anche la recensione del kit Dora Wings. Per chi fosse interessato a scoprire il ricco catalogo Dora Wings, può invece cliccare QUI. Nel 2024 la Dora Wings ha immesso in commercio anche il kit del Vengeance (Mk I/Mk IA) in scala 1/72, con maschere per la verniciatura e fotoincisioni. Costo: 42€ circa.
La foto a destra riproduce la scatola del kit della Dora Wings in scala 1/48 dedicato al Vengeance Mk II, la stessa versione del kit Frog.
Si tratta di un kit realizzato con cura, con ben 7 stampate di styrene grigio chiaro opaco, una di trasparenti e 2 fogli di fotoincisione (che contengono anche gli aerofreni, da sostituire a quelli stampati nelle ali). Gli interni e il vano bombe sono ben dettagliati.
Il ricco foglio decal consente di scegliere 4 versioni differenti, ma le livree sono molto simili tra di loro. Il volumetto di istruzioni conta ben 20 pagine, con la retrocopertina che fornisce 5 riferimenti colori (MrHobby, Tamiya, AMMO MIG, Hataka e Life Color). Il costo? 66€.
Il lavoro modellistico comincia…
Il kit del Vengeance MkII della Frog risale al 1970, quindi è più che cinquantenne. La Box Art presentata a inizio pagina è invece quella del 1974. Dopo la chiusura della Frog, il Vengeance è stato riproposto con la livrea NOVO, SMER e persino REVELL negli anni ‘90 con nuove decal. Anche l’Hasegawa, nel 1971, inserì il Vengeance nel proprio catalogo.
Nelle foto a destra è visibile il contenuto del kit Frog dedicato al Vengeance. Sono in tutto circa 30 pezzi, realizzati su 2 sprue di stirene grigio o, in alternativa, blu scuro. Talvolta, come in questo caso, è presente il supporto il modello in volo. Parzialmente, per incompatibilità di formato, è visibile il retro della scatola con le proposte di verniciatura, entrambe per veivoli RAAF.
La qualità di stampaggio è buona per il periodo, nello stile Frog; il dettaglio superficiale è a rilievo ma si presta ad essere “convertito” agli standard moderni incidendo le pannellature. Gli interni consistono in un pavimento che integra il posto di pilotaggio e quello del mitragliere. E' presente la cloche ma non il pannello strumenti. Il canopy in metacrilato trasparente, in un pezzo unico, è piuttosto spesso nello stile del periodo ma ben stampato. Del motore, il famoso Wright R-2600 Twin Cyclone a 14 cilindri da 1.600 cv è presente solo la “stella” anteriore, che si incastra nella NACA mediante un supporto posteriore. Il vano carrelli è riprodotto in modo sufficiente; questa parte, come altre del kit, si presta ad un upgrade di cui parlerò nel paragrafo seguente.
Il set in fotoincisione della AirWaves
Nella foto a sinistra è visibile il set in fotoincisione della Airwaves dedicato al Vultee Vengeance. Il set comprende fotoincisioni per completare gli interni del kit Frog, i vani carrelli, sostituire il canopy (da completare con una striscia di acetato da modellare) e completare/sostituire gli aerofreni alari. Non è molto, ma è sufficiente per un kit di oltre cinquant'anni sulle spalle.
Il foglio decal della Print Scale
Nella foto a destra è visibile il ricco foglio decal della Print Scale dedicato al Vultee Vengeance in scala 1/72. Sono disponibili coccarde per aerei della USAAF (United States Army Air Force), della USAAC (United States Army Air Corps), della RAF, della RAF India, della RAAF, della Fleet Air Army (FAA), della Forces Aériennes Françaises Libres (FAFL), della Força Aérea Brasileira (FAB). Io sarei orientato a realizzare la proposta RAF India, soprattutto per la presenza del “Saint” (Santo), legato al personaggio di Simon Templar, creato dallo scrittore Leslie Charteris, i cui romanzi e storie sono stati pubblicati dal 1928 e il 1963 e reso famoso da Roger Moore nella serie televisiva andata in onda dal 1962 al 1969.
Come prima operazione, ho incominciato ad asportare il freno aerodinamico dall'ala inferiore destra (vedi foto sotto) che, contestualmente a quello dell'ala inferiore, sarà sostituito dalla corrispondente parte in fotoincisione del set AirWaves mostrato sopra. Un altro elemento che dovrà essere sostituito sarà il motore, riprodotto piuttosto grossolanamente nel kit Frog. Le alternative sono due: o acquistare la (costosa) riproduzione in 3D del R-2600 Cyclone della Metallic Details o trovare qualcosa che si possa adattare dal magazzino pezzi. Penso che, fino a prova contraria, opterò per questa seconda scelta. PS la macchia che si nota sulla parte anteriore dell'ala inferiore è residuo di colla dello scotch utilizzato, diversi anni fa, per una prova a secco del modello. Spero di riuscire a rimuoverlo con l'alcool isopropilico.
Nella foto a sinistra sono visibili i pezzi principali del kit del Vengeance (fusoliera e ali) con tutte le pannellature incise. Nelle semiali in primo piano, in corrispondenza delle aperture praticate per i freni aerodinamici, sono stati inseriti gli elementi in fotoincisione del set ArWaves che riproducono la struttura interna. Al momento non so di che colore dovranno essere verniciati, però fanno una discreta figura…
Nella foto a destra sono visibili le ali incollate aggiunti gli elementi in fotoicisione per aerofreni e vano carrelli (da completare).
Una volta finite le ali, si passa agli interni.
Nella foto a sinistra: si dettagliano gli interni, alla vecchia maniera, con strips della Evergreen. Le pannellature laterali del kit presentano un accenno di strumentazione, cosa piuttosto inconsueta per il periodo di realizzazione del kit. Non era stato previsto però il pannello strumenti, presente invece nel set in fotoincisione della AirWaves.
Nella foto a destra: ho completato la struttura interna della fusoliera e arricchito l'abitacolo con elementi in plasticard e fotoincisione dal set Airwaves. Una mano di fondo in grigio chiaro prepara le parti al verde interni USAF. Manca la cloche, la mitragliatrice binata e il pannello strumenti per completare gli interni.
Nella foto a sinistra: ho dato una mano di interior green (Humbrol 226) agli interni, che dovranno essere poi completati con altri dettagli.
Per completare i vani carrelli ho utilizzato due strisce di plasticard da 0,25 mm, che dovranno essere pareggiate a filo della semiala inferiore. Nel set Airwaves erano presenti due apposite fotoincisioni ma la forma non era precisa e mi risulta più facile “aggiustare” il plasticard che il lamierino di ottone e quindi ho optato per questa soluzione.
Nella foto a destra: procede il lavoro degli interni, aggiungendo le cinture di sicurezza e dando una mano di trasparente lucido Italeri per la fase di wheatering. A sinistra in basso della foto si vedono anche alcune parti ulteriori degli interni e dei carrelli ai quali ho dato una mano di grigio di fondo.
Nella foto a sinistra: gli interni sono quasi finiti, combinando parti del kit e parti in fotoincisione des set Airwaves; manca il pannello strumenti in fotoincisione (semplificato) e poi si possono chiudere òe semifusoliere. Next step: il motore.