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HELLER
Fieseler FI-156
"Storch (Cicogna)"
Regia Aeronautica 
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Facciamo un salto all'indietro di oltre trent'anni...
Correva l'anno 1984... Allora frequentavo il Biennio della Facoltà di Ingegneria Elettronica in Viale Marconi a Napoli (come dimenticare le sessioni "oceaniche" dei corsi di Analisi Matematica, Fisica e Geometria). I miei "spacciatori" abituali di "roba" modellistica non "esercitano" più da molti anni ma allora molti negozi non specializzati (cartolerie, giocattoli, rivendite tabacchi) esponevano sugli scaffali le scatole dei kit soprattutto Airfix, ma si trovavano anche altre marche. A volte era quasi una caccia al tesoro, perché il negoziante, causa scarsa vendita, li aveva relegati in magazzino o nel retrobottega e talvolta si usciva esultanti dal negozio per aver scovato un kit "strano" semisepolto da uno spesso strato di polvere. Nel 1984 era ancora viva mia nonna (paterna) che viveva in provincia di Genova e talvolta mi capitava di fare "rifornimento" in un negozio di giocattoli e modellismo in via S. Vincenzo (presso la stazione di Genova Brignole). Mi ricordo la faccia di mio padre quando mi vide uscirne con un enorme sacco sulle spalle pieno di modelli  (non credo fossimo in periodo natalizio...). 
A quell'anno risale l'acquisto dei kit Heller dell'Hurricane Mk IIc, dello Spitfire Mk Vb, del Fieseler Storch, del Gloster Gladiator e altri ancora; i primi due della lista sono stati utilizzati per le realizzazioni già "postate" su questo mio sito e il Fieseler Fi 156 è il prossimo candidato.

Il kit dello Storch risale al 1976; le proposte Heller di quegli anni, a confronto con le coetanee realizzazioni dell'Airfix, Revell, Matchbox si meritavano quasi sempre un voto più alto per l'accuratezza degli stampi e per il dettaglio complessivo. Punto dolente del kit (ma era un problema comune, in quegli anni), era la scarsa qualità delle decal che, dopo qualche anno, finivano inevitabilmente per ingiallire. Come si può desumere dalle foto postate, sarebbe un kit (piu che) dignitoso ancora oggi, con la riproduzione della struttura a tela delle ali e i trasparenti in più parti e ottimamente stampati. Il più recente kit della Academy (vedi sotto) dedicato allo Storch è soltanto un "pelino" più accurato di questo (nonostante gli oltre vent'anni che separano la realizzazione degli stampi), a riprova che la Heller "ci sapeva fare".
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Quante "Cicogne" volano ancora (scala 1/72)?
Oltre al kit Heller, oggi non più disponibile a catalogo con il Marchio francese ma reperibile con l'egida SMER, Aurora e ZTS Plastyk, in scala 1/72 si trova il kit Academy, del quale sono disponibili due scatole, una dedicata al Fieseler Fi 156 (e al suo "derivato" a motore radiale Morane Saulnier Ms 500/502) e al Fieseler Fi 156 in livrea "Africa Korps",  a cui si accompagna il kit della KubelWagen. Il kit Academy, come si legge sulla scatola, è "full engraved panel lines" e questo è un piccolo plus rispetto al kit Heller (l'aereo era essenzialmente fatto di tubi e tela) quindi i pannelli sono molto pochi. Il dettaglio complessivo (compreso l'abitacolo) è paragonabile al suo "fratello più anziano" e va completato. Le decal sono decisamente migliori di quelle dell'Heller.
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Nella scala superiore si trova l'ottimo kit della notissima casa giapponese Tamiya. Il kit dello Storch è il n° 100 nella scala 1/48 e per questo motivo ha beneficiato di un "packaging" e di una "box art" particolare e, soprattutto, di una qualità (forse) superiore ai già elevatissimi standard della casa con le due stelle.
Il kit è  composto da oltre 200 pezzi, comprendendo parti in styrene grigio e trasparenti; in più offre il carrello in metallo, fotoincisioni, maschere di verniciatura, 6 figurini e ancora diversi elementi per diorama (bidoni, taniche, contenitori vari e un secchio).
La particolarità del kit è che alcune parti trasparenti che compongono l'estesa finestratura sono già stampate solidali con le parti in styrene grigio che realizzano le semifusoliere. Questo processo di stampaggio, mai riscontrato su altri kit, vuole (e ci riesce) migliorare il risultato di far combaciare perfettamente le due strutture, senza il rischio che una sbavatura di colla possa danneggiarle. Il motore Argus è dettagliato con ben 19 parti e i quattro pannelli che ricoprono il vano motore sono realizzati separatamente, in modo che il modellista può scegliere quanta parte del motore lasciare in mostra. Sia gli alettoni che i flap sono separati, quindi è possibile montarli in posizione mossa o di riposo. Gli interni sono ben riprodotti ed è possibile realizzare una versione con serbatoi supplementari e con gli sci. Le decals, stampate su due fogli differenti, sono per cinque esemplari, compreso quello che liberò Mussolini a Campo Imperatore e comprendono le cinture di sicurezza. P.S. Nella stessa scala la ESCI purtroppo scomparsa realizzò negli anni '80 il suo Storch, di discreta fattura, ma purtroppo oggi non più in produzione e quindi difficilmente reperibile.
Scala 1/48
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Scala 1/32
In questa scala si trovano due kit: Hasegawa e Revell. L'Hasegawa propone tre livree diverse dedicate allo Storch: un esemplare con mimetica africana (nord africa 1941), un esemplare sul fronte russo nel 1942 e il "Gran Sasso" (lo Storch utilizzato per la liberazione di Mussolini).
Il kit è composto da quattro stampate di styrene grigio più una di trasparenti. Il kit risale al 1979, quindi qualche dettaglio (soprattutto in questa grande scala) sarebbe migliorabile, ma la base di partenza è indiscutibilmente di buona qualità. 
Gli interni sono adeguatamente rifiniti (mancano però le cinture di sicurezza) così come è ben riprodotto il motore. Sono disponibili nel kit anche gli sci per la versione "da neve".
Complessivamente un kit di notevole effetto (e dimensioni, vista l'estesa apertura alare), migliorabile con un po' di lavoro extra (è disponibile un foglio in fotoincisioni della Eduard per gli interni e le cinture di sicurezza).
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Il Revell è sicuramente più datato rispetto all'Hasegawa, perchè presenta le pannellature (ancora) a rilievo. Detto questo, si tratta di un kit adeguatamente dettagliato, con le 37 fasi di montaggio ben illustrate e chiare. Le decal sono di buona qualità (stampate in Italia). Il canopy, dalla forma piuttosto complessa, è quasi stampato interamente in un unico pezzo per ridurre al minimo gli incollaggi (e il relativo rischio di "pasticciare"). Un piccolo sprue con 6 parti trasparenti (compreso il faro d'atterraggio) completa il canopy. 
Il kit fornisce due figurini, uno in piedi e uno seduto, il motore (alquanto semplificato), flap e alettoni separati e gli sci. Gli interni sono sufficientemente completi ma per renderli "credibili" c'è bisogno di un maggiore sforzo modellistico.
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Scala 1/35 !?!
In una scala notoriamente dedicata ai mezzi corazzati, si trova questo kit Tristar di produzione cinese.
Il contenuto della scatola consiste in 5 stampate principali di colore nocciola chiaro, alle quali si aggiungono tre piccole stampate sempre dello stesso colore per ruote, piloni per gli sci (con rinforzo metallico già inserito) e serbatoio supplementare. I trasparenti sono realizzati con una stampata che riproduce il canopy quasi integralmente e uno sprue aggiuntivo per i particolari (come il kit Revell), comprendendo anche gli strumenti del pannello comandi principale (che può essere realizzato in alternativa con una decal). Le ruote sono in vinile nero e il motore è realizzato con i cilindri separati. La plastica degli stampi ha però un aspetto piuttosto grossolano e presenta in diversi punti il flash. Le decal, stampate dalla Cartograph, sono di ottima qualità e consentono la scelta tra ben 6 proposte diverse (tra le quali una Regia Aeronautica). Il Kit offre anche un foglio per la mascheratura dei trasparenti. La precisione dell'assemblaggio è accurata e non sembra richiedere stucco o cianoacrilato per pareggiare gli accoppiamenti. La scala generosa richiede sicuramente uno spazio adeguato per la collocazione del modello finito (soprattutto in senso trasversale, data la notevole apertura alare).
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Pronti: via!
Nella foto a sinistra è visibile l'insieme degli sprue che compongono il kit Heller. Nel lato a sinistra si intravede il (piccolo) foglio di fotoincisioni della Airwaves appunto dedicato allo Storch Heller. Sono state già effettuate alcune pre-lavorazioni come l'assemblaggio delle ali (alle quali sono stati "mossi" gli alettoni) e dipinti gli interni con l'RLM 02, dopo l'incollaggio delle piccole strutture laterali in fotoincisione, praticamente invisibili nella foto.
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Nella foto a destra un "close up" delle fusoliere e degli scarni interni della Cicogna. Le altre parti in fotoincisione che costituiscono gli interni sono state preventivamente verniciate direttamente sul telaio prima della loro collocazione.
Cominciano ad arrivare le fotoincisioni per completare le paratie laterali interne della fusoliera. Nel piccolo abitacolo del Cicogna non c'è molto spazio e ci si deve accontentare... Nella seconda foto è ripreso il "blocco" pavimento sedili con le cinture di sicurezza, la cloche (dal kit) e la bellissima (anche se microscopica) pedaliera. Per completare gli interni si dovrebbe il "telaio" visibile sul foglio in fotoincisione (elemento a destra vicino al codice a barre) ma dopo qualche prova a secco l'operazione non mi ha convinto particolarmente e dovrò studiare un'altra soluzione.
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Terminati gli interni, si chiudono le semi-fusoliere. Gli accoppiamenti non sono perfetti e sono necessari ben quattro ausili al fissaggio (due mollette e due pinze di plastica) per tenere ferme le due parti appena incollate. Nella giunzione inferiore è rimasto un discreto solco che dovrà essere colmato con cianoacrilato/stucco.
A destra è postata una foto (proprietà IPMS Sweden) "close up" della fusoliera ventrale dove sotto l'abitacolo sono visibili tre finestrature, dalle quali rispettivamente al centro "spuntava" il radiatore dell'olio e ai lati gli scarichi motore. Più avanti nella pagina è visibile lo Storch conservato a Vigna di Valle dove si vedono i fori "riempiti" con le parti descritte sopra.
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La perfezione non è di questo mondo e sicuramente non degli stampi Heller di quasi quaranta anni fa... il cofano motore presenta diversi "gap" una volta incollato alla fusoliera che dovranno essere corretti con cianoacrilato e/o stucco. Non visibile nella foto, è stato realizzato con plasticard e sprue stirato, un "simulacro" del motore Argus As 10, di cui allego le foto recentemente scattate al Museo di Vigna di Valle (dove è conservata una "Cicogna" con le coccarde tricolori) per un modellista di buona volontà. La presa d'aria frontale lascia intravedere il vano motore e così com'era appariva piuttosto "vuoto". Per inserire il motore è stata ovviamente "scavata" la fusoliera. 
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Nelle foto a destra sono visibili rispettivamente: 
- la fusoliera con gli "scalini" del cofano motore ricondotti alla ragione;
- le prese d'aria (i "baffi") sul cofano motore realizzati "a caldo" con la punta di un saldatore per elettronica (dalla presa d'aria è parzialmente visibile la riproduzione del motore Argus)
- i vani degli scarichi (che avevano forma rettangolare) nei quali saranno inseriti i tubi di scarico del motore (vedi foto dello Storch di VdV).
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Nelle foto a sinistra si nota la fusoliera della Cicogna con la mascheratura "artigianale" (con nastro carta e Maskol) pronta per la mano di grigio di fondo. E' comparso anche uno dei due timoni di profondità (il sinistro). Il vano motore è stato protetto con un pezzetto di carta da cucina. Il timone verticale è stato "afflosciato" in posizione di riposo.
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Foto di destra: è stata data la prima mano di grigio di fondo sulle superfici inferiori. La mia intenzione è di finire la mimetica dello Storch tenendo separati i tre componenti principali (fusoliera completa di timoni di profondità e ali) per poi assemblarli per il montaggio finale con le parti trasparenti.
Un piccolo passo avanti: sono stati incollati gli ipersostentatori sul bordo d'entrata alare, tipici dello Storch, che contribuivano non poco alla sua capacità di decollare e atterrare in spazi ristretti. Riconosco che in questi giorni le mie "energie" e il mio tempo sono quasi al 100% impegnati in un altro "progetto" (in scala 1:1) ma l'aggiunta di un nuovo pezzo richiede sempre un "aggiustamento", in buona parte dovuto alle tecniche di stampaggio artigianali di quarant'anni fa, che porta inevitabilmente via altro tempo. Si notano anche i flap abbassati sul bordo d'uscita alare.
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E' stata data una "passata" di grigio medio (Humbrol 64) anche alle superfici superiori e la leggera mano di grigio ha evidenziato alcune "pecche" sulle estremità alari e sulla fusoliera, che dovranno essere corrette con un sottile strato di cianoacrilato e una "lisciata" con carta abrasiva bagnata. Fatto questo, si potrà procedere alla verniciatura con il Verde Oliva Scuro 2, dopo aver mascherato opportunamente le superfici inferiori. Notare i timoni di profondità in posizione abbassata.
Le imprecisioni sono state corrette e, dopo un'ulteriore passata di grigio, ho steso una mano di trasparente lucido acrilico in previsione della posa decal. Next step: mascheratura e verniciatura delle parti superiori con il Verde Oliva Scuro 2 (H91).
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Ecco la mascheratura "mista" delle superfici inferiori. La fusoliera è stata mascherata con nastro Tamiya e le ali e i timoni con nastro carta Tesa che è molto buono perchè poco adesivo (anche "troppo" poco).
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Nella foto a destra si vedono le superfici superiori verniciate con l'H91. Manca ancora la fascia gialla sul cofano motore e la fascia bianca in fusoliera per completare la  livrea R.A. dello Storch. Si nota anche che il timone orizzontale sinistro, nel maneggiare il modello per la verniciatura, si è separato; era stato intaccato per realizzare l'aspetto "floscio" a terra e devo aver effettuato l'incisione troppo profondamente. Basterà un velo di colla per riposizionarlo al suo posto. 
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Foto a sinistra: non è ripresa un'antica mummia egizia ma la fusoliera "mascherata" del Cicogna. Dopo un leggero strato di grigio chiaro come fondo, la parte iniziale della capote motore dovrà essere dipinta in giallo (cromo) mentre la fascia in fusoliera di bianco. Speriamo bene...
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Foto a destra: la "mummia" è stata sbendata e sono comparse le due fasce: la gialla sul muso e la bianca in fusoliera. Qualche sbavatura è da correggere, sia sul grigio delle superfici inferiori sia sul verde oliva scuro delle superfici inferiori. Ma deve essere anche attaccato nuovamente il timone sinistro di coda...
Nella Foto successivala fusoliera dello Storch è finalmente completa. Posso iniziare a montare il tettuccio, scomposto in ben 5 parti. L'assemblaggio è molto delicato per due motivi: primo, tra parti trasparenti e fusoliera non devono rimanere fessure troppo evidenti ma soprattutto alla parte superiore andranno fissate le ali...
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Foto a sinistra: iniziamo dal lato sinistro, quello più esteso, che comprende anche metà parabrezza. Il lato destro è suddiviso invece in tre parti: parabrezza, portello apribile (che include anche il finestrino) ed elemento posteriore. A tutto ciò si deve aggiungere la parte superiore della finestratura che fornisce gli attacchi per le ali.
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Foto a destra: è stata aggiunta l'altra metà del parabrezza e la Cicogna assomiglia più 
a un topolino con il naso giallo e con gli occhiali... Nella seconda foto si è aggiunta la finestratura posteriore destra. L'elemento centrale, che comprende anche la "porta" di accesso all'abitacolo, sarà incollato aperto per mostrare gli interni dopo la posa della parte superiore del tettuccio. Questo componente dovrà essere "saldato" con particolare cura perchè è elemento strutturale (vi si devono incollare le ali).
Foto a sinistra: ecco il canopy praticamente finito. Restano da ripassare i punti di giunzione con Vinavil e smalto ma il più è fatto. Un plauso a distanza di quasi trent'anni alla Heller per la notevole accuratezza nell'assemblaggio fusoliera/canopy. Mi dispiace dirlo, essendo cresciuto "pane e Airfix", ma un kit dello stesso periodo della nota casa inglese sarebbe stato molto più ostico negli accoppiamenti, soprattutto in un punto delicato come questo. All'interno è stata inserita l'intelaiatura (dal kit per gli interni) in fotoincisione della Eduard. La mitragliatrice che spunta dall'"occhio" posteriore non è quella originale del kit ma aftermarket in resina, molto bella ma particolarmente fragile (si è spezzata ben due volte).
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Foto sotto e a destra: si inizia con la posa delle decal. Ho utilizzato un (fin troppo) ricco foglio Skymodels SKY72024 dedicato agli aerei della Luftwaffe che hanno prestato servizio con la Regia Aeronautica (e con la RSI). Quelle dedicate alla "Cicogna" sono in basso al foglio e sono per due versioni, una continentale, quella da me scelta (Albania) e una africana. Le stesse proposte sono disponibili anche in scala 1/48. La qualità è ineccepibile grazie alla stampa della Cartograf anche se lo spazio è molto ridotto; la finitura lucida non preoccupa perchè poi si dovrà stendere una mano di trasparente opaco. Le decal sopportano bene di essere "strapazzate" ed è stato un bene perchè una delle due croci alari era stampata all'incontrario (erano due croci "destre") ma per fortuna il posizionamento "rovesciato" sul timone sinistro non si nota. E' necessario però un aggiustamento con gli smalti per eliminare un paio di sbavature nella giunzione tra le due "croci".
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Ho scelto di posizionare le decal prima di completare il modello per non trovarmi in difficoltà (causa rischio di rottura) a modello finito. Spero che la scelta adottata in questo caso, piuttosto inconsueta, non mi si ritorca contro... Nell'ultima foto davanti in basso si vedono parzialmente gli elementi tubolari che reggono le ali preverniciate in previsione del prossimo montaggio.
Alla "Cicogna" sono finalmente spuntate le ali! Ho utilizzato il collante vinilico della Saratoga per non rischiare di rovinare le parti trasparenti. Questa colla a base vinilica asciuga in fretta ed è molto tenace; è senz'altro migliore del Kristal Clear della Revell che utilizzavo prima. Ora viene il difficile: sotto le ali ci sono vari piccoli pezzi da incollare e devono essere posizionati con una precisa sequenza, ovviamente non descritta dalle istruzioni "vecchio stile". Poi una mano di trasparente opaco per togliere l'effetto satinato della vernice. L'incollaggio più ostico sarà quello delle gambe del carrello, molto sottili e senza un valido appoggio per l'incollaggio.
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Ecco lo Storch a testa sotto sul quale ho iniziato ad incollare alcune parti sotto le ali. Prima di procedere oltre, ho deciso di dare una mano di trasparente opaco altrimenti a montaggio avanzato mi risulterebbe più ostico. Questa fase richiederà alquanto perchè, come ho scritto sopra, bisogna rispettare una precisa sequenza di incollaggio e assicurarsi che tutta la struttura di sostegno del carrello sia ben salda per evitare scollamenti o rotture. Purtroppo le istruzioni non aiutano e neanche gli incavi appena accennati. Sarà necessario un continuo confronto fotografico. Scarichi e radiatore sono stati autocostruiti "hand made" perchè gli originali non erano molto fedeli.
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Ulteriore passo avanti: è stata incollata la "porta" d'accesso all'abitacolo (in posizione aperta) ed è comparso il carrello sinistro, appena fissato con una goccia di colla per stirene. Come ho già scritto sopra, per il carrello sto procedendo un pezzo per volta, sempre con il riscontro fotografico, per assicurare con un corretto incollaggio le sottili e fragili parti che lo compongono. In una delle foto a destra è anche parzialmente visibile il foglio istruzioni della Heller: in un formato A4 scritto solo in francese sono riusciti a far entrare tutto, dall'elenco dei pezzi, alle istruzioni per il montaggio e la colorazione, ai due schemi mimetici. Il carattere di scrittura è quello tipico delle macchine da scrivere di cinquanta anni fa... 
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Siamo arrivati alla fine di questo lungo cammino, iniziato trentadue anni fa... Anche lo Storch italiano è completato. L'ambientazione è una semplice cornice fotografica 18x25 (senza vetro) il cui retro in masonite è servito come base per l'"erba" del presepe. La mia intenzione era ricreare l'ambientazione della foto in copertina del volume Regia Aeronautica Colori e Insegne della intergest (1974) che riprende la Cicogna in procinto di decollare in un imprecisato "campo" in Albania, nella tarda estate 1942. Nonostante l'uso del giallo a tempera, l'erba nel mio diorama è un po' più verde (e meno fitta), quindi immaginate la stessa foto scattata qualche settimana prima. Adesso mi dovrò concentrare sull'Hurricane 1/48 Airfix, che è in attesa di ricevere la mimetica, poi potrò iniziare a lavorare su uno dei migliori caccia della Regia: il Macchi Mc 202.

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