Dai tempi dei Romani, i vincitori scrivono la "loro" versione di una guerra che hanno combattuto e vinto. Lo fece Giulio Cesare, che scrisse il De Bello Gallico e lo fece, in tempi più vicini a noi, Sir Winston Churchill, che scrisse la Storia della Seconda Guerra Mondiale in 6 volumi, che furono pubblicati dal 1948 al 1953.
Io, una decina di anni fa, acquistai una edizione "condensata" edita dalla BUR in due volumi nel 2000. Della sua lettura, oggi, ne conservo un ricordo sfuocato; mi è rimasto impressa però una frase che spesso Churchill citava a proposito delle truppe italiane impegnate nei vari fronti: "Gli Italiani sono sempre gli ultimi ad arrivare sul campo di battaglia e i primi ad andarsene". Dei soldati tedeschi, invece, lo statista inglese elogiava sempre la perfetta organizzazione e l'efficienza nel combattimento. Dell'Italia, alleata della Germania, ebbe a scrivere ancora: "l’Italia, il ventre molle d'Europa”.
Mentre su quest'ultima affermazione, per quanto poco lusinghiera del nostro paese e della sua capacità bellica, posso, alla prova dei fatti, trovarmi concorde, la frase, invero poco onorevole, espressa nei confronti delle nostre truppe in combattimento mi ha generato, allora come ora, considerevole fastidio. E' innegabile che l'esercito italiano, come io stesso ho ricordato nelle pagine web di questo mio sito, fosse impreparato a un confltto di portata mondiale, sia come organizzazione, che come logistica e come risorse. Ma è altrettanto innegabile che i soldati italiani di terra, del cielo e del mare abbiano dato prova, in molte occasioni, di valore e, in diversi casi, di vero eroismo.
Corpi come gli Alpini, i Carabinieri, la Divisione Folgore e tutti quelli che, durante la Resistenza, hanno sacrificato la loro vita per gli altri (uno tra tutti, Salvo D'Acquisto) non meritano certo che la loro memoria sia oscurata da una frase così ingiuriosa.
Pure, Churchill è stato artefice in prima persona del destino del mondo e quindi ritengo che la storia e gli uomini lo debbano accettare e ricordare per quello che è stato, con i suoi lati positivi e negativi. Per correttezza e completezza di informazioni, è doveroso citare la frase che lo stesso Churchill pronunciò, all'indomani della sconfitta della battaglia di El Alamein da parte delle truppe dell'Asse, a proposito della Divisione Folgore: "Dobbiamo davvero inchinarci di fronte ai resti di quelli che furono i Leoni della Folgore"
Nelle tre foto riportate sopra, da sinistra a destra, sono ritratti il Primo Ministro Inglese Sir Winston Churchill, il vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D'Acquisto, Medaglia d'Oro al Valor Militare e due paracadutisti della Divisione Folgore durante la Battaglia di El Alamein (fotogramma del film Divisione Folgore del 1954).
Dal Macchi MC 200 della Revell sono passati oltre cinquant'anni...
Terminiamo qui questa pagina di "storia", occupandoci più da vicino del kit Italeri. Nel 2017 il vetusto kit in scala 1/72 della Revell dedicato al Macchi Mc 200 ha compiuto giusto mezzo secolo, pur non essendo più a listino. E pensare che per diversi decenni è stato, come il Fiat G.50 dell'Airfix, l'unico kit in commercio dedicato al caccia italiano.
Nel 2013 la Hobby Boss ha realizzato un kit in scala 1/72 del "Saetta" che costituisce un buon punto di partenza per noi modellisti appassionati di aerei italiani della seconda guerra mondiale; il kit è in buona compagnia di altre due realizzazioni (in short run) uscite nei primi anni duemila grazie alla AML e alla Special Hobby. Quest'ultimo in particolare è molto vicino all'Italeri, essendo un "bubble canopy", anche se lo Special Hobby è una "prima serie" mentre l'Italeri è una seconda serie. Per chi fosse interessato a una disamina dei kit in scala 1/72 può andare sull'apposita pagina del mio sito dedicata appunto a queste realizzazioni, cliccando qui.
Nelle foto riportate a sinistra, sono visibili le prime Box Art dei kit Revell dedicato al "Saetta" e al "Falco", seguiti dal Fiat G 50 Airfix in confezione "blister" come si vendeva tanti anni fa praticamente ovunque. E' da notare la curiosa "posa" del Saetta, in un passaggio a testa in giù davanti proprio a un Fiat CR 42. E' inoltre del tutto fantasiosa la colorazione in quello che sembra un verde chiaro uniforme ma è un'"interpretazione" comprensibile visto che parliamo di mezzo secolo fa... Il kit Revell del Saetta è stato a listino fino a pochi anni fa (l'ultima stampa delle istruzioni del kit porta la data del 2012). Il Falco è da molti anni fuori commercio (ma non se ne sente la mancanza). Il Fiat G. 50 dell'Airfix (erroneamente "bis" nelle release successive) è rimasto a catalogo fino agli anni '90 del secolo scorso.
Italeri Macchi Mc 200 Saetta II Serie scala 1/48
La nota e italianissima ditta di Calderara di Reno già da qualche anno propone kit esclusivamente nella "quarter inch scale". Uno degli aerei italiani della Regia Aeronautica realizzato in questa scala "grande" (rispetto alla più diffusa 1/72 che prediligo) è stato il Reggiane Re 2002 Ariete (stampo 2009), attualmente non a catalogo Italeri. Il kit comprendeva anche un volumetto PRM (Photographic Reference Manual) ma niente fotoincisioni. Parimenti, non è attualmente disponibile il kit del Fiat CR 42, che risale a qualche anno prima (2006) ripetto all'Ariete. Anche questo kit offriva un PRM molto dettagliato con foto (dell'esemplare conservato a Vigna di Valle) e profili a colori ma non erano fornite fotoincisioni. Rispetto al "misero" FIAT CR 42 della Revell in scala 1/72 degli anni sessanta del secolo scorso (1965), il Falco ne ha fatta di strada... Questo kit in particolare era anche proposto in livrea Luftwaffe (caccia notturno). A uno di questi vecchi biplani Fiat con le insegne della Luftwaffe si deve l'(unico) abbattimento di un P-38 Lightning nei cieli italiani nel 1945.
Nelle foto riportate sopra, sono visibili rispettivamente a sinistra e a destra le Box Art del kit del Reggiane Re 2002 Ariete e del Fiat CR 42 Falco (in versione A.S.) in scala 1/48. E' lodevole la scelta dell'Italeri di proporre in questa scala, due kit di aerei della R.A. che, innegabilmente, non hanno il mercato dei loro contemporanei inglesi o germanici. Attualmente entrambi i kit sono fuori produzione, ma l'Italeri è proverbiale nel "tirare nuovamente fuori", a sua assoluta discrezione, kit che sono rimasti alcuni anni nell'oblio. I kit sono discreti (il Fiat CR 42 è migliore di quello dell'Ariete) e decisamente più accurati rispetto ai loro vetusti fratellini (Supermodel il primo e Revell il secondo).
La prima proposta Italeri in scala 1/48 del Macchi Mc 200 è più recente (2010) dei due kit trattati prima e consente la realizzazione di 4 versioni R.A. del Saetta in versione di grande serie (tettuccio aperto). Il kit non contiene foto incisioni. Attualmente questo kit (dal quale è tratto il kit del Mc 200 Seconda Serie oggetto della recensione) non è disponibile all'acquisto sul sito www.italeri.com.
Macchi Mc 200 Saetta II Serie
Il kit del Saetta Seconda Serie (n° Catalogo 2711) eredita gli sprue del kit precedente (n° 2676). In tutto sono 3 sprue, 2 di colore grigio chiaro e 1 per il canopy, tutti chiusi in un blister trasparente sigillato a caldo. I due sprue di plastica grigia sono grandi come la scatola, quindi delle dimensioni di un foglio A4 (circa). A mio parere, distribuire i pezzi su sprue grandi può dare la sensazione che i pezzi siano in minor numero di quanti effettivamente sono, ma è probabile che la scelta abbia motivazioni di ingegnerizzazione degli stampi. Lo stampaggio è di ottima qualità, senza flash e con pannellature e rivetti molto "delicati" per la scala. Sullo sprue dove sono presenti le semi fusoliere sono stati aggiunte 4 piccole parti che sono relative al tettuccio chiuso ("bubble canopy") e ai piccoli tubi Venturi sulle ali, non presenti nella edizione precedente, che consente la realizzazione di una versione successiva del Saetta. Sul sito Italeri si riporta la dicitura "stampi migliorati" ma, a parte questi piccoli particolari, gli stampi del vecchio kit e del nuovo sono identici, per complessive (poco meno di) 80 parti. L'unica differenza sostanziale tra le due proposte è la presenza in questo nuovo kit del foglio di fotoincisioni, visibile nelle foto postate in testa a questa pagina. Nel foglio, piuttosto piccolo, sono presenti il pannello strumenti, da completare con le decal, le cinture di sicurezza e alcuni particolari delle gambe del carrello. Gli interni sono adeguatamente dettagliati e sono costituiti da una "vasca" che deve essere assemblata prima di chiudere le semifusoliere. Le ruote hanno l'effetto peso e i flap sono separati e possono essere montati aperti, così come i timoni orizzontali di coda possono essere montati "flosci", ovvero in configurazione a terra. Il motore è ben riprodotto e la NACA ha un pannello separato per consentirne la visione a cofano parzialmente aperto. Le decal sono per 4 versioni e le mimetiche proposte, nonostante la scala più grande, sono abbastanza difficili da realizzare, anche ad aerografo, a causa dei "ghirigori" a tre colori (verde mimetico, giallo mimetico, marrone mimetico) tipici dei caccia italiani degli anni 1940/41. Come è consuetudine dell'Italeri, il foglio decal NON è protetto e le decal sono quindi a rischio graffi o ditate. Il foglio istruzioni sembra una piccola "sindone" (è largo circa 20 cm e lungo circa un metro) e le fasi di assemblaggio sono illustrate con tecnica CAD coadiuvata da disegni dei pezzi. Questo kit, al pari di altre realizzazioni della casa Bolognese, è commercializzato di fuori dagli italici confini dalla Tamiya.
Conclusioni: il kit è ben fatto e molto interessante per il soggetto trattato; è aperto ad ulteriori miglioramenti grazie alle fotoincisioni della Eduard e alle parti in resina della Quickboost e della Pavla. Il costo è ragionevole, inferiore a 30 € (sul sito italeri.com), tenendo conto anche delle fotoicisioni; spero che, partendo da questo kit, l'Italeri possa "tirare giù" anche un buon kit in scala 1/72 del Saetta che mandi finalmente in pensione il vecchio Revell.
P.S.: Segnalo sotto la nuovissima proposta Italeri del Macchi Mc 205 che in realtà "riciccia" il più che ventenne Hasegawa (con i suoi pregi e i suoi difetti) MA offre nel foglio decal gli "anelli di fumo" o "amebe" tipiche della mimetica di questo caccia che sono il sacro terrore di tutti noi modellisti...
Nella foto a sinistra è visibile la Box Art del kit del Macchi Mc 205 Veltro Italeri uscito nel 2017.
Come ho scritto sopra, non si tratta in realtà di un nuovo kit, ma del rebox con nuove decal del più che ventenne kit Hasegawa (del quale io posseggo una delle prime release, non esente da critiche). L'aspetto interessante del kit è il foglio decal, che propone 1 versione R.A., 4 R.S.I. e una Aeronautica Cobelligerante. Le decal forniscono la "terribile" mimetizzazione ad anelli, quasi impossibile da realizzare anche ad aerografo, quindi un utile aiuto per i modellisti. Un ulteriore "plus" da non sottovalutare è il costo, che è più basso rispetto al Veltro nel "packaging" con gli occhi a mandorla.