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HELLER + Matchbox

CURTISS SBC-4 Helldiver/Cleveland

scala 1/72

Catalogue number: 80285

Un altro "vecchietto" torna alla ribalta.

​Sistemando le ormai polverose scatole di montaggio risalenti al mio primo periodo modellistico, sono "riemersi" 2 kit dedicati a un biplano statunitense realizzato dalla Curtiss nei primi anni '30 del secolo scorso e che doveva essere utilizzato dalla aeronautica francese allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Causa armistizio tra Francia e Germania del 22 giugno 1940, i 44 Helldiver destinati all'Armée dell'Air non furono mai ritirati  e si corrosero al clima tropicale dei Caraibi (Martinica) e i restanti 5 dei 49 del lotto iniziale di 50 (uno fu distrutto in un incidente) furono impiegati dalla RAF come cellule per l'addestramento a terra, con il nome di Cleveland.

La Matchbox e l'Heller dedicarono un kit a questo poco usato (in Europa) biplano.

Per motivi diversi, l'inconsueto soggetto modellistico suscitò l'interesse di due case modellistiche, la Matchbox inglese e la Heller francese.

La Matchbox verso la fine della sua produzione, nel 1980, si lanciò nella realizzazione di soggetti RAF poco conosciuti, quale appunto l'Helldiver (da non confondere con l'omonimo caccia bombardiere e silurante, anch'esso a catalogo Matchbox che però è identificato dalla sigla SBC2), ma anche l'Handley Page Heyford, un bombardiere biplano anni '30, il Vickers Wellesley e il Supermarine Stranraer, per citarne alcuni.

Dal canto suo la Heller, un anno prima della Matchbox, ovvero nel 1979, arricchì il suo catalogo con questo bombardiere che, in realtà, non entrò mai in servizio con le insegne dell'Arméee dell'Air, fornendo al contempo le decal per l'esemplare RAF.

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Rispettivamente a sinistra e a destra sono visibili le Box art relative alle proposte Heller e Matchbox relative al Curtiss SBC-4. I due kit sono quasi coetanei, essendo usciti a distanza di un anno l'uno (Matchbox) dall'altro Heller. Partendo dal più giovane, ritroviamo quelle che sono le caratteristiche salienti dei kit della Ditta inglese, ovvero facilità di montaggio unita a una discreta resa finale. La versione USA è molto "scenografica" in quanto richiede la verniciatura metallica di fondo con il timone azzurro e l'ala superiore gialla. La versione Raf è proposta nei tipici colori superiori di inizio conflitto (Dark Green e Dark Earth) mentre per le superfici inferiori la Matchbox indica il Trainer Yellow, che è coerente con l'uso di aereo di addestramento che ne fece appunto la Raf dei 5 Helldiver "superstiti". Le pannellature sono il classico misto a rilievo/incise dove le incisioni sono tipiche della Matchbox (adatte per la scala 1:1). Gli interni sono abbastanza semplificati: è presente un pavimento su cui trovano posto 2 sedili molto basici, 2 pilotini, un pannello strumenti e una riproduzione piuttosto elementare della mitragliatrice posteriore (non è presente la cloche). Il canopy trasparente è realizzato in tre parti separate ma non è realistico montarlo aperto a causa degli scarni interni e del metacrilato piuttosto spesso. Le superfici telate dell'ala inferiore, degli impennaggi e del timone verticale sono ben realizzate (l'ala superiore era di metallo). Una volta montato, l'aspetto finale è discreto, come la maggior parte dei kit della Ditta inglese.

Il kit Heller è un po' più accurato del Matchbox ma presenta notevoli margini di miglioramento. Le proposte di colorazione sono 2, una Armée dell'Air (che sappiamo non essere mai arrivata in servizio) e Raf dove però è differente la proposizione di colore relativa alle superfici inferiori: un generico grigio chiaro, che non trova corrispondenza nelle mimetiche del periodo.

In Aftermarket sono state realizzate alcune proposte in resina/fotoincisione dedicate al kit Heller, non tutte oggi facilmente reperibili. Io ho acquistato su ebay il kit in resina dedicato all'upgrade degli interni realizzato dalla Starfighter Models.

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Nella foto di sinistra è visibile il set di upgrade del cockpit dell'Helldiver Heller, che si completa con alcune parti fornite dal kit stesso (sedile del navigatore e cloche). La qualità della realizzazione è buona ma avrei preferito che fosse corredata anche di foto o di istruzioni grafiche per il montaggio/posizionamento delle parti. Il suggerimento della colorazione è in metallo naturale con particolari in nero, verde e giallo.

Il lavoro comincia (forse).

Prima di iniziare le attività modellistiche, ho studiato abbastanza bene i 2 kit, confrontandoli con la documentazione in mio possesso, in verità non moto ricca. Come ho scritto prima, il kit Matchbox è sicuramente più semplice, nello stile della casa, ma non grossolano. Punti deboli del kit Matchbox sono il gruppo motopropulsore, l'elica (errata l'ogiva) e i carrelli, molto semplificati. La riproduzione delle ali e dei timoni, invece, è più accurata dell'omologo Heller mentre il dettaglio superficiale della fusoliera, in stile misto (a rilievo e inciso) è più pesante. Ho quindi deciso di realizzare un kit "ibrido", utilizzando di base il kit Heller (con il dettaglio ulteriore del set Starfighter Models) ma trapiantando le ali e i timoni del Matchbox. Il risultato di tale (difficile) operazione chirurgica è visibile nella foto sotto.

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Nella foto di destra  è visibile il lavoro di trapianto delle ali inferiori del kit Matchbox con il segmento inferiore del kit Heller, per garantirne un minimo di adattabilità nella difficile fase di unione ali/fusoliera. L'ala superiore del Matchbox sarà riutilizzata in toto, dopo aver inciso le pannellature (era di costruzione metallica con impennaggi in tela).

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Facendo uso di morsetti in plastica, si fissano i pannelli laterali in resina sulle semifusoliere del kit Heller. Secondo le indicazioni (non chiarissime) presenti nel set della Starfighter Models, tutto l'abitacolo era in metallo naturale con particolari in nero, verde e giallo.

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Si fa una prova di incollaggio "a secco" dopo il posizionamento delle paratie laterali. Si nota, sulla semifusoliera sinistra, l'aggiunta di due striscette di plasticard, che saranno livellate per pareggiare le superfici.

Il pavimento, completato con i due seggiolini, insieme con il pannello strumenti del pilota e la strumentazione del navigatore, dovranno essere posizionati a fusoliere incollate da sotto. Anteriormente, in corrispondenza del vano carrelli, dovranno essere posizionate due paratie fornite dal set in resina.

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Dopo aver completato le paratie laterali, si cominciano a incollare le semifusoliere. Sulla parte anteriore della fusoliera si vede il pannello di chiusura del vano carrelli, che sarà a sua volta coperto dal pannello strumenti. Nella foto successiva è meglio visibile la zona carrelli con le paratie in resina fornite dal set della Starfighter Models.

Nelle foto di destra: l'Helldiver ha (finalmente) le ali. In realtà, al momento è una sola, quella inferiore, che ha necessitato di un discreto lavoro di "pareggiatura" con la fusoliera. Per evitare di danneggiare il dettaglio superficiale carteggiando con la carta abrasiva, ho utilizzato il nastro dymo che, per il suo spessore e consistenza, ha protetto le aree circostanti. Nell'ultima foto si vede la paratia superiore con i montanti per l'ala superiore. I fori sotto quest'ultima dovranno essere adattati perchè non combaciano con gli incastri del kit Heller. Anche i montanti laterali dovranno essere ricostruiti con plasticard perchè sono più corti di circa 1,5 mm. Infine, in una delle foto è visibile, sul fondo, la Naca del motore già assemblata e verniciata, pronta per il montaggio finale. 

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Dopo aver coperto con Maskol e carta l'abitacolo e i pozzetti carrelli, ho dato una mano di fondo di grigio (Humbrol 64) su tutte le superfici e inferiormente (senza mascherare) alcune mani di "Trainer Yellow" (Humbrol 24).

Ci sono alcuni piccoli ritocchi da fare, ma il passo successivo prevede la mascheratura delle superfici inferiori per procedere con la stesa del Dark Earth sulle superfici superiori e laterali.

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Ecco il kit Heller del Cleveland nella mia "cabina di verniciatura" autocostruita. Il modello ha appena ricevuo un paio di mani di Dark Earth (Humbrol 29). La "cabina" è stata realizzata con un contenitore di plastica trasparente con coperchio acquistato in un negozio di casalinghi, al quale ho installato posteriormente una ventola da PC e come filtro, un pezzo di filtro per cappa aspirante. Per ridurre la polvere, molto fastidiosa quando si vernicia a spruzzo, bisogna bagnare la base (fatta con cartoncino di riciclo) con acqua. 

Nel profilo a sinistra è visibile lo schema mimetico del Cleveland RAF. Le istruzioni del kit Heller indicano, al posto del giallo (Trainer Yellow) per le superfici inferiori un generico "grigio chiaro", che non corrisponde ad alcuno schema mimetico conosciuto del periodo. Il profilo è conforme invece alle istruzioni Matchbox, tranne per la parte anteriore, che nello schema Matchbox è tutto Dark Green dall'ala superiore fino alla copertura motore. 

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Nelle foto di destra: dopo aver "isolato" le parti in Dark Earth (Humbrol 29) con l'ottimo prodotto di mascheratura della Vallejo, ho dato qualche mano di Dark Green (Humbrol 30).

A vernice asciutta ho rimosso il Vallejo Liquid Mask e ritoccato alcuni punti in cui le "bande" avevano una separazione troppo irregolare. Per la mimetica ho utilizzato la proposta del profilo pubblicato sopra perchè avvalorato da altre fonti.

Nella foto successiva, ho provato l'ala superiore "a secco"; la fase successiva prevede un paio di mani di trasparente lucido per la fase di weathering e la posa delle decal.

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Nelle foto di sinistra: arrivano le decal. Quelle alari superiori sono state recuperate da un vecchio foglio ESCI perchè quelle Heller erano "bruttine" oltre che mancanti della coccarda sul timone verticale e quelle Matchbox non sono recuperabili al 100%.

Le decal ESCI sono piuttosto spesse e fragili e aderiscono con difficoltà quindi c'è voluto una bella dose di DecalFix per posizionarle, dopo aver rifilato i bordi piuttosto ingialliti. Le altre decal Matchbox che sono riuscito a recuperare (coccarde inferiori e laterali, n°  di matricola e tricolore sul timone verticale) si sono mantenute abbastanza e non hanno presentato troppi problemi. Un paio di mani di trasparente Vallejo fisserà il tutto e eliminerà l'effetto silvering. 

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Nelle foto di destra: un "close up" degli interni. E' stata aggiunta la mitragliatrice posteriore, appoggiata su un supporto a mezzaluna realizzato con sprue stirato. E' stato sostituito l'anello dell'antenna della postazione del marconista perchè troppo grande. 

Fase successiva: il canopy.

Nelle foto di sotto è visibile il Cleveland terminato: sono stati aggiunti il canopy, l'ala superiore, le controventature e l'antenna. Il canopy è in realtà un "merge" tra quello Heller e quello Matchbox (in più parti). L'elica è proveniente dal kit Matchbox.

Il canopy Heller per un "errore di sbaglio" da parte mia è stato danneggiato e sono riuscito a recuperare solo il parabrezza, separandolo con un seghetto dal resto del pezzo. Gli altri elementi del canopy sono stati invece ricomposti adattando le parti del kit Matchbox, dopo una passata nel Pledge (nuova versione del "mitico" Future) per aumentare la trasparenza. La tiranteria è stata realizzata con sprue stirato, dopo l'esperienza con il Gladiator Heller e ha richiesto diversi giorni per ottenere un risultato soddisfacente. L'antenna è stata realizzata con il filo elastico da 0,1 mm. Che dire? il Cleveland, ottenuto per "trapianto" da due kit della mia giovinezza modellistica (sono kit con 40 e più anni sulle spalle) lo considero un risultato discreto e un buon banco di prova nella realizzazione dei biplani. Spero che il Fiat CR 42 (da kit Pavla) che costituirà il mio prossimo impegno in scala 1/72 per gli aerei della Regia Aeronautica, risulterà (ancora) migliore.

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