Scala 1/72.
Airfix
Il kit del Mk IIc è piuttosto recente: è uscito nel 2002, dopo una latitanza di quasi mezzo secolo. Per decenni l’Airfix ha proposto un solo kit “generalista”, con il quale si poteva realizzare un Mk I o un Mk IIB, o un Mk IID o un Mk IV, tutti ovviamente in modo molto approssimativo. Nel 1978 l’Airfix realizzò un (nuovo) kit serie 2 dedicato al Mk I, che era piuttosto spoglio ed essenziale ma comunque decente (è rimasto in listino con nuove decal fino a pochi mesi fa), ma sono dovuti passare altri cinque lustri per vedere un nuovo kit dedicato al Mk IIc. Le nuove scatole rosse Serie 2 Airfix/Hornby sono belle e robuste e le stampate sono ben protette da un blister trasparente sigillato a caldo alle estremità. Il canopy, in due parti separate, è a sua volta protetto in un ulteriore blister incluso in quello che racchiude le stampate. Il foglio decal ha una stampa leggermente semilucida, ed è a parte, non incluso nel blister, protetto solo da un foglio di carta velina (non fissato); si deve fare molta attenzione a non danneggiarlo.
Academy
Risale al 1997, ma è ancora valido; non ne ho ancora verificato le dimensioni ma, a occhio, alcune parti mi sembrano un po’ più piccole di quanto dovrebbero essere. Mi riferisco ai timoni orizzontali, per quali è anche un po’ troppo marcata la telatura sulle parti fisse, e alle grembiolature dei carrelli, dove è anche presente un ritiro della plastica piuttosto fastidioso. Un altro “pezzo” che mi convince poco è l’elica, che dovrebbe essere una Rotol, come su (quasi) tutti gli Hurricane prodotti. Ma non assomiglia neppure a una De Havilland, che equipaggiava i primi Mk I con elica tripala e i Sea Hurricane. La versione imbarcata (Sea Hurricane) aveva l’elica De Havilland perché l’elica Rotol era un po’ troppo “robusta” e quando l’Hurricane in fase di atterraggio per vari motivi si sbilanciava in avanti, danneggiava il ponte di volo, solitamente di legno. E’ piuttosto strano anche il seggiolino, che ha uno schienale “a punta”. Tranne per questi piccoli (e accettabilissimi) difetti, bisogna riconoscere che è un buon kit; come tutti i kit Academy, fa piacere trovare le stampate protette da un blister chiuso (insieme al canopy trasparente in due pezzi a sua volta protetto da un blister) e le decal conservate in una bustina (aperta da un lato) di plastica trasparente. Il kit include anche una discreta riproduzione degli interni, compresa la caratteristica “gabbia”, ovvero il traliccio di tubi che costituisce la struttura dell’abitacolo e, udite udite, la pedaliera in un pezzo separato, ben riprodotta. E’ disponibile per l’Hurricane MkIIc Academy un kit di fotoincisione della Eduard per gli interni e uno di conversione della 3D Kits per il Mk IID con i cannoni da 40mm sotto le ali (Tank Buster). Si può anche sostituire l’elica fornita nel kit con la Rotol QuickBoost, con la dima per il corretto passo.
Hasegawa
L’Hurricane MK IIc della nota casa giapponese (vedi in basso a destra) porta la data del 1995, ma è basato su stampi realizzati per il Mk I un decennio prima. Ai suoi tempi era “the state of the art”, ma oggi avrebbe bisogno di un (leggero) “lifting”. Resta un kit decisamente valido, ma gli interni sono essenziali (il cruscotto è una semplice decal); il dettaglio superficiale è buono ma un po’ sovrabbondante per la scala, soprattutto nella parte telata, e lo styrene presenta qualche piccolo ritiro sulla semiala inferiore. La capotte motore è (stranamente) separata dal resto della fusoliera, ma il “taglio” è stato fatto in corrispondenza della pannellatura davanti al parabrezza, quindi nel montaggio non si dovrebbero creare irrealistiche e antiestetiche giunzioni. Il canopy trasparente è stampato in due pezzi, e ci sono due “spinner” appuntiti di lunghezza diversa (e due doppie stampate di pale). Non c’è però il filtro tropicale e non sono forniti carichi alari come bombe o serbatoi. Gli stencil sono presenti sul foglio decal, ma si trova “il minimo indispensabile”.
Hasegawa
Il kit Heller dell’Hurricane, come ho scritto nella premessa, è piuttosto datato ma non è “out”. E’ composto da 37 parti (34 di plastica grigia + 2 trasparenti che compongono la cappottina + 1 trasparente per i fari d’atterraggio – dovrebbero essere due ma nel kit ne hanno realizzato uno in meno, purtroppo…). Gli interni sono abbastanza dettagliati, tenendo conto dell’epoca: un pannello strumenti, un seggiolino ben fatto, una cloche, un collimatore e un pavimento che comprende anche lo schienale d’appoggio per il seggiolino); in più, il kit offriva la possibilità di realizzare la versione Trop (con apposito filtro tropicale). Non parlo delle decals del kit perché a distanza di così tanti anni sono ovviamente inutilizzabili… Per amor di inventario, erano per due versioni, una per caccia notturno (tutta nera – vedi le Foto delle scatole) e una Burma, ovvero per il Sud Est Asiatico. Gli stencil non erano forniti (allora non si usavano…). In sostituzione di quelle fornite dal kit, mi sono procurato il foglio Sky Model 72 053 dedicato all’Hurricane dal quale ho selezionato le due proposte che trovate più avanti. Le decals Sky Model sono ben centrate, con bordi sottili ma semilucide: servirà necessariamente una mano di opacizzante trasparente. Le pannellature del kit sono in positivo, ma la plastica è molto morbida (anche troppo) e quindi non è difficile reinciderle per aumentare la fedeltà e il realismo. Gli accoppiamenti a secco lasciano presagire la necessità di intervenire con cianacrilico/stucco ma la situazione complessivamente non è drammatica (tenendo conto anche della vetustà del kit) e migliore dello Spitfire Mk Vb Heller utilizzato per la conversione a idrovolante. L’intervento più massiccio sarà presumibilmente nell’accoppiamento tra ali e fusoliera: una veloce prova di pre-incollaggio lascia un millimetro buono di “fessura” da colmare… Un’incomprensibile mancanza nel kit è il faro d’atterraggio sulla semiala destra (correttamente presente invece nell’illustrazione sulla scatola) che dovrà essere aggiunto (sigh…) asportando un quadratino di styrene da rimpiazzare con uno trasparente autocostruito.
Nella Foto sopra si notano già alcune “pre-lavorazioni” e aggiunte. In una vecchia scatola di plastica trasparente (dei formaggini) ho conservato tutti i pezzi piccoli e/o fragili per evitare di perderne o romperne qualcuno. Si nota, sullo sfondo della foto, la scatola in cartoncino e il foglio di istruzioni per il montaggio e la colorazione tutto su una sola pagina. Manca il lembo inferiore destro del foglio istruzioni: era il tagliandino per richiedere un ricambio di un pezzo difettoso e lo utilizzai per richiedere la semiala superiore sinistra se non fossi riuscito nell’operazione vano cannoni (infatti nella foto le semiali superiori sono 3!). Il pozzetto carrelli è presente (una rarità per l’epoca) ma molto essenziale (e di forma errata: è quello di un Mk IV). I pannelli principali sulle ali sono stati incisi con uno scriber e il nastro Dymo come guida. Per le pannellature in fusoliera, aspetterò dopo la fase di incollaggio e stuccature, e proverò anche il nuovo incisore della Trumpeter. Durante la fase di incisione dei pannelli sulle ali sono riuscito a spezzare tre dei quattro i cannoni e quindi li dovrò re-incollare uno a uno (o sostituire con altri after market). A destra nella foto si vede la busta con il fotoinciso (pre-verniciato!) della Eduard relativo principalmente agli interni, ma è presente anche qualche dettaglio ulteriore (interno radiatore, antenna, maniglie per il canopy, etc.). Il set è stato realizzato in realtà per il (nuovo) modello Airfix ma dovrei riuscire a farlo entrare anche nel vecchio Heller (cosa che poi risulterà più difficile del previsto, ma non impossibile, come si leggerà dopo…). I “pezzi” fotoincisi sono già pre-verniciati; è la prima volta che li utilizzo, quindi speriamo bene. Nella Foto si notano anche delle lavorazioni ulteriori: sulla semiala inferiore è stata effettuata l’asportazione degli alettoni e dei flaps (per quelli più interni ho inserito una striscia di plasticard per colmare il buco). I flaps saranno ricostruiti con plasticard su cui incollerò delle striscioline di plastica a sezione triangolare per simulare le centine.
Dai bordi delle semiali superiori e inferiori sono stati asportati i triangolini di plastica per lasciare lo spazio alle luci di navigazione. Il “lavoro” più impegnativo sarà la realizzazione del vano cannoni, che è iniziato con l’asportazione del relativo pannello (semiala sinistra).
IL LAVORO AVANZA… Nella Foto a sinistra si vedono le semiali in fase di incollaggio. Si notano i due “cannoni” alari che fanno capolino dal vano praticato nella semiala sinistra. I cannoni sono stati autocostruiti con pezzi che provengono dal “magazzino” ricambi, completandoli con elementi sagomati a mano di sprue. Le tre canne dei cannoni mancanti dovranno essere re-incollate a lavorazioni (quasi) ultimate. In verità, avrei già deciso di sostituire tutto con canne in resina “aftermarket”… vedremo più avanti… Le due semifusoliere sono state preparate (asportando parti dello stampo originale) per accogliere il set Eduard di dettaglio interni e il pavimento presente nel kit servirà come base d’appoggio alle fotoincisioni, anche se dovrà essere allungato ancora di un centimetro buono. Le prime prove a secco mi presagiscono un discreto lavoro di adattamento ma era preventivato (il set Eduard è stato realizzato per il nuovo kit Airfix). In tutto sono 40 parti fotoincise (quante e anche più di quelle che compongono un kit completo in 1/72); alcune sono talmente piccole che a stento si vedono e si riescono a maneggiare con le pinzette. Quasi tutti i pezzi sono pre-verniciati; l’unica stranezza è nel colore verde scelto dalla Eduard, che è più tendente al verde pisello più che al verde oliva chiaro della vernice protettiva usata come anticorrosione dalla RAF.
Nell’incollare le ali anche l’ultimo cannone si è rotto… nel frattempo dopo le prove a secco della “gabbia” dell’abitacolo, ho allungato il pavimento con un rettangolo di plasticard per un migliore appoggio. Le prove a secco della “gabbia” con il fondo del pannello strumenti a loro posto mi hanno costretto ad arretrare ulteriormente il pavimento (allungato) e ad asportare l’appoggio per la piastra antiproiettile dietro il seggiolino: lo spazio interno è poco e la “gabbia” è un po’ troppo lunga. Ho dovuto rinunciare allo sportello di accesso aperto perché è impossibile (almeno per me) ricavare l’analogo vano nella pannellatura in fotoincisione (rischio di dover buttare tutto) e quindi ho dovuto ricostruire lo sportello che avevo asportato con un pezzo di plasticard sagomato. Peccato… Dopo aver scattato la foto, mi sono reso conto che la “gabbia” è troppo indietro e ho deciso di asportare un pezzettino minuscolo di fotoincisione per “incastrare” la gabbia sotto il pannello strumenti (non ancora montato) e guadagnare forse un paio di millimetri in avanti per un posizionamento più realistico. A proposito del pannello strumenti: la Eduard ha fatto un piccolo capolavoro, irraggiungibile per me se l’avessi dovuto autocostruire; peccato che a fusoliera montata si vedrà ben poco (lo Spitfire insegna…). Basandomi su una foto (a colori) di un Hurricane conservato in un museo, ho ripassato qualche strumento con il rosso, il giallo e il verde, completando con una goccia di trasparente lucido per simulare il vetro. Capitoli a parte sono la bussola, posizionata sotto il pannello, che ha richiesto l’autocostruzione di un cilindro di meno di 1 mm di spessore e circa 1,5 mm di diametro e il collimatore, per il quale l’assemblaggio e l’incollaggio sono più difficili che vincere un terno al lotto… Manca ancora il vetro del collimatore, che deve essere incollato su due supporti di dimensioni infinitesime. Mi sa che dovrò ammaestrare una formica… Sulla semifusoliera sinistra ho incollato la paratia dal kit Eduard e, asportate le due striscioline di fotoinciso, riprovo il posizionamento a secco della gabbia: è ok e si può procedere con l’altra paratia.
Arrivati a questo punto, decido di posizionare la piastra dietro la schiena del pilota e il seggiolino (ancora da completare) dopo aver incollato le semifusoliere; le cinture di sicurezza (in tutto sono composte da 6 pezzi distinti) vanno inserite nell’apposita fessura della piastra, che quindi incollerò a fusoliera chiusa per poi completare con il sedile. Le prove a secco delle fusoliere fanno presagire un discreto lavoro di rifinitura delle giunzioni, ma a questi “inconvenienti” sono ormai abituato. Nelle Foto sotto si (intra)vedono anche le luci di posizione (verde e rossa) sulle estremità alari, realizzate asportando lo styrene e sostituendo le parti mancanti con due pezzettini di sprue trasparente, modellati con il tagliabalsa, la limetta e la carta abrasiva bagnata. Il colore è un mix di tempera e acrilico trasparente lucido, per conservare il più possibile la trasparenza della plastica che simula il vetro. Si tratta ovviamente di una prova per vedere “l’effetto che fa”: le luci di posizione dovranno essere riverniciate/ritoccate a mimetizzazione ultimata.
Sono arrivate le ali. Nonostante i diversi spessori di plasticard pre-posizionati per ridurre i “solchi” tra fusoliera e ali, si preannuncia un discreto lavoro di pareggiamento delle superfici, soprattutto in corrispondenza dei bordi d’attacco e d’uscita, da colmare con vari strati di cianacrilato. La situazione complessivamente è meno critica di quella dello Spitfire, ma l’intervento più massiccio sarà l’eliminazione di un vero e proprio scalino nella giunzione anteriore inferiore tra fusoliera e ali. Il rischio è di portarsi via il dettaglio superficiale…
Notare le due “narici” che fanno bella mostra di sé sul cofano anteriore: sono stati ricostruite con due pezzettini di sprue, poiché gli originali, sottodimensionati, erano letteralmente scomparsi sotto i colpi della carta abrasiva, utilizzata per pareggiare l’accoppiamento tra le due semifusoliere. Sono stati aggiunti anche i timoni di profondità: adesso che il modello comincia ad avere l’aspetto di un Hurricane, è il momento di dedicarsi ad altri “pezzi”: il radiatore ventrale. Ho utilizzato le due parti in fotoincisione per realizzare le prese d’aria anteriore e posteriore, nel kit assenti (c’è solo un parallelepipedo di plastica che simula la struttura interna). Eliminando il corrispondente quadratino di styrene, ho posizionato anche il pannello mobile sul bordo d’uscita. Il montaggio e l’allineamento finale è risultato alquanto problematico, perché i due semigusci del radiatore combaciano a stento e ho dovuto anche inserire dei pezzetti di sprue stirato in corrispondenza dei due profili d’uscita che devono essere incollati sotto le ali (più indietro di quasi tre millimetri rispetto alla “guida” di montaggio presente sulla "pancia", perché una prova a secco lasciava una discreta “luce” che andava colmata. La presa d’aria del carburatore sotto la capote motore, di forma errata nel kit Heller, è stata ricavata dal vecchio Airfix Hurricane, che almeno è servito come “magazzino pezzi”…
La mimetica: Night Fighter
Tutti gli Hurricane Night Fighter avevano due paratie parafiamma in fusoliera, davanti al parabrezza, in corrispondenza degli scarichi, per evitare che il pilota, durante le missioni notturne, fosse abbagliato dai ritorni di fiamma provenienti dagli scarichi. Il kit Heller fornisce i due pezzi che dovrebbero rappresentare le paratie parafiamma, ma dal riscontro con le fotografie risultano corti e troppo spessi e quindi sono stati sostituiti con due rettangolini di plasticard di 0,25 mm di spessore. Nelle foto seguenti due proposte di mimetica da Caccia Notturno. Io ho scelto quella dell’87° Squadron, ma con lo schema a tre colori: superfici superiori in Ocean Grey e Dark Green e superiori inferiori in nero (Special Night).
Come l’originale in foto, l’Hurricane ha ricevuto il nero delle superfici inferiori. Si tratta di un colore acrilico, un Puravest, disponibile come satinato, ma non è stato un problema perché, ben diluito (con il suo diluente specifico), si stende abbastanza bene con l’aerografo a bassa pressione. Dopo un paio di mani sempre diluite mi sono ritenuto soddisfatto e l’ho messo ad asciugare. Per un’asciugatura uniforme e più rapida sono ricorso a una stufetta al quarzo al minimo della potenza e a debita distanza per non rischiare di deformare o peggio fondere lo styrene. Nella Foto si notano i pozzetti carrelli e i flap di colore alluminio che erano stati dipinti e mascherati in precedenza. Si vede il nero, steso (a pennello) anche sulle superfici superiori; servirà come fondo alla mimetizzazione e fuoriuscirà (come dal vero) soprattutto dai bordi d’attacco alare e dai timoni di coda. Si può quindi passare alla verniciatura delle superfici superiori e alle decals. Dopo aver disegnato le bande con una matita morbida, ho dato una bella spennellata di Maskol per la prima mano di smalto Humbrol.
Nella Foto a destra è ripreso l’Hurricane praticamente finito; sono stati aggiunti:
lo specchietto retrovisore (in fotoincisione);
Il canopy in posizione aperta;
Il carrello, le ruote e il ruotino posteriore. Le ruote in realtà NON sono quelle del kit Heller (pessime) ma sono state “prelevate” dal vecchio kit Airfix. Mi ero procurato un paio di ruote in resina “aftermarket”, ma ho scoperto con disappunto che erano gonfiate al doppio della pressione nominale (hanno un diametro eccessivo) e non le ho potute utilizzare;
i 4 cannoncini in resina della Quickboost; l’antenna, autocostruita con un triangolino di plasticard da 0,25: la forma dell’antenna, visibile nella foto che ritrae l’”originale” ha una forma “a punta” diversa da quella standard
Gli altri dettagli non visibili li rivelerò dopo…
L'AMBIENTAZIONE
A Natale scorso avevo acquistato per soli 3 € in tutto una “basetta” in masonite per il Presepe e una cornice 15x20 cm. Ho ritagliato la basetta a misura per farla entrare nella cornice, eliminato il vetro et voilà! ecco l’Hurricane in campagna… nel frattempo è arrivata anche l’elica (senza lo spinner). Devo solo aggiungere come personale di terra i “gloriosi” Airfix in plastica morbida (Raf Personnel) che fanno il “tagliando” all’Hurricane e avrei finito… Ecco la “famigliola” Airfix immortalata in una foto di gruppo. I figurini in questione risalgono ai primi anni Settanta, e uscirono in scatole (serie 1) di cartoncino sottile, in compagnia dell’USAF Personnel e del Luftwaffe Personnel. I due avieri in styrene bianco provengono invece dalla scatola del Raf Refuelling Set, stesso periodo, che è ancora da montare. Alcuni figurini sono già stati separati dalla basetta e dipinti parzialmente. Lo starter a batteria (dal set Raf Personnel) ha ricevuto una nuova staffa di trasporto, perché quella proposta dall’Airfix era di pura fantasia.
Le ruote dello starter sono state forate come da originale e devo aggiungere il "robusto" cavo elettrico che serviva per l'avviamento.
Sono riuscito a finire l'Hurricane! Sotto trovate alcune foto del "dioramino". I vecchi figurini in plastica morbida del Raf Personnel (e aggregati) fanno una discreta figura... Compreso il pilota che fa il "ganzo" con l'ausiliaria mentre i "tecnici" si danno da fare... Notare anche i flap abbassati (hand made...).
Adesso tocca al MUSTANG!!!