Che cosa c'entra la struttura geodetica con la Bomba per distruggere le Dighe?
Il Lancaster, fin dalla sua entrata in servizio nel Bomber Command R.A.F nel dicembre del 1941, costituì la "spina dorsale" della forza aerea da bombardamento contro la Germania, totalizzando 156.000 missioni.
Nel 1942 l'ingegnere britannico Barnes Neville Wallis, già noto per essere il progettista del Vickers Wellesley e del Vickers Wellington, entrambi realizzati con la struttura geodetica, fu incaricato di progettare una bomba che potesse essere lanciata contro le dighe della Ruhr, che rifornivano di elettricità le fabbriche tedesche per la produzione di materiale bellico di quella regione. I siluri non potevano essere utilizzati, perché le dighe erano protette da apposite reti; neppure si potevano lanciare le bombe convenzionali, perché quando arrivavano sull'acqua affondavano e la loro esplosione non era sufficiente a distruggere la diga. Wallis escogitò quindi una bomba speciale, prima di forma sferica e poi di forma cilindrica, alla quale prima del lancio veniva impresso un moto di rotazione che le consentiva di rotolare sull'acqua e di esplodere in prossimità della diga: era nata così la "bouncing bomb", ovvero la bomba rimbalzante. Successivamente la rotazione fu modificata in modo di essere contraria alla direzione del moto orizzontale; in tale condizione, la bomba planava più stabilmente e si poteva raggiungere più efficacemente il bersaglio. La circostanza nella quale furono adoperate queste bombe speciali fu l'Operazione Chastise - Castigo ed ebbe luogo il 17 maggio 1943. Furono bombardate e distrutte la diga del Mohne, quelle dell'Eder, dell'Ennepe e del Sorpe; per effetto delle inondazioni furono allagati i paesi a valle e le fabbriche, con grandi perdite anche tra i civili inermi (oltre 2.000 morti).
Complessivamente, l'Operazione Chastise fu un successo, ma a costo di considerevoli perdite (oltre a quelle civili già citate): 8 aerei su 19 non tornarono e perirono 53 avieri esperti mentre altri 3 furono fatti prigionieri.
I distruttori di Dighe nel Modellismo in plastica
Il Lancaster nella versione Dambuster non è stato un soggetto modellistico che nel passato ha riscosso particolare successo. Ai miei tempi (parliamo di trenta e più anni fa), l'unica proposta in circolazione era marcata Revell. Il kit, realizzato con uno styrene di colore nero e di consistenza vetrosa, era uscito nel 1971 ma lo stampo originario (il Lancaster Mk I) risaliva al 1965. Rivisto oggi, mostra tutti i suoi anni: rivettatura pesante, imprecisione negli accoppiamenti, trasparenti spessi come vetri antiproiettile, interni inesistenti.
Nella foto di sinistra è visibile la Box Cover della vecchia scatola Revell dedicata al Distruttore di Dighe. Il kit è stato per oltre vent'anni l'unica realizzazione disponibile sul mercato modellistico, con tutti i suoi limiti su descritti. Il risultato finale era appena sufficiente allora e oggi sarebbe improponibile a qualunque modellista con qualche anno di esperienza sulle spalle. Nelle altre foto appare il discreto Lancaster Matchbox e il Lancaster, prima nella scatola Series 5 primi anni '70 (ma gli stampi risalivano al 1958) e poi nella versione "intermedia" realizzata nel 1980 (elevandolo alle Series 8) e riconoscibile dalla scritta "New" sulla scatola.
I Lancaster "Middle Age" Matchbox e Airfix
Nel 1979 la purtroppo scomparsa divisione kit in plastica della Matchbox realizzò una discreta riproduzione del Lancaster, di cui sono visibili sopra la foto della cover e degli sprue nei "classici" tre colori. Rispetto agli stampi Revell e Airfix, più vecchi di oltre un decennio, il nuovo kit era sicuramente migliore e tra i suoi principali pregi aveva la facilità di montaggio e una discreta fedeltà riproduttiva. Il dettaglio non era particolarmente ricco ma, una volta montato e verniciato, nessuno avrebbe potuto criticare il risultato finale.
Forse stimolata dalla Matchbox, nel 1980 l'Airfix si decise a rinverdire il suo vecchio Lancaster, risalente al 1958, con un nuovo kit che, nonostante le pannellature e i rivetti ancora a rilievo, costituiva un notevole passo avanti rispetto al suo vetusto antenato. Bisogna però attendere fino al 1993 perchè l'Airfix decida di realizzare, partendo dal kit di dodici anni prima, la versione dotata della bomba rimbalzante. Personalmente ebbi l'occasione di dargli solo un'occhiata, ma non mi decisi ad acquistarlo allora quindi ne conservo un ricordo molto sfuocato, anche se era indubbiamente un kit interessante e tutt'ora valido (a meno delle pannellature in rilievo e di altri dettagli non più attuali).
Il Lancaster Hasegawa
Nel 2005, quindi più di un decennio fa, la Casa del Sol Levante propose la sua interpretazione del bombardiere quadrimotore della RAF. Rispetto ai suoi predecessori, il salto di qualità appare subito evidente, anche se non si tratta di un modello perfetto. Gli interni sono piuttosto poveri e devono essere arricchiti (per esempio con l'ottimo foglio in fotoincisioni a colori della Eduard). Un'altra parte che richiede attenzione sono le gondole motori, che non si incastrano perfettamente con le ali e non mi convincono particolarmente con la loro forma. Anche la torretta posteriore richiede un aggiustamento perché possa collocarsi correttamente nel suo alloggiamento. Le decal sono per due versioni. Altro punto a sfavore: il prezzo elevato, come è costume di questo produttore con gli occhi a mandorla.
Nella foto sopra è visibile la Box Cover della scatola Hasegawa dedicata al Lancaster in versione DamBuster. Si tratta di un kit di buon livello, con qualche particolare migliorabile. Lo svantaggio maggiore è nel costo che è molto vicino ai 60 euro, all'incirca il doppio del dell'ottimo kit Airfix e quasi il triplo del kit Revell, di cui forniremo una descrizione più avanti.
I Lancaster Airfix "New Mould"
Nel 2013/2014 l'Airfix ha realizzato la terza release del kit del famoso Bombardiere, proponendo ben tre versioni distinte: la B.I/III, la B. II con i motori radiali Hercules e naturalmente la DamBuster. A mio parere, a confronto con Hasegawa e Revell, le proposte Airfix risultano essere le prime sul podio, anche perché forniscono un ampia varietà di scelta, in aggiunta a un dettaglio interno ed esterno di ottimo livello e a una notevole accuratezza di forme, grazie ai loro 236/239 pezzi. Ovviamente si tratta di modelli di complessità elevata (il B.I/III è offerto nella serie 8 (A08013) a un costo intorno ai 34 €, quindi con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Nella stessa serie 8 (A08001) si trova il B.II con i motori radiali (e 239 pezzi) mentre il Dambuster è addirittura nella serie 9 (A09007), quindi a un prezzo superiore ma offre anche il carrellino porta bomba (con 239 pezzi in tutto).
I Lancaster Revell "New Mould"
Nel 2007 la Revell ha inserito a Catalogo nella scala 1/72 la scatola dedicata al Lancaster B.I/B.III (che non è, al momento in cui scrivo (settembre 2017), disponibile sul sito revell.com e una nel 2009 per il B.III Dambuster.
Il confronto con i disegni in scala testimonia una rimarchevole accuratezza delle dimensioni principali del kit, di notevole complessità costruttiva per i suoi 244 pezzi di styrene grigio e i 34 pezzi trasparenti. Come scrivevo sopra, le ruote non sono molto fedeli (ma sono disponibili aftermarket in resina) e le armi sono riprodotte alquanto grossolanamente (ma è disponibile un set della QuickBoost).
Un altro punto che richiede particolare attenzione è il corretto diedro alare: le ali sono adeguatamente sostenute da due rinforzi che devono essere incollati sul lungo pavimento dell'abitacolo ma le istruzioni non forniscono alcuna indicazione di aiuto per questa delicata fase. Il vano bombe è ben dettagliato ed è possibile mostrarlo aperto ma non sono presenti bombe. Potrebbe essere molto utile per un diorama disporre del nuovo set Airfix Bomber re-supply (tra l'altro recensito anche su questo sito: clicca qui). Nel kit del Lancaster sono presenti anche due riproduzioni dei motori Merlin (da montare nelle gondole interne) che possono essere resi visibili con una operazione chirurgica (non particolarmente complessa) di asportazione delle paratie laterali.
Dal kit di cui sopra, la Revell ha ricavato due anni dopo quello del Dambuster. Le principali differenze, oltre al colore degli stampi (nero invece che grigio, come nel vecchio kit), sono la copertura del vano bombe con apposita paratia e la "bouncing bomb".
Il meccanismo di rotazione non è riprodotto con elevato dettaglio ma, data la scala, la resa finale si può considerare accettabile. Nonostante la dovizia di particolari e di pezzi, la Revell non ha pensato di rendere mobili le superfici alari: alettoni, flap e timoni sono solidali con le ali e le relativi parti fisse. I carrelli, eccezion fatta per le ruote di dimensioni e disegno errato, sono ben riprodotti, così come gli interni. I trasparenti, composti da ben 34 pezzi, sono limpidi e particolarmente "trasparenti". Nel complesso quindi un kit di elevato livello, disponibile a un prezzo decisamente concorrenziale: è disponibile su Amazon a circa 35 € spese di spedizione incluse quindi con un ottimo rapporto qualità/prezzo (l'Hasegawa costa di più: 56,90 €).