ITALERI MACCHI CASTOLDI Mc. 202
scala 1/72 rif. 1222
Un po' di storia (modellistica).
Come è ormai consuetudine, prima di entrare "nel vivo" della realizzazione del modello su indicato, farò una (veloce) disamina delle riproduzioni in scala di uno dei nostri migliori caccia della Seconda Guerra Mondiale, che abbracciano l'arco di oltre cinquant'anni. Anzi, per dirla tutta, al momento in cui scrivo (2018), sono per la precisione cinquantacinque: risale al 1963 la realizzazione del primo stampo in scala 1/72 dedicato al Mc 202 ad opera della scomparsa ditta inglese Frog, che, insieme all'Airfix, ha accompagnato gli anni della mia "crescita" modellistica.
Partiamo quindi dalla...
SCALA 1/72
FROG.
Oggi questo kit è quasi introvabile, anche se per qualche tempo è stato anche commercializzato con il marchio Matchbox/Revell. La "prima release" era nel “classico” blister trasparente (usato anche dall'Airfix di allora), dove un cartoncino ripiegato e pinzato chiudeva la busta, forniva un'illustrazione del modello finito e, sul lato interno, conteneva le istruzioni per il montaggio e la posa delle (scarse e scarne) decal. La colorazione era A.S. (Africa Settentrionale): fondo Nocciola Chiaro 4 e macchie Verde Mimetico. Le decal erano ridotte all’osso: fasci alari e croce sabauda sul timone di coda. Talvolta era presente anche il piedistallo in plastica trasparente. Successivamente Il kit fu riproposto nella scatola in cartoncino bianco con varie grafiche ma la "nuova" colorazione proposta (a schema mimetico di verdi) era totalmente fantasiosa. Il Macchi 202 FROG era composto da poco più di 30 pezzi, con gli alettoni e i timoni orizzontali in pezzi separati. Il montaggio delle ali era un po’ difficoltoso per la scelta di suddividere in tre pezzi (invece che nei consueti due) le semiali inferiori. Gli interni erano costituiti da un seggiolino di forma squadrata e da un pilotino. Il tettuccio trasparente era in un singolo pezzo. Complessivamente le forme del 202 erano sufficientemente riprodotte, con gli errori più evidenti nella parte posteriore dell’abitacolo e nella zona carrelli. Altre parti da migliorare erano la presa d’aria sul cofano motore, il radiatore sotto l’ala, le gambe carrello, gli scarichi motore un po’ approssimativi e l’elica troppo sottile. Il dettaglio superficiale, in positivo, era molto leggero e ben fatto. Tenendo conto che lo stampo ha più di 50 anni e che allora era fatto tutto “a mano”, con un po’ di lavoro ancora oggi sarebbe una buona riproduzione del Folgore.
Il Macchi Mc 202 FROG nei due "imballaggi" più comuni e noti; blister trasparente e scatola di cartoncino bianco (quest'ultima con una illustrazione di fantasia per la colorazione). Il kit è stato anche commercializzato con il marchio Matchbox/Revell negli anni '90.
Il contenuto del kit FROG dedicato al Macchi Mc 202. poco più di 30 pezzi, decal all'osso, ma in complesso una più che discreta riproduzione (di più di cinquant'anni fa!)
SUPERMODEL
Per un modellista negli “anta” come me, appassionato di Aeronautica Militare Italiana della Seconda Guerra Mondiale, dire Macchi MC 202 fa subito pensare a un nome glorioso, tutto italiano, del modellismo anni ’70 – ’80: SUPERMODEL.
Foto a sinistra: la scatola in cartoncino bianco Supermodel che riporta la data 1973 sotto l'illustrazione di un 202 del Cavallino Rampante (4° Stormo). Nelle altre foto è visibile il contenuto chiuso in una busta trasparente termosigillata, con le due stampate di styrene grigio e quella trasparente, che forniva la basetta e il canopy in due pezzi (parabrezza e elemento centrale ribaltabile lateralmente), la cover delle istruzioni e il foglio decal a "trasferibili".
Come qualcuno di voi (l’affezionato lettore di Manzoniana memoria) avrà avuto occasione di leggere nella recensione del Reggiane Re 2002 della Sword, la Supermodel nasce da un vaffa… tra gli allora fondatori dell’ALIPLAST, poi diventata ITALAERI (oggi ITALERI). Il primo risultato di quella scissione fu un FIAT G 55 (stampo del 1962), riproposto dall’Italeri per il 50-nario (2012). Negli anni successivi la Supermodel realizzò diversi stampi dedicati agli aerei italiani della Seconda Guerra Mondiale; oltre al G. 55, proposto anche in versione silurante (che rimase allo stadio di prototipo in unico esemplare), si potevano trovare, nella linea “Caccia”: Fiat Cr 32, Macchi Mc 202, Macchi Mc 205, Reggiane Re 2000, Reggiane Re 2001 e Reggiane Re 2002. Nella linea Bombardieri/idrovolanti: Cant Z 1007 (monoderiva e bideriva), Cant Z 506 e Savoia Marchetti SM 81. Per più di cinque lustri le uniche riproduzioni di caccia italiani sono rimaste confinate ai kit Supermodel e Italeri. Poi sono arrivate le proposte Hasegawa (Macchi 202 e 205), Italeri (Macchi 202 e 205, Fiat CR 32, CR 42 e Reggiane Re 2000), Sword (Reggiane Re 2000, 2001, 2002, 2005), Pavla (Fiat CR 42) e Special Hobby (Fiat G. 50, Macchi C. 200, Imam Ro. 57, Fiat CR 25, Reggiane Re 2000 e 2003 in scala 1/72, poi Imam Ro. 57, il Breda Ba 65, il Macchi 200, Fiat G. 55 in scala 1/48); addirittura un Fiat G 50 e 2 Mc 202 in scala 1/32!
Torniamo al kit Supermodel: il kit risale al 1973; i pezzi sono ben stampati, senza troppe sbavature e ritiri. Il dettaglio superficiale è ovviamente in positivo, ma con un po' di pazienza e attenzione si possono re-incidere le pannellature, usando come "master" i disegni in scala (1/48 e 1/72) del n° 22 della Collana Ali d'Italia realizzati da Angelo Brioschi (qualcuno ha però espresso dubbi sulla loro precisione). Ad ogni modo, la bibliografia esistente sul Folgore è piuttosto ricca (è reperibile anche un ottimo "in action" della Squadron Signal). Basta fare un giro su internet per trovare diversi testi, molto interessanti e utili.
Il kit Supermodel riserva diverse sorprese, alcune piacevoli e altre meno; per esempio, le decal sono realizzate con il sistema dei trasferibili. In teoria, dovrebbero essere migliori di quelle su film trasparente: sono più sottili, la qualità della stampa è superiore e non hanno il problema del bordo o del fondo trasparente che tende a ingiallire. Il rovescio della medaglia è che il posizionamento dei trasferibili si effettua in "negativo": dopo aver ritagliato preventivamente la decal da incollare, bisogna "ricopiare" con una punta di matita morbida smussata (pena la foratura) il disegno dalla parte opposta del supporto. L'operazione, ben nota a chi come me all'università si "divertiva" a completare i disegni su lucido con le scritte a trasferibili, non ammette però il minimo errore o esitazione: una volta collocata la decal, non si può più riposizionare e, se si sono formate grinze, non c'è possibilità di spianarle. Anche il cruscotto strumenti è realizzato con un trasferibile. Un'altra sorpresa è fornita dalle ruote del carrello principale, realizzate in vinile morbido per riprodurre lo pneumatico. In realtà, alla fine è più un fastidio che un beneficio: la gomma presenta una antiestetica sbavatura al centro del battistrada che non è agevole eliminare (il volumetto della Fabbri dedicato alla costruzione degli aerei in plastica edito nel lontano 1978 consigliava di passare la gomma sopra una lampadina accesa). E' inoltre impossibile, per la scarsa elasticità del vinile, realizzare l'effetto peso (a meno di un taglio netto di una "fetta" di vinile). Il colore nero lucido da pneumatico d'auto nuovo di fabbrica è infine poco realistico.
Un'altra "chicca" offerta dal Supermodel è la possibilità di realizzare l'unico prototipo del 202 con radiatore "a barba", del tipo utilizzato dalla britannica Hawker per i suoi Typhoon e Tempest (vedi foto sotto).
Gli interni sono abbastanza dettagliati (per l'epoca): un seggiolino non male, un (inutile) pilota, una cloche e il cruscotto strumenti (da completare appunto con il trasferibile fornito nel kit). Il tettuccio è in due pezzi, quindi è possibile montarlo aperto. Il kit fornisce inoltre i due filtri per il motore, quello continentale cilindrico (come nella foto sotto) e quello antisabbia per la versione A.S. (Africa Settentrionale).
Foto a destra: close up dell'unico prototipo del Macchi Castoldi 202 con radiatore sotto il motore (a barba). A differenza dei caccia britannici Typhoon e Tempest che adottarono questa collocazione per il radiatore dell'acqua al posto del radiatore "a cassone" ventrale, è innegabile che sul 202 non ci "azzeccava" proprio. Le linee e (le dimensioni) del caccia italiano non erano stilisticamente (e aerodinamicamente) compatibili con questa soluzione che quindi fu abbandonata.
Confrontando le semifusoliere e le ali del kit con i disegni di Brioschi e con le foto, si nota subito che qualcosa non va nel modello Supermodel: L'abitacolo è troppo spostato in avanti, la "gobba" anticappottatura e l'antenna sono da ridimensionare. L’ala ha una forma errata e con uno spessore eccessivo, quindi bisogna assottigliarla un bel po’. Per correggere questi errori si rischia di alterare le dimensioni generali, quindi mi sentirei di sconsigliarlo in generale, se non al modellista VERAMENTE esperto, a suo agio con seghetto e cutter.
HASEGAWA
La famosa (e costosa) ditta giapponese ha realizzato nel 1993 ben quattro stampi dedicati ai caccia Macchi: un Folgore (Serie II) e un Veltro (Serie III) in scala 1/72 e un Folgore e un Veltro in scala 1/48. Rispetto ai kit Supermodel (in 1/72) i kit del Sol Levante sono un bel passo in avanti, anche se non del tutto esenti da critiche. I kit in scala 1/72 sono abbastanza semplici e le stampate sono pulite e senza difetti. La fusoliera è stampata con il cofano motore separato, come se si volesse mostrare il motore (che però non è presente nel kit). Qualche perplessità è generata dall'ala del 202, che è identica a quella presente nel kit del 205 (idem per le proposte nella scala 1/48). Nella realtà le ali del 202 e del 205 erano diverse (e per il 205 c'erano differenze anche tra la II e la III serie), ma bisogna anche dire che molti dei 205 che hanno preso il volo allora erano 202 "upgraded" (ovvero realizzati partendo da una cellula di 202 con il nuovo motore DB 605) e quindi è difficile esprimere un giudizio di merito che sia definitivo. I "plus" sono sicuramente le linee precise, le pannellature incise e il buon dettaglio superficiale. Gli interni sono sufficientemente curati ma manca del tutto il dettaglio sulle pareti interne e il cruscotto è una decal (esistono varie proposte in fotoincisione e resina aftemarket per divertirsi nel superdettaglio). Gli accoppiamenti non sono proprio "al raggio laser" e richiedono qualche (piccolo) intervento a base di cianacrilato o stucco. Dalla Hasegawa (soprattutto oggi) ci si potrebbe aspettare qualche cosa in più, ma è innegabile che sia un buon kit di partenza dal risultato (quasi) garantito. A partire dall'uscita del 1993, la Ditta giapponese ha proposto complessivamente 6 scatole dedicate al 202, tra le quali quella con le insegne della 91a Squadriglia "Francesco Baracca", di cui diremo che le decal (realizzate dalla italiana Cartograf) sono ben stampate ma mi sembrano "strane". Infatti, sul foglio decal i numeri individuali non sono uguali tra destra e sinistra. Si possono utilizzare altre decal "aftermarket", ma attenzione però al fatto che il kit consente SOLO la riproduzione di esemplari di Folgore dotati di filtro antisabbia, l'unico fornito nel kit. Un'altra cosa che non mi piace è la realizzazione asimmetrica delle fusoliere, che lascia il timone verticale tutto da un lato con una separazione troppo netta dal lato destro.
Foto sopra: la "cover" del kit Hasegawa dedicato al Macchi Mc 202 "Francesco Baracca". Nelle foto a destra il contenuto del kit e l'ottimo ma "strano" foglio decal della Cartograf.
Prima di parlare dell'Italeri continuamo la trattazione dei kit dedicati al Folgore, anche nelle scale superiori.
ARTIPLAST 1/50
Il kit in questione risale ai primi anni sessanta e fu una creazione del Fondatore Giorgio Benvegnu della Ditta veneta Artiplast di Chirignago (Ve), al pari dei coetanei Fiat CR 42 "Falco", Fiat G. 55 "Centauro", Reggiane Re 2000 e vari altri (vedi foto del catalogo sotto a sinistra). I modelli, realizzati in una plastica piuttosto vetrosa, erano molto semplici (il Macchi 202 contava circa 20 pezzi) e il risultato finale era mediocre, ma c'erano solo quelli... Alla morte del patron negli anni '80 gli stampi furono ceduti alla russa SMER che ne continuò la produzione per qualche anno (ma non del Macchi 202 di cui si erano persi gli stampi).
Oggi sono interessanti solo a titolo storico/per collezionismo.
Foto a sinistra: il "ricco" catalogo Artiplast degli anni '70 (scala 1/50) di aerei italiani della 1a e 2a Guerra Mondiale e Contemporanei (di allora).
Foto a destra: la cover della scatola e lo scarno contenuto del kit del Folgore della Artiplast.
TAURO MODEL
Nei primi anni '80 un gruppo di appassionati di modellismo torinesi fondò la Tauro Model con propositi molto ambiziosi: realizzare i migliori kit in plastica disponibili sul mercato. L'obiettivo, molto sfidante, perché le tecnologie CAD/CAM di progettazione erano ancora agli albori e molto doveva essere fatto ancora a mano, fu (parzialmente) raggiunto. Nel 1981 uscì il primo kit in scala 1/35 dello STURMPANZERWAGEN A7V, un carro armato tedesco della Prima Guerra Mondiale, che riscosse in quell'anno dalla rivista tedesca "Model Fan" il premio di "MODELLO DELL' ANNO". Si tratta (uso l'indicativo presente perché è reperibile ancora oggi) di un kit realizzato con cura maniacale, composto da 416 parti in plastica su tre sprue, di un set di maglie in polietilene per i cingoli, una busta con le molle per le sospensioni e i perni per unire le maglie dei cingoli e un foglio decal.
La mia unica esperienza nel "settore" dei mezzi corazzati si esaurì (presto) nell'aver assemblato e verniciato - non con lusinghieri risultati - i kit in scala 1/35 allegati alla Enciclopedia Storia dei Mezzi Corazzati della Fabbri Editori della fine degli anni '70 (1976 ->). La monumentale opera in 90 fascicoli per 6 Volumi, non più emulata in tempi recenti, al pari della Storia dell'Aviazione (sempre Fabbri) uscita qualche anno prima, allegava ai fascicoli diversi kit, riproduzioni in scala 1/35 di carri armati famosi (realizzati quasi tutti dall'allora Italaeri poi diventata come è noto Italeri). Ricordo un kit in particolare dedicato al carro inglese Churchill con il cannone "corto" il cui realizzatore dello stampo, piuttosto grossolano, è rimasto tutt'ora misterioso... L'opera non è più in mio possesso (la vendetti a un amico modellista a differenza di me appassionato di mezzi militari terrestri) e rimangono pochissime vestigia di quel lontano passato: uno Sherman montato e verniciato in un (troppo) bianco mimetico e un Ansaldo semovente 75/18 Italeri ancora da montare. Oltre all'A7V, la Tauro Model realizzò (gli unici) due kit aeronautici in plastica in scala 1/48, uno dedicato al Folgore e uno al Veltro.
Foto a sinistra: il "ricco" kit in scala 1/35 del carro tedesco A7V della 1a Guerra Mondiale (416 parti in plastica, cingoli, molle e perni)
Foto a destra: cover, scatola e contenuto del kit del Folgore in scala 1/48 (il foglio decal è riprodotto solo parzialmente).
I kit del Macchi 202 e del 205, sostanzialmente identici, sono composti da 120 pezzi in plastica, con pannellature incise e comprendono gli interni dettagliati e una riproduzione del motore DB 601/Alfa Romeo RC 1000 (DB 605/Alfa Romeo RC 1040). A distanza di trent'anni, l'ingegnerizzazione del modello mostra i suoi limiti: le parti non sono stampate perfettamente e gli accoppiamenti non combaciano sempre. Le decal realizzate dalla stessa TauroModel sono buone (tenendo conto anche della scala maggiore) e consentono una ricca scelta tra ben 10 versioni (Regia Aeronautica o Cobelligerante). Separatamente sono disponibili le decal per la versione Luftwaffe. Oggi come allora il Folgore e il Veltro sono kit complessi da realizzare e richiedono molta esperienza e tenacia, oltre a una buona dose di pazienza. C'è da aggiungere che allora, tranne rarissime eccezioni dal Sol Levante, NESSUN kit in quella scala poteva competere per dettaglio e abbondanza di pezzi con il Tauro Model. Oggi, con le tecniche di progettazione al computer e quelle di stampa al laser, sarebbe tutto un altro discorso. Dal 25/01/2008 la società Tauro Model è sciolta; tutto è confluito sotto la ditta Pronto Model che da Marzo 2008 distribuisce i prodotti Tauro Model sotto la denominazione di Tauro Model Line.
HASEGAWA 1/48
Contemporaneamente alle proposte in scala 1/72, la Ditta con i dipendenti dagli occhi a mandorla fece uscire nel 1994 anche le scatole in scala 1/48 del Folgore e del Veltro. Negli anni successivi i kit sono stati aggiornati, ma mi risulta solo nella proposta di colorazioni e decal. Io ho la versione del 1994 (del Folgore) e mi limiterò a descrivere quello che conosco. Per quanto riguarda il kit del Veltro, è proposto adesso nella Serie III con i cannoni Mauser da 20 mm nelle ali (il kit precedente era un Serie I con le Breda alari da 7,7 mm). Il nuovo stampo, sulle semiali inferiori, conserva però ancora i fori di espulsione per i bossoli da 7,7. Nella realtà, molti 205 che montavano i Mauser, non avevano i fori: il rame con cui erano fabbricati i bossoli per i proiettili da 20 mm era talmente prezioso (per la cronica scarsità di materie prime, ancora più acuita dalle difficoltà di un conflitto ormai perso) che, invece di essere espulso, era raccolto in appositi contenitori per essere riutilizzato.
Il kit contiene 7 sprue con circa 75 parti in plastica grigia in un sacchetto e 1 sprue di trasparenti con 4 parti; in un altro blister si trovano le decal. I pezzi sono ben stampati, senza flash e con pannellature dalle linee sottili e dettaglio eccellente in generale (in perfetto stile Hasegawa). Messa così, verrebbe da dire che si tratta del Folgore perfetto in questa scala ma, a un esame più attento, si notano i segni dell'estrattore, sia a rilievo che incassati. Alcuni sono in luoghi scomodi, come sui poggiapiedi, sul pavimento della cabina di guida e sui portelli del carrello di atterraggio, ma la maggior parte sarà - per fortuna - nascosto durante il montaggio. Le istruzioni sono riportate nella "tipica" pagina ripiegata 4 volte e sono divise in 9 step. La verniciatura riporta i colori Gunze Sangyo acrilici e i Mr Color. Le livree sono per due aerei, 150° e 153° Gruppo. Le Decal sono stampate dalla italiana Cartograf e hanno un aspetto gradevole.
Gli interni prevedono le pareti e un pavimento di cabina di guida con discreto dettaglio di leve e comandi. Le istruzioni non forniscono indicazioni sul colore, che dovrebbe essere il Grigio Azzurro Chiaro, secondo le indicazioni della Tabella Colori del 1941 che però divenne operativa alla fine di quell'anno. Inoltre, data la scarsità di rifornimenti, poteva essere utilizzato anche il Verde Anticorrosione ancora a disposizione. Il cruscotto ha gli strumenti in rilievo e può essere verniciato e dettagliato o ci si può accontentare utilizzando le decal fornite nel kit. Come scritto sopra, bisogna fare i conti con i segni di estrattore che dovranno essere rimossi dal poggiapiede sul fondo del pozzetto. Sono disponibili in alternativa diversi kit aftermarket (anche in metallo bianco per il motore) e quindi si può optare per queste soluzioni se si ricerca un maggiore dettaglio. Le due metà della fusoliera aderiscono bene ma l'ingegnerizzazione del kit, identica a quella della scala più piccola, richiede un po' più di attenzione nella parte anteriore (il cofano motore è separato dalla fusoliera - ma il motore non è presente). Le due Breda Safat da 12,7 in fusoliera non ci sono e quindi i due buchi sul muso appaiono desolatamente vuoti. L'unica parte mobile (quindi separata) degli impennaggi è il timone verticale di coda. Nella scatola in mio possesso credo che ci sia lo stesso errore del kit in 1/72, ovvero l'ala è in comune con il 205 (delle prime serie). Nel nuovo kit sembra, vedendo le foto delle ali, che l'errore sia stato corretto modificando gli stampi ma non ne ho la certezza. L'accoppiamento ali fusoliera richiede qualche piccolo intervento e una discreta attenzione è richiesta per il montaggio nella zona dei carrelli, per la delicatezza e la forma "strana" di alcune parti.
Foto sopra: la cover della scatola del Folgore 1/48, una vista (parziale) del contenuto e del foglio delle decal.
PACIFIC COAST 1/32
La Ditta Californiana ha realizzato pochi anni fa un Folgore in scala 1/32. Il kit uscì quasi due anni dopo il Macchi 200, oggi non più disponibile (dal loro sito). Si tratta di un kit "misto": 3 stampate di plastica grigia "short run" per le ali la fusoliera, i carrelli, l'elica, i timoni e alcune parti interne (non c'è il motore) più varie parti in resina beige per gli interni, il cofano motore, il radiatore ventrale, gli scarichi più altre piccole parti. il canopy è in styrene trasparente (due pezzi). Gli accoppiamenti sono abbastanza accurati e il montaggio non è troppo difficile (a parte la diversa composizione di alcune parti).
Le decal sono Cartograf e consentono la scelta tra cinque esemplari diversi.
Foto a destra: la cover della scatola del Folgore Pacific Coast Model in scala 1/32. Nelle foto seguenti sono visibili i tre sprue "short run", le parti in resina (parziale) e i trasparenti e infine le decal (parziale).
21st Century 1/32
Un'altra Ditta Californiana (ma con la produzione in Cina) ha realizzato un decina di anni fa (2006) un Folgore in scala 1/32. Di questa Casa abbiamo avuto la possibilità di dare uno sguardo al kit dello Stuka sempre in 1/32 (vedi sezione modellistica dedicata ai kit dello Ju 87 sulla pagina del Revell Ju 87 in scala 1/72). Il più grande plus di questo kit è il prezzo estremamente basso, che negli USA è nell'intorno dei 20 $, ovvero 15 €, quanto costa da noi un kit in scala 1/72. Come abbiamo notato nel kit dello Stuka, i poco più di sessanta pezzi che lo compongono sono già separati dallo sprue di stampo (la destinazione d'uso è stata pensata per i "kids", ovvero i bambini, non abili a maneggiare taglierine). Particolare la scelta (anch'essa già vista nello Stuka, però in quel caso nelle ali) di dotare la semifusoliera destra di ben quattro fori per altrettante viti, con lo scopo di irrobustire la chiusura tra le due fusoliere (che quindi possono essere attaccate senza uso di colla). Appositi tappi (che dovranno essere comunque stuccati) riempiono i fori nascondendo le viti. Gli interni sono adeguatamente riprodotti e possono essere ulteriormente migliorati con qualche lavoro in più di autocostruzione o utilizzando i kit di dettaglio aftermarket (come quelli della PCM, che devono essere un po' adattati). La zona dei carrelli è quella meno riuscita: grembiolature e ruote (in vinile nero) risultano sotto dimensionate; l'elica invece ha le pale un po' cicciotte che devono essere assottigliate. I timoni orizzontali di coda sono quelli del 205, e vanno modificati, sulla base di accurati disegni in scala. Il dettaglio superficiale è un po' carente, ma non dimentichiamo la natura "giocattolosa" del kit e il costo (molto) contenuto. Infine, il kit ha disponibile solo il filtro antisabbia e quindi potranno essere riprodotti solo Folgore A.S. Come per la PCM e l'Hasegawa, le decal sono realizzate dalla Cartograf.
Foto sopra: la cover della scatola del Folgore della 21st Century Toys in scala 1/32.
Nelle altre foto sono visibili il contenuto del kit e il confronto tra i carrelli della 21st Century Toys (a sinistra) e della PCM (a destra).
ITALERI 1/72
Ed eccoci al Folgore della nostrana Ditta di Calderara di Reno (Bologna). Il kit porta la data del 2001, quindi è più recente dell'Hasegawa. Io ho acquistato il kit nel 2002, pertanto la scatola e l'imballo è quella di allora in cartoncino sottile (vedi le foto inizio articolo con le due grafiche/scatole diverse), poi modificata successivamente e irrobustita. All'interno le tre stampate (due di styrene grigio) e una di trasparenti per circa 40 parti in tutto erano senza alcuna protezione, con il rischio che qualche pezzo, staccandosi dallo sprue, potesse fuoriuscire (a onor del vero la scatola era sigillata esternamente da un foglio trasparente saldato ai bordi). Anche il foglio decal non dispone della carta velina antigraffio. il dettaglio superficiale è molto buono, impreziosito da pannellature incise finemente, ma qualcuna è stranamente a rilievo (zona cofano motore). I pezzi sono senza sbavature (vedi foto inizio articolo) ma è presente qualche leggero ritiro. Le versioni realizzabili con il foglio decal a disposizione sono tre:
374 Squadriglia, 356 Squadriglia, 21 ° Stormo, 85 Squadriglia, 3 ° Stormo.
Le prove a secco denunciano "qualche" imprecisione negli accoppiamenti che dovrà essere corretta con cianacrilato o stucco. L'abitacolo non è molto dettagliato (il cruscotto è una decal) e il dettaglio interno è rovinato dai segni degli estrattori. Come per l'Hasegawa sono disponibili alcuni set (in fotoincisione) per il miglioramento degli interni e di qualche dettaglio esterno. Un punto che richiede particolare attenzione (e lavoro supplementare) è la cappottatura motore, che è separata dalla fusoliera (nella parte superiore) e che, una volta unite le semifusoliere, non combacia perfettamente. Anche l'accoppiamento ali/fusoliera richiede frequenti riscontri per rispettare il giusto diedro e per evitare che le ali abbiano un aspetto "floscio".
Per gli "affecionados" del Folgore (e del Veltro) è disponibile anche una scatola "Italian Aces" con ben due kit, uno per il 202 e uno per il 205, con due fogli decal e sei livree realizzabili (4 R.A. e 2 Aeronautica Cobelligerante).
Pronti... Via!!!
Ho esitato a lungo, prima di prendere finalmente la decisione di "mettere mano" al Macchi 202 dell'Italeri, per vari motivi. Prima di tutto per la colorazione, che sui caccia italiani della R.A. è alquanto ostica oltre che spesso "fantasiosa", per la cronica scarsità di materiali, anche vernici, che veniva compensata con l"'estro" dei tecnici sul campo. Non secondariamente per la qualità del kit che, pur essendo abbastanza recente (2001), presenta diverse difficoltà di montaggio a causa degli accoppiamenti poco precisi. Non sicuramente per la documentazione, perchè negli anni sono stati pubblicati diversi articoli e monografie che forniscono un adeguato supporto storico al modellista esigente. E non certo per la cura del dettaglio; per fortuna sul mercato modellistico sono presenti alcuni molto validi e completi set in fotoincisione (nell'articolo si descriverà/utilizzerà uno di fabbricazione polacca) che sicuramente aiuteranno a migliorare la resa e la fedeltà della riproduzione in scala.
Fatta questa (doverosa) premessa, rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a lavorare...
Che cosa abbiamo tra le mani?
Nelle foto sotto sono visibili gli stampi (in grigio) del kit Italeri, messi (parzialmente) a confronto con quelli (ocra) del vecchio kit Supermodel. Le differenze maggiori si notano nel profilo delle semifusoliere: risulta molto più marcato e profondo, oltre che più avanzato, l'abitacolo del Supermodel rispetto all'Italeri.
Gli scarichi motore del Supermodel sono decisamente sovradimensionati, pure l'effetto finale è decisamente migliore di quello Italeri, nonostante i quasi trent'anni che separano i due stampi (e la tecnica non più solo "artigianale" come una volta). Il kit Italeri presenta un accenno di struttura dell'abitacolo, purtroppo compromessa da vistosi segni di estrattore. Con il canopy chiuso, una volta verniciato e ombreggiato, può anche essere adeguato alla scala ma, se si decide, come nel mio caso, di tenere il tettuccio aperto, è meglio ricorrere, per esempio, al ricco foglio in fotoincisione della Part (Polonia) che offre un notevole dettaglio dell'abitacolo, ma anche le grembiolature carrello, altro punto debole del kit Italeri e i flap, oltre ad altri particolari interni/esterni. Ultima nota prima di fare "sul serio": sulle estremità alari del kit Supermodel erano presenti le luci di navigazione (realizzate con styrene trasparente); un particolare decisamente "inconsueto" nella produzione di quel periodo, soprattutto in 1/72. Nel (nuovo) kit Italeri questo dettaglio non è presente e le luci dovranno essere ricavate con operazione "chirurgica".
Come prima lavorazione, ho iniziato ad eliminare i fastidiosi segni circolari degli estrattori dagli interni, che presentano le strutture laterali, anche se appena accennate. Lo "scavo" (visibile con un po' di attenzione sulla semi fusoliera destra), è stato colmato con una goccia di cianacrilato. Con molta pazienza dovrò quindi continuare il lavoro sulla semi fusoliera sinistra prima di iniziare a posizionare "i complementi d'arredo" in fotoincisione.
Terminati gli "scavi", ha preso il via la fase di arricchimento degli interni con gli ottimi (e microscopici) elementi in fotoincisione della Part.
Dal riscontro fotografico, mancano sulla semifusoliera destra le bombole dell'ossigeno (impossibili da realizzare in fotoincisione); sono state ottenute sagomando dei pezzetti di sprue. Manca anche un'asta di comando manuale probabilmente dei flap.
Ho dato sulla semifusoliera destra una leggera mano di Grigio Azzurro chiaro, alias Humbrol 64. Ho intenzione di realizzare un esemplare in Libia nel 1943, quindi secondo la Tavola 10 è questo il colore degli interni che sostituiva, dalla fine del 1941, il Verde Anticorrosione. Nell'ultima foto sono visibili altre parti in fotoincisione (pavimento e pedaliera, seggiolino pilota, etc.). Il pannello strumenti, realizzato dalla Part in fotoincisione e acetato stampato con tecnica fotografica per gli orologi, manca però del pannellino inferiore, che sarà realizzato con un rettangolino di plasticard. Nella foto è anche visibile il radiatore ventrale, nel quale sono stati aggiunti gli elementi in fotoincisione ed è stata asportata la parte mobile, anch'essa realizzata in fotoincisione dalla Part.
Nella prima foto a destra sono visibili in primo piano le due semifusoliere per le quali ho completato le aggiunte con le parti in fotoincisione. Sulla sinistra della foto è anche visibile il flap sinistro (parte superiore) del Lysander Frog, di dimensioni differenti rispetto alla sua parte inferiore e che quindi deve essere "adattato". Nella seconda foto si vedono, nell'interno della semi fusoliera destra, le bombole d'ossigeno, il tubo dell'ossigeno verniciato ma non ancora al suo posto e la staffa di controllo dei flap. Poi potrò completare la zona seggiolino e pannello strumenti. Sul generoso foglio in fotoincisione della Part ho verniciato in anticipo alcune parti che utilizzerò successivamente.
Visti più da vicino, grazie all'ottima ottica del Sony Xperia Z2 aziendale, alcuni dettagli dell'abitacolo del 202 (a sinistra) come il seggiolino (con le cinture di sicurezza) e il pavimento già "sporcato". Al centro della foto, in basso, il pannello strumenti del 202 in lavorazione e, appena sopra, il pannello strumenti del Lysander (wip) messo a confronto con quello fornito dal kit Frog. Il nuovo pannello del Lysander è stato ricavato modificando un kit aftermarket in fotoincisione e acetato della Model Hobby "spacciato" per l'Hurricane Mk IIc dell'Airfix ma non utilizzabile perché una volta e mezzo più grande. Nella parte a destra in basso, il radiatore ventrale del 202 al quale è stato rimosso il pannello posteriore, che sarà sostituito da un pezzo in fotoincisione della Part.
Le due semifusoliere sono state incollate e risulta visibile, seppur parzialmente, il pannello strumenti (manca il collimatore) e la struttura interna della semi fusoliera sinistra. Il pavimento con il seggiolino sarà "incastrato" da sotto successivamente, quando sarò pronto con le ali.
Gli accoppiamenti, come previsto, non sono perfetti e si sono resi necessari aggiustamenti con cianoacrilato e carta abrasiva, re-incidendo i pannelli incisi (molto sottili) dove la levigatura li aveva asportati/ridimensionati. Nelle ultime foto è stato aggiunto il cofano motore, il cui accoppiamento con le due semifusoliere, anche in questo caso, non si può dire eccellente. I vani delle due Breda Safat da 12,7 mm sul cofano motore sono stati forati per accogliere una loro riproduzione, che ancora non so come realizzare. Nel kit non sono presenti e non ho trovato, al momento, proposte aftermarket nè in resina nè in metallo. Non visibile nelle foto, è stata aggiunta anche la blindatura alle spalle del pilota.
Nella foto di sinistra è visibile l'abitacolo del Folgore "riempito" con il seggiolino e il pavimento. Ho dovuto però asportare i serbatoi dell'ossigeno perchè lo spazio non era sufficiente. Peccato...
Nella foto si nota anche che l'antenna dorsale si è spezzata (troppo fragile) e sarà incollata nuovamente a lavorazione avanzata. Next step: le ali. Le semiali inferiori propongono una scadente riproduzione del vano carrelli e sono (quasi) deciso a ripulire tutto e a (tentare di) rifare la fitta trama di tubature, travetti e gambe di forza. Un interessante e completo "spunto" sul lavoro da fare (e che mi aspetta) è visibile su una pagina di un blog modellistico dedicato al Macchi Mc 202 in scala 1/32 della Pacific Coast consultabile cliccando qui. Terminato il Lysander Frog, posso riprendere dopo un anno e mezzo il kit del Mc 202 dove l'avevo lasciato.
Preso dall'entusiasmo di poterci "rimettere le mani" dopo tanto tempo, avevo pensato di realizzare i flap aperti, utilizzando le fotoincisioni del ricco foglio della Parts ma la scarsa "adattabilità" del kit Italeri e una poca chiarezza nelle istruzioni mi porterebbero a rinunciare, almeno per il momento...
A parziale giustificazione, potrei dire che nella documentazione fotografica in mio possesso, non ho trovato una sola foto che mostri un Macchi 202 con i flap aperti. Ho trovato invece diverse foto dei piani di coda abbassati, e mi sono cimentato nella loro realizzazione. A proposito, nel kit Italeri sono fornite 2 coppie di timoni orizzontali, come da foto. A sinistra della foto, sono visibili i piani di coda definitivi, mentre a destra quelli delle primissime versioni, "ereditati" dal Macchi Mc 200. Sulla stampata si notano anche le ruote, che sarebbero perfette per un kit Airfix "old school"; per fortuna il foglio Parts fornisce dettagli anche per questi scarni e scarsi pezzi.
Il lavoro sulle ali continua e non sono per niente rose e fiori... La prima operazione necessaria è la completa eliminazione dei pannelli carrelli, assolutamente inutili e infedeli. Mi rendo conto che ciò si tradurrà nel dover riprodurre il complicato intrico di cavi e tubi che caratterizzava la "pancia" del 202, ma con vario sprue stirato e tanta pazienza (anche per i diversi colori), dovrei riuscire a realizzarne una versione abbastanza fedele. Dalla foto che ritrae l'area carrelli, però, l'operazione chirurgica ha reso questa parte molto più "pulita" e realistica. Nelle foto successive è visibile invece la raccapricciante condizione degli accoppiamenti ali/fusoliera: non c'è un incastro che si possa dire soddisfacente e, sotto, tra il bordo d'attacco e d'uscita dell'ala e la fusoliera, è anche peggio...
Da un kit abbastanza recente come quello del 202 non mi sarei certo aspettato di trovare i difetti di un kit Airfix di 40-45 anni fa; evidentemente le tecniche di produzione degli stampi dell'Italeri di allora (parlo del 2001) erano ancora molto artigianali. Anche la scelta di stampare il tubo di pitot solidale con la semiala sinistra è un problema non da poco: per intervenire sulle ali si rischia di spezzare il sottile pezzo. Naturalmente sono da realizzare anche le luci di navigazione alari, appena accennate sulla stampata delle ali.
Dopo un notevole lavoro di pareggiamento superfici, l'accoppiamento ali/fusoliera può dirsi soddisfacente, almeno per la parte superiore. Ancora un aggiustamento è richiesto per la parte inferiore, la cui scarsa precisione è visibile nella foto sopra.
Ho aggiunto anche l'alloggiamento del ruotino di coda e anche qui non c'è un incastro che possa dirsi decente.
Nella foto a sinistra si vede il Macchi al quale sono spuntate entrambi le "penne" posteriori, ancora da rifinire.
Sulla basetta di legno a sinistra, si intravedono le ruote alle quali è stata asportata una fetta di styrene per simulare l'appoggio a terra dello pneumatico e sono stati aggiunti i "cerchioni" in fotoincisione dal foglio Parts, che le rendono decisamente più realistiche rispetto alle misere riproduzioni fornite dal kit.
Nell'estremità sinistra della basetta, si notano l'ogiva e il disco posteriore dell'elica, che dovranno essere verniciati di giallo (al pari della sezione anteriore del muso).
Dopo una lunga pausa, anche a causa di motivi familiari, si riprende il lavoro sul Folgore... Nella foto a destra non si nota una gran differenza rispetto alla foto precedente, ma a parziale discolpa posso dire che ogni nuovo pezzo richiede una lavorazione, dall'eliminazione dei pin di stampa alle rimozione delle sbavature.
Sul lato destro anteriore della fusoliera, si nota il filtro antisabbia che, a occhio, mi sembra leggermente sovradimensionato ma questo è...
Sul nastrocarta appoggiato alla basetta di legno si intravedono, in fondo, alcuni "serpentelli" neri... sono le prove di realizzazione delle tubature che saranno inserite nei vani carrelli, adesso desolatamente vuoti.
Il lavoro (stentatamente) prosegue... Ecco il primo intrico di cavi e tubi che è stato inserito nei vani carrelli sotto la fusoliera... Non è un capolavoro da primo premio, ma almeno rende più credibili questi spazi, che altrimenti, come detto sopra, sarebbero desolatamente vuoti.
Il lavoro procede a rilento anche perchè ogni nuovo pezzo (e parlo in questo caso dei carrelli e del radiatore ventrale) richiede aggiustamenti e lavorazioni ulteriori. Il radiatore, per esempio, non combacia con l'incastro sotto la fusoliera lasciando dei vuoti e i carrelli, arricchiti con le parti in fotoincisione della Part, avevano i pin degli stampi che dovevano essere eliminati, a rischio di spezzare, durante la fase di ripulitura, queste parti, piccole e fragili.
Dopo aver completato il vano carrelli, ho aggiunto il rediatore ventrale. Anche questo pezzo ha richiesto lavorazioni ulteriori, con interposizione di pezzetti di plasticard e stucco prima del suo posizionamento, stante le fessure riscontrate nell'accoppiamento a secco tra il radiatore e la "pancia" del Macchi.
Al radiatore è stato asportato il pannello inferiore, che sarà sostituito dal pezzo presente nel set in fotoincisione della Part e posizionato aperto verso il basso.
Finalmente è stato aggiunto il pannello mobile del radiatore ventrale, utilizzando il pezzo presente nel set in fotoincisione della Part e posizionato aperto verso il basso. Le dimensioni del radiatore e del pannello non combaciavano ed è stato necessario agire di bisturi per agevolare l'accoppiamento. E' stato un lavoro piuttosto complicato e nella rifinitura delle parti il radiatore si è spezzato; ho dovuto ricostruirlo con cianoacrilato e pezzetti di styrene.
Dopo un accurato lavaggio con acqua e sapone, si prepara il Macchi 202 alla verniciatura. Come prima operazione, con carta assorbente e Maskol ho sigillato l'abitacolo, i vani carrelli e il radiatore ventrale. Successivamente con il Maskol devo mascherare le luci di navigazione alari e poi posso procedere a stendere una mano di Humbrol 64 su tutto il modello. Sulla "pinna" dorsale si intravede l'antenna, che è stata assottigliata e appuntita perchè era della forma sbagliata (tipica del Macchi 205). Ho deciso di rimuoverla successivamente per agevolare le operazioni di verniciatura. L'antenna sarà incollata nuovamente al suo posto dopo questa (delicata) fase. Un altro (piccolo) inconveniente: il tubo di Venturi, da posizionarsi sotto la fusoliera davanti al radiatore ventrale, è misteriosamente scomparso ed è stato "ricostruito" con pezzetti di sprue stirato. Anche questo elemento sarà posizionato successivamente alla verniciatura.
Ecco il Macchi 202 "impalato" su uno stecco di bambù, pronto a ricevere la mano di H 64 che sarà la verniciatura definitiva per le superfici inferiori e costituirà il fondo per il Nocciola Chiaro 4 (Italeri Acrylic) per le superfici superiori. Successivamente ho deciso di riprodurre a smalto (H 24) anche la fascia gialla in fusoliera (disponibile come decal) ma questa scelta si è rivelata alquanto deludente per gli scarsi risultati, dovuti alla mia difficoltà di "centrare" la diluizione corretta dello smalto Humbrol.
Dopo la necessaria mascheratura, ho steso (con qualche difficoltà) il fondo di Nocciola Chiaro 4 sulle superfici superiori seguito dalle macchie di Verde Mimetico 2. Le macchie non hanno la forma coretta, perchè dovrebbero essere più vermiformi ma con i colori acrilici Italeri, nonostante diversi tentativi, non sono riuscito a fare di meglio.
A seguire, ho steso una mano di trasparente lucido (sempre Italeri); sono necessarie alcune correzioni ma il più è fatto.
Nelle foto a sinistra sono stati aggiunti i carrelli, le decal e realizzato il "weathering" con i colori ad olio (un mix di marrone scuro e nero).
Per concludere il modello manca ancora di aggiungere il canopy, l'antenna dorsale con i cavi, l'elica e il tubo di pitot. Ho deciso anche di realizzare una basetta utilizzando la "solita" cornice per le fotografie e l'"attrezzatura" per presepe.
Nelle foto sotto è visibile il modello completato. Il metacrilato del canopy, montato aperto, è stato immerso per una notte in un bagno di Pledge (alias Future) della Johnson & Johnson, che ha mascherato (un poco) i graffi e i difetti che purtroppo aveva.
Per scrupolo di fedeltà, ho prima dipinto i frames con il colore dell'abitacolo prima di dare il Nocciola Chiaro ma questa "finezza", a modello finito, è praticamente invisibile, come praticamente è il collimatore, realizzato con quanto disponibile nel set in fotoincisione della Parts.
Completato il "Folgore", ho deciso che (forse) il mio prossimo aereo italiano sarà un biplano (il secondo dopo il Gloster Gladiator): il FIAT CR 42 FALCO. Speriamo bene...