Chi accederà per la prima volta al mio sito e in particolare a questa Sezione Recensioni, si domanderà, vedendo la predominanza dei kit Airfix rispetto alle altre ditte, se ho qualche rapporto d’interesse con la Hornby, proprietaria del marchio Airfix. Devo (purtroppo) rispondere di no: ogni nuovo kit dell’Airfix che appare nel loro Catalogo e che mi interessa, comporta un “esborso” dal mio portafoglio, anche se tutto sommato contenuto. Devo riconoscere però che con l’Airfix c’è un “feeling” di lunga data: si può dire che sono cresciuto a pane e Airfix… Vedere oggi una così ricca e ben fatta proposizione di riproduzioni in scala di aerei che allora erano poco più che ridotti simulacri dei loro originali, non può che accrescere la mia curiosità di scoprire come sono fatti.
Un po’ di storia (modellistica)…
Il Curtiss P-40 è un altro esempio di Caccia della Seconda Guerra Mondiale che nel passato (modellistico) ha subito alterne vicende e le Ditte produttrici di kit in scala non sempre gli hanno rivolto l’attenzione che secondo me meritava. L’Airfix realizzò molti anni orsono (1964) un “misero” P-40 E Serie 1 che è rimasto in listino per oltre trent'anni, beneficiando negli ultimi re-box solo di migliori decal.
Il Curtiss P-40 B della Frog invece, datato 1969, era un ottimo kit e lo sarebbe ancora oggi con un po’ di lavoro. Il Frog (cosa rarissima per l’epoca), offriva anche il pannello strumenti con gli indicatori in rilievo. La riprova del fatto che il kit Frog fosse riuscito bene è che il nuovo kit Academy lo ricorda molto: il sospetto sarebbe confermato in particolare dal confronto delle semiali inferiori… Un’altra curiosità: il nuovo kit Airfix propone la stessa modalità della Frog di realizzare il canopy in tre pezzi, ovvero il parabrezza e vetro centrale uniti e i vetri posteriori separati. Questa soluzione nel 1969 aveva un senso perché la dimensione (soprattutto in lunghezza) del canopy, se stampato in un sol pezzo, avrebbe reso critico il posizionamento sulla fusoliera al minimo errore degli stampi, che erano scolpiti a mano e quindi soggetti a inevitabili tolleranze. Ma oggi, che la realizzazione degli stampi è assistita da sistemi cad/cam praticamente a errore zero, quest’accorgimento ha poco senso e costringe il modellista a realizzare il modello con il canopy chiuso (a meno di realizzare/acquistare un canopy vacuform).
Anche le successive (di qualche anno) proposte Heller (P-40 E), Revell (P-40 E) e Matchbox (P-40N) non aggiunsero alcunché di significativo. Bisogna attendere i primi anni ’80 per vedere un kit decente dedicato al caccia americano, e non poteva che chiamarsi Hasegawa (P-40 E). Ha le pannellature incise finemente anche se gli interni sono piuttosto spartani (sedile, cloche e cruscotto = decal) come altre sue contemporanee proposte dal Sol Levante.
Nel passato più recente si sono affacciate sul mercato diverse proposte (sempre dal Far East Asiatico): Academy (B, E, M/N), Trumpeter (B), AML (Tomahawk I e II/B) con parti in resina e fotoincisioni, AZ Model (P-40 E in short run) con fotoincisioni del pannello strumenti, Hobby Boss (identica livrea della proposta Airfix), MPM (F – con la fusoliera allungata), Smer (K), Special Hobby (F, l’unico P-40 in scala 1/72 con il canopy separato e con fotoincisioni) e Sword (K, short run).
Veniamo ora alla proposta Airfix: il Curtiss P-40 B è disponibile (stranamente) solo nella Serie 1 ma avrebbe tutto il diritto di essere ascritto alla serie superiore. Le recenti proposte Airfix di aerei famosi vedono addirittura due packaging, Serie 1 e Serie 2 (o Serie 4 e 5, come nel caso del Fairey Swordfish). Gli stampi sono praticamente identici e le due confezioni differiscono solo per il numero di decal/versioni (1 nel caso della Serie 1, 2 per la Serie 2) . Nel passato invece, le produzioni Airfix Serie 1 e Serie 2 erano per lo più completamente diversificate oppure in Serie 1 finivano vecchie produzioni “declassate”.
Scala 1/48
Nel 2016 l'Airfix ha immesso sul mercato il nuovo kit nella "quarter inch scale" del P-40 B WarHawk, nella "ricca" (anche per il costo) Serie 5 (quella dei nuovi kit dello Spitfire Mk Vb e dell'Hurricane Mk I, per intenderci). Nel 2017 ha proposto sulla stessa base anche il Tomahawk, la versione RAF del P-40B.
La scatola di generose dimensioni (stante la Serie 5) contiene 106 parti. Il numero di pezzi (oltre il doppio del suo "fratellino" in scala 1/72) non sembra molto elevato, soprattutto se paragonato ai due "pariclasse" citati sopra, che possono vantare il 20-30% di pezzi in più. Ma è innegabile che il livello di dettaglio offerto da questo nuovo kit è alto, soprattutto per i ricchi interni realizzati "a vasca" da inserire nelle semifusoliere. Peccato per l'assenza delle cinture di sicurezza e per il pannello strumenti realizzato in rilievo ma da completare con una decal: l'Airfix si dovrebbe decidere a includere, almeno nella scala maggiore, un foglietto in fotoincisione per questi particolari importanti. Per la prima volta nella mia vita modellistica ho visto realizzare un kit nel quale gli alettoni sono solidali con la semiala inferiore e non sono realizzati o separati o stampati in due metà, superiore e inferiore, come si faceva "una volta".