Frog
Westland Lysander
Mk I/Mk III
(scala 1/72)
Ma si trovano solo modelli vecchi su questo sito?
Prima che qualche affezionato web-lettore mi ponesse questa (piuttosto) imbarazzante domanda, ho preferito batterlo sul tempo e farmela da solo, buttandomi la cosiddetta "zuppa" sui piedi...
Le motivazioni di questa "disponibilità" di modelli di vetusta produzione la si deve ricercare nel mio passato: avendo superato il mezzo secolo d'età (oltre il mezzo del cammin di nostra vita, come diceva il Sommo Poeta), una discreta parte del mio "archivio" modelli è composto da acquisti fatti trenta (e più) anni fa. Se a ciò si aggiunge la lunga pausa modellistica (praticamente ventennale), si può facilmente comprendere come tanti progetti, iniziati appunto più di cinque lustri fa, si ripropongano in tempi (molto) più recenti. Qualcuno della nutrita schiera degli affezionati lettori potrebbe ulteriormente obiettarmi che sul mercato (modellistico) sono disponibili tanti e migliori riproduzioni di quei soggetti che per mia scelta sono entrati a far parte del mio "archivio"; pur accettando questa giusta e ben circostanziata critica, potrei rispondere che, proprio a distanza di tanti anni dalla mia gioventù, ancora è forte quel sentimento di nostalgia che mi porta a preferire (e ad anteporre) i kit degli anni (purtroppo) passati a quelli più recenti.
Oggi, nella scala 1/72, ci sono 2 kit che riproducono la Carota Volante: il Pavla e il Dora Wings, di cui parlo in fondo alla pagina, decisamente migliori dei suoi predecessori; i vetusti Frog, Airfix e Matchbox sono fuori produzione da molti anni e si possono trovare solo su E-Bay (a prezzi intorno ai 10-15 €). Nelle scale superiori, come descritto più avanti, si trova in 1/48 un "improved" kit della Eduard (con parti in resina e fotoincisioni) e in 1/32, sotto il marchio Revell, il quarantenne kit della Matchbox.
Parliamo prima dei vecchietti...
In scala 1/72, oltre al Frog di cui parleremo dopo e più diffusamente, ai miei tempi si potevano trovare le riproduzioni del Lysander con il marchio AIrfix e con il marchio Matchbox. Anche questi due kit ormai sono scomparsi dai rispettivi cataloghi delle due ditte britanniche ma, dato il livello piuttosto basso delle due riproduzioni, nessuno potrebbe dire che ne sente (veramente) la mancanza. In realtà il kit Matchbox è ancora reperibile con il marchio Revell nella collana Revell Classic. La mia speranza è che l'Airfix, che sta riportando in vita con nuove e ottime realizzazioni diversi soggetti che appartenevano alla sua passata produzione, decida presto di "regalarci" un nuovo kit dedicato alla Carota Volante.
Matchbox/Revell
Lo stampo della nota e purtroppo scomparsa divisione modellistica della casa inglese risale al 1972. Come praticamente tutti i kit del marchio della Lesley Ltd (oggi appartenente alla Mattel), gli sprue erano "precolorati" in due o tre tinte, talvolta alquanto appariscenti. Non era il caso del Lysander, perché per questo kit avevano scelto due tinte piuttosto "smunte" e tutto sommato aderenti ai colori della mimetizzazione Raf: verde marcio e marrone medio. In edizioni successive, anche con il marchio Revell (Revell Classic), gli sprue assunsero una colorazione uniforme grigio chiaro.
Il kit era composto da 27 pezzi più il canopy trasparente (in un solo pezzo). Il dettaglio superficiale era nello standard della casa: pannellature incise a mo' di letti di torrente e con la parte telata moderatamente in rilievo. Come altri kit della Matchbox, il montaggio era piuttosto agevole e semplice (con 28 pezzi in tutto...). La riproduzione delle linee generali del Lizzy era corretta e, senza troppo impegno, il risultato finale era più che soddisfacente (pannellature esagerate a parte e fari di atterraggio mancanti sulla carenatura del carrello)
Le decal erano per due versioni, una prebellica (1939) e una bellica (1940), identiche nella mimetica a meno dei codici di reparto.
Airfix
Lo stampo originario era molto vecchio e risaliva al 1956. Nel 1974 ha beneficiato di un "upgrade" (passando al contempo dalla serie 1 alla serie 2) ed è rimasto a catalogo della mia ditta di modellismo "preferita" (per numero di soggetti posseduti) fino al 2008. Sulla carta, grazie ai suoi 49 pezzi, potrebbe sembrare maggiormente dettagliato rispetto al Matchbox, ma così non è, tranne per il canopy che è in pezzi separati (ma con una suddivisione inutile che lascia alquanto perplessi). In più, come era tipico dei kit Airfix di quel periodo, l'assemblaggio era piuttosto laborioso, a causa degli accoppiamenti imprecisi e di molti dettagli stampati piuttosto grossolanamente. La riproduzione delle parti telate, a differenza del Matchbox, era alquanto esagerata per la scala ed erano presenti pannellature/rivetti non corrispondenti all'aereo vero. Come nel Frog che descriveremo più avanti, oltre ai pilotini (orrendi), era presente una spia (con il classico impermeabile e valigetta) in procinto di salire a bordo. Le decal erano per due versioni, una prebellica (1939) e una dipinta di nero solo sulle superfici inferiori (1944), mentre l'illustrazione sulla scatola ne ritrae una COMPLETAMENTE nera.
Frog/Novo
Lo stampo risale al 1968 e come tutti i kit Frog (ma anche Airfix) di quel tempo, il Lysander era venduto in una bustina di plastica trasparente. Il contenuto era racchiuso da spillette metalliche ed aveva a mo' di copertina/supporto, con il foro per l'espositore, un cartoncino ripiegato sul cui frontespizio (come nella foto a destra) era visibile un'illustrazione dell'aereo riprodotto dal kit. Nella parte interna del cartoncino erano illustrate le fasi di montaggio e sul retro, a colori, i disegni per la riproduzione della mimetica. La confezione in mio possesso appartiene al periodo "azzurro", successiva a quella del periodo "rosso" della foto a inizio pagina (ma che è, un Picasso?)
Il kit è composto da circa 40 pezzi, con il canopy in un pezzo unico (e piuttosto spesso). Il dettaglio è piuttosto semplificato ma il montaggio è più agevole rispetto all'Airfix. Il kit consente di realizzare due versioni, la Mk I e la Mk III, in realtà molto simili; fornisce le rastrelliere con le bombe, il serbatoio sotto la fusoliera per incrementare l'autonomia e due figurini in piedi che rappresentano le "spie" da trasportare oltre le linee nemiche, come evidenziato sul cartoncino "rosso" nella foto ad inizio pagina. Le decal sono per due versioni, una nel teatro europeo (Francia 1940) e una nel sud est asiatico (Burma). Purtroppo con tanti anni sulle spalle, le decal sono ingiallite e quindi inutilizzabili.
Come tanti altri kit della Frog, il Lysander ha avuto però una seconda possibilità con il marchio Novo e, in tempi più recenti, con i marchi russi Eastern Express e Ark Models.
Pavla
Lo stampo è molto più recente dei suoi predecessori e la differenza di qualità realizzativa si nota (anche se si tratta di una produzione short run). E' importante però sottolineare che non è un kit per principianti: oltre ai due sprue di styrene grigio per la fusoliera e le ali, sui quali è presente in quantità notevole il flash, sono fornite parti aggiuntive in vacuform (canopy) e in resina (abitacolo e motore). La versione proposta è una Mk II, dotata di un motore Bristol Perseus, meno potente del Bristol Mercury che equipaggiava la versione Mk I e la Mk III. le decal offrono tre opzioni, due Raf e una Francia libera di stanza a Zouar, Chad, nel 1942. le decal francesi, però, non hanno il blue riprodotto correttamente. Coniugando pazienza e la doverosa esperienza richiesta nella realizzazione di questo kit, il risultato finale è auspicabilmente di buon livello.
SCALA 1/48
Eduard
La prima versione di questo kit, dedicato al Mk III e risalente a poco più di una decina di anni fa, era un "distinto" kit in short run composto da tre sprue di plastica grigia più uno sprue di trasparenti con il marchio Gavia. La qualità (e la complessità) era già più che adeguata alla scala, con interni accurati e una riproduzione del motore stellare con i cilindri realizzati separatamente. Successivamente la Eduard, sotto il proprio logo, lo ha riproposto (Profipack) arricchendolo notevolmente (e parimenti innalzando il costo finale) con parti in resina e un enorme foglio in fotoincisione, per ulteriori dettagli interni ed esterni. Il grado di complessità è notevolmente incrementato, rendendo questo kit alla (sola) portata dei modellisti "senior". Le decal fornite sono per 4 versioni.
SCALA 1/32
Revell/Matchbox
La prima proposta di questo kit, dedicato alle versioni Mk I/Mk III la si deve alla Matchbox ed è risalente al 1978. Tra i soggetti disponibili allora con quel marchio e adesso con quello Revell (tranne il Messerchmitt Bf 109 F non più prodotto), il Lysander è quello più riuscito e completo. Purtroppo, e non è la prima volta che lo sottolineo, la scelta della Matchbox di realizzare gli stampi con colori talvolta irrealistici ha spesso fatto ritenere, dai modellisti più esigenti, i suoi prodotti più adatti ai ragazzi, sottovalutando la qualità più che dignitosa che invece avevano. Gli stampi Revell sono invece di un uniforme grigio chiaro, ma l'occhio attento del modellista di oggi nota che si tratta di una realizzazione risalente a quarant'anni fa e non più in grado di competere con le più recenti produzioni.
Il contenuto della scatola è composto da cinque sprue di colore grigio lucido, con pannellature incise coerenti (data la scala oltre 2 volte maggiore) e superfici mobili separate (non però i flap). Molto ricco è lo sprue dei trasparenti, limpidissimi e senza segni di sbavature. Gli interni e il motore non sono così dettagliati come la scala vorrebbe ma, date le maggiori dimensioni, non è difficile incrementare il dettaglio autocostruendosi le parti da aggiungere. Purtroppo non sono disponibili kit di dettaglio aftermarket. Le decal, ben stampate e senza bordature, sono per tre versioni e prevedono gli stencil (pochi, in verità).
Il lavoro comincia...
(Ri)trovarsi davanti un kit di cinquant'anni fa fa un certo effetto... Sia perchè ci si rende conto del tempo che è passato, sia di quanto sia evoluto, grazie alla tecnologia, l'hobby del modellismo statico in plastica.
Per prima cosa, apriamo la busta e visualizziamo il contenuto:
Le foto sopra mostrano il contenuto del "blister": tre sprue su cui sono disposti i circa 40 pezzi, con a parte le due semifusoliere e il canopy trasparente (su un piccolo sprue con aggiunti due finestrini). Il canopy è un componente strutturale per il montaggio delle ali.
Dalle istruzioni si evince che il montaggio non è particolarmente complesso e, nonostante i pochi pezzi (che comprendono anche i figurini in piedi che rappresentano le due "spie"), sarebbe possibile realizzare da questo kit sia il Mk I che il Mk III, sostanzialmente simili. Le decal sono ovviamente inutilizzabili per vetustà. Sugli stampi, inoltre, si nota un po' di flash ma è facilmente gestibile con un tagliabalsa molto affilato.
Sotto una delle semifusoliere è presente uno strano "tappo" che copre il foro in corrispondenza del quale andava incollata la "Skybase" (visibile in foto ma non fornita però nel kit in mio possesso). Il dettaglio superficiale è discreto; è realizzato (ovviamente) in rilievo, ma è talmente sottile che quasi non si nota. Con la stessa tecnica (a rilievo) è stata realizzata sulle ali la centinatura in corrispondenza della quale era presente la parte telata. Purtroppo, per correggere un paio di ritiri in corrispondenza degli incastri tra semiala superiore e inferiore, ho asportato con la carta abrasiva un paio di "linee" che ho cercato di ricostruire con sprue stirato molto sottile, incollato con la colla liquida. Prossimamente mostrerò il risultato, sperando che sia decente... I flap e gli alettoni saranno incisi per essere collocati in posizione "mossa", ma già mi sono accorto della prima difficoltà: i flap sono incisi sulle superfici alari superiori e inferiori con misure diverse (sotto sono più grandi). Dovrò modificare le linee di incisione presenti sull'ala per rendere le due parti più "compatibili". Le alette anteriori Handley Page sono state maggiormente incise (anche sulla semiala inferiore) per aumentare il realismo.
Sulle ali il lavoro è (temporaneamente) concluso e qualche "aggiustamento" è stato apportato alla fusoliera. Tutti questi piccoli "lavoretti" saranno mostrati successivamente. Il lavoro più impegnativo è sicuramente quello dedicato agli interni, dai quali dipende molto il risultato finale. Quelli del kit non sono da buttare ma, stante il canopy in pezzo unico e decisamente spesso sarebbe stato inutile per gli artigiani della "ex" Frog inglese impegnarsi di pìù di quello che hanno fatto. Troviamo un pavimento, due seggiolini non fedelissimi ma recuperabili, un pannello strumenti di dimensioni ridotte, il serbatoio aggiuntivo tra pilota e passeggero, la mitragliatrice posteriore con i tamburi di ricambio al loro posto. In realtà, osservando le foto, gli interni dell'aereo vero sono molto più complessi e ricchi e tutto dipenderà dalla riuscita dello stampo in vacuform del canopy, che dovrà essere scomposto per essere montato aperto. Ho fatto già alcune prove di stampo che considero dignitose ma tutto dipenderà dalle capacità "chirurgiche" nel ritagliare i vari pezzi e di ricostruzione dell'intelaiatura.
Si passa agli interni...
Il primo elemento degli interni che è stato realizzato è il pannello strumenti, presente nel kit ma, come si evince dalla foto a sinistra, piuttosto essenziale e sottodimensionato. Qualche anno fa avevo acquistato un pannello strumenti in fotoincisione e acetato della Model Hobby per l'Hurricane Mk IIc della Heller ma non riuscii a utilizzarlo perchè sovradimensionato. Per quel kit, la cui realizzazione è descritta sulle pagine di questo sito, utilizzai il Set Eduard (preverniciato) per l'Hurricane Mk IIc Airfix (vedi qui). Per non partire da zero, ho pensato di adattare il set della Model Hobby per realizzare il pannello strumenti del Lysander. Dalle foto degli abitacoli dei due aerei, si nota infatti una certa somiglianza, anche se il pannello centrale rettangolare che contiene gli strumenti principali per la navigazione, nel Lysander è in alto mentre nell'Hurricane è in basso. Con un discreto lavoro di "taglia e cuci" (stiamo parlando di lamina di ottone e non di plasticard) sono riuscito ad ottenere, come risulta dalla foto, una riproduzione abbastanza dignitosa (e fedele) del pannello strumenti del Lysander, messo a confronto con quello fornito dal kit Frog.
La foto sopra mostra alcune lavorazioni:
- Ali: i flap sono stati incisi per essere piegati verso il basso in posizione di riposo. Le alette ipersostentatrici anteriori sono state meglio definite e sono state realizzate con il Kristal Klear le luci di navigazione sulle estremità alari (ma sono ancora da verniciare in rosso/verde). Alcune pannellature (corrispondenti alla struttura metallica) sono state incise (erano in rilievo).
- Fusoliera: anche qui sono state incise le pannellature corrispondenti alla struttura metallica; i flabelli anteriori di raffreddamento del motore sono stati "scavati" per separarli dalla parte anteriore della fusoliera. Infine, sono stati ricavati i due piccoli sfoghi di raffreddamento dell'olio nella parte anteriore.
- Sedili: ancora da rifinire, sono stati modificati per riprodurre quello del pilota (con lo schienale più alto) e quello del navigatore/mitragliere.
Il lavoro continua con l'arricchimento degli scarni interni, utilizzando sprue stirato e strisce di plasticard forato. Quest'ultimo elemento non ha ottenuto un risultato perfetto, ma stiamo parlando di un pezzo di plasticard di meno di 2 mm di larghezza. Mi sono purtroppo accorto che nel blister del kit manca (o l'ho perso tempo addietro) il pavimento, quindi devo inventarmi qualcosa come base/supporto per i seggiolini. Se avessi utilizzato il kit Pavla, questi problemi non li avrei avuti, essendo presenti (e ben realizzati) gli interni; ma le cose (troppo) facili non danno soddisfazione...
Con un rettangolino di plasticard da 0,50 mm ho iniziato a sagomare la struttura interna che conterrà il posto di pilotaggio e quello del navigatore/mitragliere. Prima di continuare con la lavorazione per sagomare ulteriormente il pezzo, ho effettuato una prova a secco per verificare che le forme siano corrette. Ho anche "appoggiato" il pannello strumenti per essere sicuro che vada bene. Per il momento tutto ok...
Il lavoro sugli interni prosegue. Il bordo superiore della "vasca" è stato sagomato con le forme definitive. Una leggera mano di H78 all'interno delle semigusoliere e, in lavorazione, il serbatoio centrale incollato alla paratia superiore. Sulla semifusoliera sinistra, davanti all'abitacolo, è stato incollato un pezzo di plasticard sagomato a mezzaluna che rappresenta la parete posteriore del serbatoio dell'olio e sarà successivamente dipinto in alluminio. Il serbatoio dell'olio era collocato dietro il pannello strumenti. Nella foto successiva è meglio visibile (anche se ancora WiP) la struttura dell'abitacolo con i sedili del pilota e del navigatore. A causa del ridotto spessore del plasticard, l'intelaiatura si è spezzata e l'ho lasciata separata. Nell'ultima foto, il posto del navigatore quasi completato (mancano le cinture di sicurezza e qualche altro elemento strutturale da realizzare con sprue stirato).
Per essere sicuro di essere sulla strada "giusta", ho fatto una prova a secco della postazione del navigatore mitragliere. Dal riscontro della foto, mi sembra che, per questa parte, ci siamo...
Per completare la postazione del navigatore sono state aggiunte le cinture di sicurezza, che provengono (con qualche adattamento) da un set della Eduard preverniciato dedicato ai caccia RAF WWII.
La postazione del pilota, ancora WIP, comprende anche le cinture di sicurezza inferiori (quelle agganciate al sedile). Le cinture di sicurezza superiori erano agganciate alla struttura di fusoliera e quindi saranno posizionate successivamente.
Nella foto a destra un discreto "assortimento" di parti che realizzano gli interni del Lysander. Il dischetto nero sulla sinistra è la base per la bussola (WIP). Sono altresì visibili la cloche con la base in alluminio alleggerita dai fori (realizzata a mano), il pannello strumenti, l'estintore, il posto di pilotaggio e, sulla destra, la mitragliatrice posteriore con i caricatori aggiuntivi. Resterebbe da realizzare la pedaliera, ma mi trovo davanti a due difficoltà:
- la forma dei pedali, difficilmente replicabile con l'autocostruzione
- il posizionamento.
Nella foto a sinistra si vedono le due semi fusoliere in fase di incollaggio, incominciando dalla coda. Dovrò rispettare un preciso ordine di posizionamento per far entrare tutte le parti che compongono gli interni. Si inizia con il "pozzetto" del navigatore, che comprende il serbatoio centrale da 95 galloni. Una molletta e una robusta pinza di plastica aiutano a mantenere ferme le parti durante l'incollaggio. Nelle ultime due foto si intravede la struttura della pedaliera, realizzata con sprue stirato e pezzetti di plasticard. Non è una riproduzione fedelissima, ma è meglio che lasciare il vuoto.
Nella foto a destra è visibile, dietro la postazione del navigatore, la "piattaforma" con la Browning da 7,7 mm e i caricatori di ricambio. Durante la fase di ripulitura delle superfici incollate, un po' di smalto H78 si è scrostato e deve essere ripassato. Per pareggiare le due semifusoliere dietro l'abitacolo si è reso necessario un discreto lavoro di carteggiatura e in questa fase ho spezzato il travetto trasversale destro che però è abbastanza facile sostituire con un altro pezzo di sprue stirato.
Nella seconda foto, è visibile l'incollaggio delle semifusoliere inferiori. Dalla foto risulta un notevole scalino di circa mezzo millimetro tra le due parti che dovrà essere eliminato. Nell'ultima foto il "ventre" del Lysander reso bello "piatto" e con le pannellature incise. i fori sono per il serbatoio ventrale, l'antenna della radio e il ruotino posteriore.
Nelle foto a sinistra sono visibili gli interni, che necessitano ancora di qualche piccolo ritocco. Si notano la postazione del pilota, la cloche, con la struttura forata di alluminio. Sulla destra, l'estintore, praticamente invisibile una volta montato il sedile del pilota. La paratia in alluminio davanti al pilota è il serbatoio dell'olio; il pannello strumenti sarà aggiunto successivamente.
Nell'ultima foto si vede la struttura a "traliccio" di tubi tra il posto di pilotaggio e quello del navigatore completata, alla "vecchia maniera": solo sprue stirato e tanta pazienza. Ho provato il canopy vacuform ma, come temevo, non potrò montarlo aperto perchè la sezione centrale è strutturale (regge le ali) e sottile com'è, se fosse ridotta, si deformerebbe sotto il peso di queste parti.
Nella foto a destra è visibile il "castello" di tubi verniciato con l'interior green. Sul bordo destro è visibile il motore con la NACA in una prova a secco. Il motore e l'iinterno del cofano sono stati dipinti in Silver H11 e poi "lavati" con un mix di marrone/nero realizzato con colori ad olio molto diluiti. Mancano il pannello strumenti, da completare nella parte posteriore (che è a vista) e il dettaglio motore, dopo il lavoro di pareggiamento delle superfici della NACA. Per il motore, le foto dell'aereo "vero" rendono l'idea sul lavoro (ancora) da fare. Notare, nella penultima foto, l'ogiva allungata su questo esemplare di Lysander. Nell'ultima foto è visibile il motore "completo" delle aste di sostegno e delle prese d'aria per il raffreddamento dell'olio. Queste ultime sono state realizzate utilizzando le guaine termoplastiche per l'isolamento dei fili elettrici.
Nella foto di sinistra è visibile la fusoliera del Lysander completa del motore. Sono state aggiunte anche le cinture di sicurezza al sedile del pilota. Non visibile in foto, rimane da completare la presa d'aria del carburatore sotto il cofano motore che, sul Mk III, aveva una forma diversa rispetto al Mk I, a parallelepipedo.
Nella foto a destra si vede, appoggiata a un "barattolino" Humbrol, la carenatura del carrello sinistro, nel quale è stato praticato il foro per contenere il faro di atterraggio. L'operazione di "trapano" è stata effettuata prima di inserire la ruota, fissando i due semigusci con nastro carta adesivo. Poi è stata inserita la ruota con cerchione e pneumatico verniciato (e appiattito) e i due semi gusci sono stati incollati. Il foro sarà quindi "allargato" per renderlo compatibile con le generose dimensioni del faro d'atterraggio, visibile in un close up "dal vero".
Nella foto a sinistra, è visibile il pannello strumenti, ottenuto dal "collage" del pannello strumenti in fotoincisione della Model Hobby, previsto per l'Hurricane Mk IIc Airfix ma intilizzabile per quel kit perchè di dimensioni errate. Dal riscontro con le foto, dovrò inserire dei distanziali di plasticard per posizionare il pannello più in alto di un buon millimetro.
Nella foto successiva, anche se non perfettamente a fuoco, si notano sotto la fusoliera le due grembiolature del carrello nelle quali sono state inseriti i due fari di atterraggio frontali (ancora da carteggiare e rifinire). I due "cilindri" trasparenti che devono riprodurre i fari provengono, provvidenzialmente, dallo sprue del canopy del Lysander, dove erano semplicemente 2 sfridi dello stampo. Nel modellismo vale la regola: non si butta mai niente....
Ulteriori passi avanti: sotto la Naca, a destra della foto, è visibile la presa d'aria a "scatola" tipica del Lysander Mk III, che sarà la versione della "Carota Volante" che ho deciso di realizzare. Questo pezzo è stato ottenuto aggiungendo alla presa d'aria fornita dal kit dello styrene di recupero e saldando il tutto con ciano acrilato. Nella foto seguente è visibile il pannello strumenti posizionato alla giusta altezza.
Mentre sto lavorando sui carrelli, al Lysander ho applicato le "pinne", ovvero i timoni di profondità. Sulla fusoliera sono visibili due strisce di nastro nero Dymo (quello per le vecchie etichettatrici) che hanno il compito di proteggere le pannellature dalla necessaria fase di "lisciatura" con carta abrasiva. Gli accoppiamenti tra timoni e fusoliera non sono granchè e ho dovuto colmare i vistosi "solchi" con qualche passata di colla cianoacrilica che, una volta asciutta, dovrà essere pareggiata appunto con decise passate di carta abrasiva bagnata. Al termine, li pannelli incisi presenti sui timoni dovranno necessariamente essere ritoccati.
Siamo arrivati al punto cruciale della lavorazione: il canopy vacuform. Il primo tentativo è andato male e ho sudato le fatidiche sette camicie quando ho iniziato a ritagliare con le forbicine il secondo (e ultimo) esemplare di canopy vacuform con il terrore di rovinare anche questo.
Nella foto a destra si vede il posizionamento con lo scotch Tamiya; l'incollaggio del canopy avverrà con colla vinilica un pezzetto alla volta. Il primo tentativo di incollaggio non è stato soddisfacente, e quindi si ricomincia daccapo. Purtroppo così i tempi si allungano...
Nella seconda foto si vede il canopy vacuform quasi completamente fissato. L'eccezionale trasparenza dell'acetato lascia vedere perfettamente il lavoro degli interni.
L'altro step importante sarà realizzare la mascheratura per la verniciatura dei telai, utilizzando come modello il canopy originale Frog.
E' iniziato il lungo e noioso lavoro della mascheratura del canopy, utilizzando come riscontro quello originale Frog e ovviamente le foto. L'alternativa sarebbe stata, come ho visto da qualche parte, realizzare alcune striscioline di decal dipinte nel colore della mimetica che poi si dovevano incollare sul canopy. Il problema però è fissarle e non ho ancora trovato (nè sperimentato) una tecnica valida.
Un altro passo, quello della mascheratura del canopy, è finalmente concluso. Il lungo tempo di lavorazione è stato causato dai continui ripensamenti (nell'ultima "versione", rappresentata dalle foto, il canopy è nuovamente separato dalla fusoliera) e dal basso livello di concentrazione, quest'ultima tutta assorbita da aver iniziato (e ovviamente non finito) un nuovo progetto ambizioso in un altro mondo modellistico (intendo quello ferroviario).
Ora è tempo di dedicarsi alla versione da realizzare.
La Mimetica
Quando iniziai, diversi lustri fa, a pensare di realizzare questo kit, acquistai un foglio di Decal della scomparsa ESCI dedicata appunto al Lysander, del quale erano proposte tre mimetiche, insieme ad altrettante del Bombardiere Bristol Blenheim. Una in particolare attirò la mia attenzione: un Lysander Mk III "Burma", ovvero del 357° Squadron di stanza nel Sud Est Asiatico. A distanza di tanti anni anni le decal saranno difficilmente utilizzabili, anche (e soprattutto) a causa del bordo trasparente ormai ingiallito, ma anche di una precisione non certo innappuntabile (come praticamente tutta la produzione di decal di trenta-quaranta anni fa). La stessa versione era anche offerta dalle decal Frog (ancora più inutilizzabili data estrema vetustà e approssimazione); anche nel kit della Matchbox dedicato al Lysander in scala 1/32 (oggi rimarchiato con il marchio Revell) era presente la stessa proposta.
In tempi più recenti (2016) ho acquistato un foglio decal della Print Scale dedicato anch'esso al Lysander (nelle 3 versioni Mk I, Mk II e Mk III) e ho ritrovato anche quella che volevo realizzare, ma con notevoli differenze rispetto a quella che conoscevo.
A sinistra è visibile il retro della scatola del kit Frog, dove in basso è presente la mimetica "Burma", identica a quella proposta, alcuni anni dopo, dalla ESCI nel suo foglio decal (foto a destra).
La stessa livrea era presente nella Box Cover della scatola Matchbox dedicata al Lysander in scala 1/32, come è visibile nella foto a sinistra. Nella riproposta con il marchio Revell la "Burma" non è più fornita nel foglio decal.
La livrea in esame appare piuttosto diversa nella proposta Print Scale Decals: il nero si limita alla "pancia" dell'aereo e non si estende alle superfici laterali fino a lambire il tettuccio, come nelle interpretazioni precedenti. A riprova della correttezza della "sua" versione, la Print Scale Decals fornisce a corredo una foto di un Lysander in volo, presumibilmente con la mimetica riprodotta nel foglio decal, ma analizzando la foto (vedi a destra) si notano alcune differenze. Purtroppo la foto è piccola e di scarsa qualità, quindi la conversione tra i grigi e ombre della foto con la vera mimetica dell'esemplare in questione non è facile e soprattutto esente da errori.
Aggiungo che nella monografia Warpaint n° 48 dedicata appunto al Lysander, è presente un trittico a colori che riproduce il nostro Lysander del 357° Squadron con una mimetica che è molto simile a quella proposta dalla Frog, dalla ESCI e dalla Matchbox.
Per complicare di più le cose, su Internet si trovano altre 2 interpretazioni di questo esemplare Burma. Nella prima, lo spinner dell'elica è "yellow" (giallo) mentre le coccarde sono a due colori ma "continentali" senza l'alone giallo. Altre differenze: la sigla identificativa V9889 sotto la coccarda sul timone è nera invece che rossa e manca lo stemma di reparto rosso con il bordo giallo in fusoliera davanti l'abitacolo. Nell'altra versione, le coccarde sono tipo "Burma" ma mancano sia la sigla sul timone che lo stemma di reparto. Come ciliegina sulla torta, lo spinner è bianco...
Per chiudere il giro, ecco le foto dell'esemplare tutt'ora volante del Lisander "Burma" "C" con la mimetica a tre colori, Ocean Grey e Dark Green per le superfici superiori e Black per le inferiori, ventrali e ali inferiori, in cui la separazione tra sopra e sotto è netta e si estende anche ai fianchi della fusoliera. Sarà la ricostruzione corretta? a mio parere la "C" in fusoliera è troppo grande.
Avevo appena iniziato il lungo e noioso lavoro della mascheratura pro verniciatura, iniziando dalle superfici inferiori. Purtroppo, ho dovuto interrompere perchè volevo realizzare le scrostature visibili sui flabelli del cofano motore (e sulla fusoliera) ma mi sono accorto che l'H11 (Silver) della Humbrol si era ridotto a una "mappazza" inutilizzabile e devo quindi procurarmi questo colore prima di procedere.
Ecco finalmente la "mummia egizia" pronta per la verniciatura delle superfici inferiori in nero opaco. I flabelli di scarico sono stati verniciati con l'H191 sul quale ho steso, a gocce, il Maskol per realizzare le scrostature della vernice. L'anello frontale della Naca è stato verniciato con H52 (Brass) e mascherato per proteggerlo, come il motore, dalla vernice nera.
E' stata data la mano di nero sulle superfici inferiori e laterali del Lysander Frog. Non visibili in foto, ho verniciato anche le semiali inferiori. Step successivo: verniciare le superfici superiori della fusoliera, le semiali superiori e il canopy. Si notano appena sui flabelli del cofano motore le "scrostature" della vernice che sono state realizzate preverniciando con l'H191 e mascherando le parti da scrostare con il Maskol. La parte anteriore del cofano motore è rimasta "mascherata" per proteggere il colore dato in precedenza.
Le altre parti del kit (travetti alari, antenna, serbatoio ventrale saranno verniciate a parte e aggiunte in fase di montaggio finale del kit.
Ho dato una prima mano di grigio (H165) sulle superfici superiori e, dopo qualche leggero ritocco, ne dovrò dare almeno altre due per avere una colorazione uniforme. Con una matita prima e poi con il Patafix realizzerò i contorni delle macchie di H30 (Dark Green). Punto d'attenzione: il canopy deve essere dipinto, nella metà anteriore, di dark green e nella parte posteriore di grigio medio. Alle estremità interne delle ali si notano i due "spilli" che, attraversando il canopy vacuform, daranno rigidità strutturale alle ali, simulando le travi di sostegno presenti sull'aereo vero.
Foto a destra: si definisce la mimetica a matita per dare il Dark Green (H30) sulle superfici superiori delle ali e sulla parte superiore della fusoliera, utilizzando i disegni a colori del volumetto della Warpaint dedicato appunto al Lysander.
La mascheratura delle bande è stata effettuata utilizzando il Patafix e il nastro carta.
Sulla fusoliera il processo di "masking" è stato però interrotto perchè ho notato dei difetti di verniciatura sul timone verticale (parte destra) e quindi prima devo rimediare con qualche piccolo ritocco prima di continuare con la mascheratura.
Foto a sinistra: ecco il primo risultato della mimetica dopo aver tolto il Patafix e lo scotch. C'è qualcosa da correggere (sulla semiala destra si vede ancora la traccia della matita) Il Patafix non consente uno "stacco" netto della vernice e sarà necessario ripassare i bordi. Volendo essere ottimisti, l'80-85% del lavoro di verniciatura è fatto. Tra l'ala destra e il timone orizzontale destro si nota il canopy parzialmente "smascherato". Sullo sfondo, si intravede, in foto, l'esemplare restaurato di "Lizzy" (quello riprodotto con il kit Frog) in volo.
Foto a destra: l'immagine sembra identica alla precedente, invece ho completato la mimetica e ho steso una mano di trasparente lucido acrilico per la posa delle decal e il lavaggio ad olio per evidenziare le pannellature incise.
Anche il canopy, non visibile nella foto, è stato completato e sarà posizionato dopo le decal. Ci siamo quasi...
Foto a sinistra: nonostante la mia lunga esperienza con kit con alcuni decenni sulle spalle, sono sempre convinto che, arrivati a un certo punto, si possa procedere speditamente alla conclusione del modello. Ogni volta scopro, come se già non lo sapessi, che così non è: l'incastro del carrello è del tutto insufficiente a garantire non solo una seppur minima stabilità, ma rende assolutamente approssimativo il posizionamento. Ho dovuto faticare le consuete sette camicie per posizionare la prima "gamba", avvalendomi del riscontro con le foto e soprattutto di supporti improvvisati per fissarla e mantenerla in posizione fino a che la colla non renda stabile l'incollaggio. Sarà divertente scoprire quanto lavoro ci vorrà per pareggiare le superfici e correggere le sbavature, prima di poter posizionare l'altra gamba...
Foto a destra: finalmente è arrivata l'altra "gamba"... è ancora necessario qualche piccolo ritocco, ma ci dovremmo essere. Fasi successive: il ruotino di coda e finalmente le decal....
Foto a sinistra: l'operazione "decal" è finita... si notano anche il tubo di scarico del motore e il ruotino di coda.
Ultima fase: assemblaggio finale.
Non nascondo che sono terrorizzato: utilizzo questa "tecnica" per la prima volta e quindi il risultato potrebbe rivelarsi un vero disastro...
Foto a destra: è iniziato il "final assembling", incollando le ali al canopy vacuformed. La fase più difficile sarà incollare il "blocco" ali/tettuccio alla fusoliera e i piloni sub alari di supporto. Devo ancora forare il canopy per l'antenna e mi conviene farlo adesso, con uno spillo.
Ultima nota: è stato incollato anche il serbatoio ventrale.
Foto a sinistra: sono arrivate le ali... C'è ancora qualcosa da "aggiustare" nella zona di incollaggio tra canopy e fusoliera, ma adesso posso dire che mi sento "sollevato" (è proprio il caso di dirlo, parlando di ali). Ero molto incerto sulla possibilità di riuscita di questa fase, poiché non avevo mai tentato prima qualcosa di simile. Dopo i necessari ritocchi, posizionerò i piloni sotto le ali e completerò il modello.
Foto a destra: sono stati aggiunti i piloni alari. Dalla foto risulta che l'anello radiatore e il tubo di scarico appaiono troppo "di fabbrica" e devono essere invecchiati un po'. Manca ovviamente l'elica, le antenne dorsale (con i relativi cavi) e ventrale e la scaletta laterale.
Nella foto si notano anche, sulle estremità alari, le luci di navigazione.
Sullo sfondo a sinistra si intravede però un "intruso", ovvero il kit serie 1 del Rocket di Stevenson, la prima locomotiva a vapore della storia. Il kit risale al 1960 (il blister è circa di un decennio dopo) ma giaceva sotto un velo di polvere in uno scaffale da quasi tren'anni. Cercando un altro kit mi è capitato tra le mani e ho deciso di rimetterci mano, tra una "pausa" e l'altra della lavorazione dei kit di aerei.
Foto a sinistra: si "posano" i cavi dell'antenna. Si tratta di un filo sottile particolarmente elastico che può essere teso per non fare l'effetto "pancia" che invece avrebbe avuto un normale filo di seta o di nylon. Per tenere fermo il filo durante l'incollaggio, effettuato con cianoacrilato, uso la basetta dotata di pinze di metallo (e lente). Dovrà poi essere aggiunto il tirante che, dalla sommita della fusoliera, si congiunge con il cavo principale. L'antenna vera e propria è un filo di sprue stirato che ho fissato sulla sinistra del canopy.
Foto a destra: terminato il posizionamento dei cavi dell'antenna, che sono stati verniciati con una leggera mano di nero, si "fissa" l'elica, utilizzando una mascherina di cartoncino per tenere l'elica alla giusta distanza e con le pale perpendicolari al motore.
Il Lysander è fissato all'uopo in verticale e si intravedono i cavi dell'antenna. Terminata questa fase, il montaggio dovrebbe essere terminato.
PS: sullo sfondo, a sinistra, si nota nuovamente il blister del "Razzo" di Stevenson. Ancora più a sinistra, si intravede la scatola Italeri dedicata al kit del Macchi Mc 202, che sarà il prossimo soggetto modellistico ad essere completato (spero).
Sotto le foto del Lysander finito: non si può considerare un capolavoro da Mostra, sia per la vetustà del kit sia per il risultato finale che non fa rimanere a bocca aperta. E' stato però un ulteriore banco di prova per sperimentare nuove tecniche, tipo quella di fissare le ali tramite aghi da cucito usati come travi. Anche "vacuformizzare" il poco attraente e spesso canopy non è stata impresa da poco. Il resto del lavoro (autocostruzione degli interni, antenna ricostruita, etc.) la considero ordinaria amministrazione.
Come ho scritto sopra, ora dovrei proseguire i lavori sul kit Italeri del Macchi Mc 202 in scala 1/72, che attende da diversi mesi di essere "rimesso in pista".
Recensione Lysander Dora Wings
Successivamente alla mia realizzazione del kit Frog, nel 2019 la Dora Wings, una Ditta di modellismo nata nel 2017 in Ucraina, immise sul mercato modellistico un kit in scala 1/72 dedicato al Westland Lysander Mk III in versione SD, seguito l'anno dopo da un altra proposta. In pratica ripropone le stesse versioni del kit Frog, ma in modalità "improved".
Foto a sinistra: è visibile la Box Art della seconda proposta Dora Wings dedicata al Westland Lysander Mk III che, come nel vecchio kit Frog, mostra la rastrelliera di bomba agganciata alle gambe del carrello.
La prima uscita, soprannominata "SD" (Standard Duty?) forniva decal per 3 livree, tra le quali la Burma proposta dalla Frog (e dalla Matchbox per il kit in scala 1/32)
Siamo davanti a un kit multimateriale, con 5 stampate in styrene grigio chiaro e 1 di trasparenti, un anello in resina con gli scarichi motore, fotoincisioni e maschere per la verniciatura, oltre ovviamente al foglio decal (per 3 versioni) e a un dettagliato volumetto di istruzioni a colori .
Le stampate si presentano di buona fattura, con qualche traccia di flash facilmente eliminabile con un cutter affilato. Il grado di dettaglio è senz'altro elevato, con interni completi e superfici mobili (anche i flap) delle ali e del timone verticale separate. Solo i timoni di profondità sono realizzati in pezzo unico con la corrispondente parte mobile. Il canopy è stampato in ben 8 parti distinte ma il solo elemento posteriore può essere montato aperto. Le decal sono ben stampate e complete di tutti gli stencil. Complessivamente mi sembra un gradino più su del kit Pavla, che pure è un buon punto di partenza, anche se a mio parere quest'ultimo è più impegnativo per le diverse parti in resina (notoriamente molto fragili) e per il canopy vacuform. Entrambi i kit consentono comunque, con un po' di attenzione, di realizzare un'ottima riproduzione del Lizzie (senza impazzire come il sottoscritto...).
Il costo? nell'intorno dei 26-30 € che, trattandosi di un kit a produzione limitata, non è eccessivo; attenzione però alle spese di spedizione, che in alcuni casi possono eguagliare il costo del kit.