AIRFIX
HAWKER HURRICANE MK I
SCALA 1/48 Series 4 (OLD TOOL)
(Cat.04102)
Un (altro) salto nel passato... in una scala diversa dall'1/72.
Alla fine degli anni Settanta (del secolo scorso) l'Airfix lanciò una nuova serie di kit scala 1/48 dedicata ai caccia/bombardieri più famosi della Seconda Guerra Mondiale: lo Spitfire MkVb, l'Hurricane Mk I (oggetto di questa pagina web), il Bf-109 E e, successivamente, lo Stuka e il Mosquito. Di questa trentennale serie sopravvivono ancora oggi solo lo Stuka (in sostituzione nel 2017) e il Mosquito: i kit originali erano sufficientemente accurati e lo sarebbero ancora oggi. I loro principali difetti sono le pannellature in rilievo e il dettaglio interno e esterno che a distanza di così tanti anni mostra il fianco a critiche, a confronto con le realizzazioni più recenti. L'Emil (seguito dalla versione tropicale) è stato rifatto più di una decina di anni fa e ancora è stato nuovamente proposto nel 2015 (versione E4); lo Spitfire Mk Vb nuovo è uscito nel 2014 (vedi la recensione su questo sito qui) e nel 2015 il nuovo kit dell'Hurricane Mk I del quale è disponibile un'ottima recensione sul sito Hyperscale (clicca qui) e, più modestamente, ancora qui su questo sito...
Il vecchio kit (che porta la data del 1979) è rimasto in catalogo fino a pochi mesi fa, proposto più volte con nuove scatole (ultima la "rossa" della recente produzione Airfix) e con nuove decal. Aver deciso di portare a compimento questo vecchio progetto mi ha "costretto" a modificare la "mission" del sito, espandendo le realizzazioni anche alla scala 1/48....
Nella foto a destra il contenuto del kit Airfix dell'Hurricane Mk I. In tutto sono 53 pezzi, non molti per la scala 1/48. La nuova proposta dell'Hurricane Mk I in scala 1/72 (risalente al 2013) ne conta 63 e il nuovo kit 2015 in scala 1/48 ben 127... Si notano già alcune pre-lavorazioni: sono stati asportati flap e timoni per essere successivamente riposizionati "mossi" (ricostruendo la struttura interna dei flap); è stato aperto lo sportello di ispezione del vano carrello; è stato asportato il pannello d'accesso all'abitacolo sulla fusoliera destra; è stata rimossa la scarna struttura all'interno delle semi fusoliere; sono stati rimossi i pannelli alari sulle quattro mitragliatrici (con l'intenzione di mostrarle, naturalmente aftermarket). Sto anche procedendo alla re-incisione delle pannellature, più altri "lavoretti" che descriverò dopo.
Per il dettaglio degli interni ho acquistato un set in fotoincisione della AirWaves, i canopy vacuform della Squadron e nuove decal (quelle originali sono ormai ingiallite).
Se si volesse iniziare da qualcosa di più recente (e decente)...
Senza tralasciare il nuovissimo Hurricane Airfix Serie 5, l'offerta di Hurricane recenti nella scala 1/48 è sufficientemente ampia, anche in riferimento alla fama che tale aereo gode, tra gli "specialisti" e non.
Iniziamo con l'ormai "maggiorenne" ma sempre valido Hasegawa. Il kit risale al 1997 e quindi ha già compiuto diciotto anni. Si tratta di un modello di elevata qualità, sebbene non perfettamente in linea con la produzione modellistica più recente del Sol Levante. Le critiche sono essenzialmente rivolte all'assemblaggio ali/fusoliera, che presenta fastidiosi scalini la cui eliminazione può compromettere il buon dettaglio superficiale e a qualche particolare che avrebbe bisogno di una re-ingegnerizzazione.
Nella foto a sinistra è visibile la Box Art dell'Hurricane Mk I della Hasegawa. Si tratta di un modello con qualche anno sulle spalle ma che tiene ancora "botta". Per alcune imprecisioni di montaggio e qualche particolare da rivedere avrebbe bisogno di una rinfrescata, ma è certamente un punto di partenza più accurato del vecchio (l'età è doppia) Serie 4 Airfix. Il prezzo dovrebbe aggirarsi nell'intorno dei 25-30 € su internet.
Nella foto a destra è visibile la Box Art dell'Hurricane Mk I della Italeri. Il kit è uscito nel 2011 e, come recitano le scritte sulla cover, comprende un PRM (Photographic Reference Manual) con diverse e utili foto anche a colori di dettagli vari, un piccolo foglio in fotoincisione per il pannello strumenti, le cinture di sicurezza e altri particolari e un foglio decal per ben 6 versioni. Aprendo la scatola, le stampate si presentano nel classico colore grigio chiaro (93 parti) e si nota un buona qualità complessiva. I trasparenti (12 pezzi) forniscono però un solo tipo di parabrezza (senza blindovetro) ma sono incluse anche le luci di navigazione laterali. Nel kit è anche presente una più che buona riproduzione del motore Merlin (i pannelli motore sono separati e quindi non è necessario agire "di bisturi" per mostrarlo). Non sono presenti (a differenza del nuovo kit Airfix) le mitragliatrici alari. Il kit è anche disponibile con il marchio Tamiya; nella scatola con le due stelle sono presenti anche tre figurini in piedi (due piloti in tenuta di volo e un ufficiale in divisa "di terra").
Nella stessa scala ritroviamo un Hurricane di produzione russa (Ark Models) di cui abbiamo già scritto una nota su questo sito e quindi chi fosse interessato a leggerne la recensione, può cliccare qui.
Rimanendo nell'Europa dell'Est (Repubblica Ceca) troviamo la proposta della Classic Airframe (purtroppo visualizzata incompleta per incompatibilità di formato dell'immagine) che risale al 2005, in occasione del 65° anniversario della Battaglia d'Inghilterra. Il kit è "multi material", nel senso che sono presenti stampi in styrene "short run", canopy in vacuform e parti in resina. Le decal sono per due versioni. Importante: le (due) versioni riprodotte prevedono l'ala in tela (fabric wing).
Interessante è la proposta (risalente al 2007) della Pegasus Models: si tratta di uno "snap kit" che potrebbe farlo sembrare un prodotto per principianti o un giocattolo, ma non è così. Le parti non sono molte e la finitura superficiale dei pezzi non è eccellente (è presente anche un po' di flash) ma adeguata alla tipologia di prodotto e alla fascia di prezzo (15 US$). Aprendo la scatola, troviamo quattro stampate ocra chiaro lucido con un buon dettaglio superficiale (forse un po' troppo marcato) e interno (è riprodotta anche la struttura dell'abitacolo e gli strumenti laterali). Lascia un po' a desiderare il pannello strumenti, con i bordi degli "orologi" in rilievo ma privi di lancette e di quadranti. Il seggiolino è riprodotto solidale con la paratia blindata (come fa anche la Revell con il suo Hurricane in scala 1/72); anche l'elica è in un pezzo unico, così come il canopy. Gli incastri sono "snap" quindi è possibile assemblare il modello senza far ricorso alla colla, ma ovviamente la soluzione "glued" è da preferire, anche per la sua stabilità a lungo termine. Le versioni proposte dalla scatola sono due (ala in metallo) e le decal sono offerte sia in versione "ad acqua" che adesive. Una volta montato e verniciato, l'aspetto finale è dignitoso e può costituire un buon punto di partenza per il modellista poco esperto. Nella stessa serie si possono acquistare uno Spitfire. Mk. I, un Bf-109G, un Me-262 e un Mitsubishi Zero, oltre a un notevole assortimento per diorami (case, filo spinato, alberi, palme) e set di figurini sia WWII che civili.
Pronti: via!
A onor del vero, il "via" risale a più di 5 lustri fa... L'Hurricane è un progetto "antico" che è rimasto a giacere per tanti anni prima di rivedere la luce qualche mese fa. Ne sono prova le lavorazioni già iniziate sulle ali mostrate a inizio articolo.
Nella foto a destra sono visibili altre componenti in lavorazione del kit Airfix. A differenza dello Spitfire uscito tre anni prima, il dettaglio interno dell'Hurricane era piuttosto spartano, offrendo un discreto sedile da incollare sul pozzetto carrelli che, in rilievo, riportava anche i poggiapiedi. Oltre al sedile, erano presenti la paratia posteriore di disegno molto semplificato, la cloche, un pannello strumenti di discreta fattura, il collimatore e un decente pilota (con un braccio separato per fargli assumere pose diverse). Come nel coevo Spitfire Mk VB, era appena accennata sulle pareti interne la struttura a tubi (che è una delle caratteristiche peculiari del caccia inglese).
Dopo aver considerevolmente ridotto lo spessore dello styrene nella zona abitacolo, utilizzando lo sprue stirato a caldo, ho riprodotto la struttura che realizzava la "gabbia" del pilota. Il kit aftermarket della AirWaves che mi sono procurato non è molto ricco e in pratica me ne servirò per la zona pedali, per le cinture di sicurezza e per la bussola. Il pannello strumenti e le apparecchiature presenti nell'abitacolo saranno invece realizzate "old style", ovvero autocostruite, facendo uso principalmente di pezzi di plasticard e sprue. Nella scala maggiore l'effetto tridimensionale, purtroppo assente nelle fotoincisioni, rende molto più realistici i particolari.
Alla semi fusoliera destra è stato asportato il pannello di accesso, che sarà sostituito da quello (ottimo) in resina realizzato in verità per l'Hurricane Italeri dalla QuickBoost, ma che è perfettamente adattabile anche all'Airfix.
Le pessime ruote fornite nel kit sono state sostituite con quelle cannibalizzate dal kit della Ark Models anch'esso dedicato all'Hurricane Mk I.
Nella scatola "russa" sono infatti presenti due serie di ruote, una con l'effetto peso e l'altra con ruote perfettamente "tonde" (sono quelle visibili sul pezzo di legno a sinistra). Con la tecnica della superficie calda, proverò a realizzare l'effetto peso.
Nella prima foto a sinistra in basso sono messe a confronto le due coppie di ruote: sopra quelle originali Airfix (non molto riuscite) e sotto quelle Ark Models "schiacciate" a caldo e parzialmente verniciate (i cerchioni sono da ripassare). In alto il sedile già verniciato a cui ho aggiunto le due leve laterali realizzate con lo sprue stirato e sagomato. Nella seconda foto sono visibili le ruote finite e il wip del seggiolino al quale sto aggiungendo le cinture di sicurezza.
Il seggiolino è stato completato con le cinture di sicurezza e le due leve laterali ed è stato incollato al pozzetto carrelli che funge anche da base. Nella foto è anche visibile l'appoggio per i piedi e la pedaliera in fotoincisione (da kit AirWaves). Manca ancora la cloche (quella fornita dal kit va bene) ma il più è fatto. Next step: il dettaglio delle pannellature laterali della fusoliera; come documentazione mi saranno molto utili le foto nel volumetto PRM dell'Hurricane Italeri.
Nelle foto a sinistra sono visibili gli interni quasi completati, compreso il pannello strumenti (scratchbuilt); ai pannelli laterali devo aggiungere qualche cavo, realizzato con filo di rame verniciato a smalto. Un'ombreggiatura leggera con un grigio scuro darà all'insieme maggiore profondità. Nella foto successiva è visibile il vano carrelli che nella parte superiore costituisce l'appoggio per il seggiolino, la pedaliera e la cloche. Questa parte è stata completata. Nella foto non è visibile il vano carrelli vero e proprio, ma anch'esso è pronto per essere posizionato sull'ala inferiore.
Ecco gli interni completi: sono stati aggiunti i cavi, realizzati con filo di rame colorato a smalto (nero e rosso opaco) che secondo me contribuiscono a dare realismo all'abitacolo. Mi sono concesso un piccolo "vezzo" nell'aprire e dettagliare il pannello di accesso posteriore per mostrare (parzialmente) la struttura a tubi e cavi dell'Hurricane, realizzata con il "solito" sprue stirato. A questo punto sono pronto a chiudere le semifusoliere; una prova a secco conferma la scarsa precisione degli accoppiamenti nei kit Airfix della passata generazione e sarà necessario intervenire in diversi punti con cianoacrilato e/o stucco.
Nella foto di sinistra è visibile la fusoliera dell'Harricane abbondantemente "pinzata" durante la fase di incollaggio. Per scrupolo ho utilizzato il nuovo nastro Tamiya per impedire che le sbavature di colla rovinassero il dettaglio della fusoliera, ma è stata una precauzione superflua: gli accoppiamenti lasciano così tanto a desiderare che bisognerà operare "di scalpello" per correggerli... Questo offriva l'Airfix trentacinque anni fa...
Nella foto di destra è visibile la parte "alata" dell'Harricane. La semi fusoliera sinistra è stata già incollata perché non sono previste altre lavorazioni (tranne il riposizionamento degli alettoni e dei flap) mentre sull'ala destra ho disegnato gli ingombri del vano armi da realizzare. Per comodità di movimenti ho rimosso il seggiolino e la cloche che riposizionerò una volta pronto ad incollare le ali alla fusoliera.
Nelle foto di sinistra: si lavora sul vano mitragliatrici dell'ala destra. Parzialmente visibili in foto, i due pannelli anteriore, posteriore e laterale sono stati già lavorati per accogliere le armi e per riprodurre la foratura triangolare dei longheroni tipica dell'Hurricane.
Nelle foto di destra: finalmente sono riuscito a chiudere l'altra semiala. Come ho già scritto in un'altra pagina del sito, i lavori "modellistici" vanno un po' a rilento perché mi sto occupando anche di un modello in scala 1:1 (di auto) e il tempo libero è quello che è... Si notano le quattro mitragliatrici Browning (in Resina della Eduard) che fanno bella mostra di loro. Mancano i caricatori perché non li ho trovati, ma ho i miei dubbi che ci sarebbero entrati.
Nella foto di sinistra: una prova a secco dell'accoppiamento tra ali e fusoliera. Superiormente, a meno di un piccolo inserto di plasticard nello scalino presente davanti alle due bande antisdrucciolo sulla fusoliera, la situazione è più che discreta. I problemi maggiori si hanno invece nei due punti d'attacco tra cappottatura motore e bordo d'entrata alare e posteriormente sul bordo d'uscita. Poiché gli alettoni non sono recuperabili (oltre ad essere stampati approssimativamente), ho ordinato un set completo (alettoni, timone verticale e impennaggi) della CMT in realtà realizzato sull'Hurricane Hasegawa che spero di poter adattare anche sul "vecchio" Airfix.
Nelle foto di destra: un dettaglio quasi sempre trascurato è la parte dell'elica, che invece secondo me (in particolare quando si mostra il motore) è un degno completamento di un modello inserito in un diorama e sempre ben documentato. Nella prima foto in alto a destra, appoggiato sul nastro carta, è visibile il mozzo dell'elica, realizzato con parti ricavate dal magazzino pezzi. Gli fanno compagnia due dei pannelli laterali realizzati con plasticard e sprue del comparto mitragliatrici alari (visibile nelle due foto precedenti) e metà finestratura dello Storch con i telaietti verniciati (e da rifinire).
Nella seconda foto, le tre pale Rotol sono state fissate al disco posteriore dell'ogiva, con i fori di alleggerimento realizzati con il trapanino a mano.
Nella foto di sinistra: l'Hurricane ha ricevuto le ali, ma sono ancora "fasciate" per consentire alla colla di asciugarsi e acquistare il giusto diedro alare. Aspettarsi precisione negli accoppiamenti di un kit Airfix di quasi quaranta anni fa è una chimera, ma la situazione non è disastrosa. Grazie all'inserzione di pezzetti di plasticard nell'incastro delle ali, gli accoppiamenti superiori ala/fusoliera possono definirsi dignitosi; altrettanto non si può dire altrove e ho utilizzato due mollette per ridurre il gap anteriore. La situazione nelle "parti basse" è ancora più impegnativa per aver rimosso alettoni e flap e quindi ci sarà da lavorare parecchio. Nel frattempo il kit di dettaglio per le superfici mobili della CMT è arrivato: da una prima prova, gli alettoni (realizzati per il kit Hasegawa) sono più corti di circa un millimetro e questo vuoto dovrà essere colmato con cianacrilato e/o stucco prima di poterli utilizzare. Per quanto riguarda i timoni di profondità e il timone verticale, penso di poter riciclare quelli del kit Airfix, naturalmente in posizione "mossa".
Nella foto di destra: tolte le bende, ho pareggiato tutti gli accoppiamenti e li ho verificati con un leggero strato di grigio acrilico Puravest. Nel frattempo sto lavorando agli alettoni in resina per renderli "pari" con il vuoto del kit Airfix (manca circa un millimetro) e ai timoni di profondità, che non sono bellissimi ma non posso utilizzare quelli del kit in resina CMT perché gli incastri sono diversi. Prossimo compito: realizzare le luci di posizione sulle estremità alari. Il lavoro non mi mancherà di certo...
Nelle foto di sinistra: sono arrivati anche i timoni di profondità, con le parti mobili in posizione "moscia". In altri tempi avrei potuto considerare il modello quasi finito, ma come ho scritto sopra, di lavoro ce n'è ancora parecchio.... L'Hurricane è stato "sporcato" con una mano leggera di grigio acrilico Puravest dato a pennello per verificare gli accoppiamenti. Le pannellature re-incise risaltano alla grande... Non sono molto visibili (ma assicuro che ci sono) le luci di navigazione alle estremità alari. Nella terza foto sono state ritoccate le mitragliatrici alari con una mano diluita di nero opaco.
Nel frattempo si lavora ad altri particolari: nella foto di destra è visibile il radiatore ventrale al quale è stato asportato il pannello posteriore che sarà ricostruito con un quadratino di plasticard per poterlo mostrare aperto. Sono ancora da completare le pannellature incise; nella foto successiva, a sinistra, si vede il radiatore "capovolto" nel quale sono stati aggiunti la presa d'aria anteriore in fotoincisione e un rettangolino di plasticard nella zona posteriore, già verniciati in nero opaco. Nella parte destra, si nota il timone verticale (già visibile montato nella terza foto in alto), in due pezzi, separato dalle semifusoliere con operazione "chirurgica" e ritoccato con un pezzetto di plasticard e cianoacrilato.
Nuova fase: si provano i bellissimi flap in fotoincisione della Eduard, realizzati per il nuovo Airfix Hurricane in scala 1/48. Dalla prova a secco del flap sinistro esterno si nota che manca circa un millimetro al bordo di uscita alare: dovrà essere inserito uno spessore di plasticard nell'incastro dietro il flap per colmare il gap. Non si finisce mai...
Nonostante l'interposizione di due profili di plasticard da 1 mm per far combaciare i flap in fotoincisione della Eduard con il bordo d'uscita alare, rimangono, tra flap e fusoliera, due "vuoti" di forma rettangolare che dovranno essere riempiti con rettangoli di plasticard appositamente sagomati. Uno di essi è già stato posizionato in corrispondenza del flap sinistro. Gli accoppiamenti tra parti in fotoincisione, strisce di plasticard e ali dovranno essere poi pareggiati con aggiunta di stucco e/o cianoacrilato.
Tutti i due vuoti sono stati colmati con il plasticard ed è stato aggiunto il cianoacrilato per pareggiare le superfici. Sotto l'ala sinistra il lavoro è finito, mentre serve qualche altro "sforzo" per l'altro lato.
In previsione della verniciatura, prima di dare lo strato di fondo con il grigio acrilico, si mascherano le zone che sono esposte e che non devono essere verniciate. La mascheratura consiste nell'inserimento di pezzi di carta assorbente tenuti al loro posto da una spennellata di Maskol, che aiuta anche a colmare le piccole fessure. Per l'abitacolo utilizzo il canopy originale fornito nel kit, debitamente protetto con il maskol. Un pezzo di nastro carta adesivo mi aiuterà a chiudere il vano corrispondente al pannello d'accesso. Prima di utilizzare l'aerografo, sarà opportuno un leggero lavaggio con acqua e sapone per togliere tutto l'unto delle ditate durante la lavorazione.
Ecco nella foto di destra l'Hurricane con una mano di grigio di fondo acrilico Puravest. Le pannellature incise risultano ben visibili e le superfici superiori sono pronte per la verniciatura a smalto. Nella seconda foto: ho dato una mano di grigio anche alla "pancia" del caccia Airfix ed è stato necessario qualche ritocco. Gli alettoni (aftermarket) saranno incollati dopo la stesa del grigio di fondo.
Nella foto di sinistra sono stati aggiunti (finalmente) gli alettoni. Il lavoro di adattamento è stato piuttosto lungo e impegnativo perchè erano più larghi e più corti. Sono stati ovviamente incollati in posizione "mossa". Nella foto successiva: è stata data una prima mano di "Sky" (Humbrol H23) sulle superfci inferiori. Forse per un'errata diluizione, l'aerografo ha "sputacchiato" la vernice più che spruzzarla e la finitura è venuta a chiazze. Vediamo con la seconda mano che cosa succede. Notare i vani flap mascherati con nastro carta che dovranno essere verniciati in alluminio o in verde interni.
Mentre attendo che la seconda mano di "sky" si asciughi, mi sono dedicato alla realizzazione degli stencil. Non potendo utilizzare le decal del kit Airfix causa vetustà, avevo acquistato due fogli di decal aftermarket, uno della AeroMaster con sei proposte di Hurricane che parteciparono alla Battaglia d'Inghilterra e uno della TechMod che propone livree di Hurricane pilotati da assi polacchi. Il foglio della TechmMod è molto ricco e prevede gli stencil mentre quello della AeroMaster no. Alla fine ho optato per il foglio AeroMaster e per uno dei più famosi Hurricane della Battaglia d'Inghilterra, il Bebè, pilotato dall'asso Belga Ortmans e appartenente al 229 Squadron. Poichè ritengo che in scala 1/48 gli stencil siano irrinunciabili, non volendo "sottrarli" al foglio Techmod, ho deciso di autocostruirli partendo appunto da quelli. Il risultato è visibile nella foto a destra. Per chi fosse interessato alla realizzazione di stencil (ma anche di decal complete) può leggere sotto altrimenti può "saltare" oltre.
- Se si stampano stencil e/o decal neri o comunque colorati (quindi non bianchi), si può utilizzare un foglio per decal trasparente per stampante a getto d'inchiostro (le più diffuse). Si trovano su internet in confezioni da 3-5-10 fogli. Il mio consiglio è acquistare, almeno all'inizio, una piccola quantità. Una confezione da 3 fogli formato A4 costa intorno ai 6-7 € (spese di spedizione escluse).
- Come è spiegato nel link che ho indicato sopra, dopo aver disegnato il "prototipo" sul PC con un Editor, è importante fare una prova di stampa su carta comune anche a bassa risoluzione. Tanto non sarà l'unica (per correggere immancabili errori/imprecisioni/spaziature di stampa) ed è inutile consumare "a vuoto" la cartuccia con stampe ad alta risoluzione. Raccomando di pulire preventivamente gli ugelli e di effettuarne un allineamento: le decal richiedono elevata precisione e sarebbe un peccato rovinare un lavoro "impegnativo" con una stampa "uscita male" per macchie d'inchiostro o per linee storte o sfuocate.
- Prima di effettuare la stampa vera e propria, io consiglio di fare una stampa ad alta risoluzione su carta fotografica lucida, come di solito è realizzato il foglio decal. La stampa su carta di qualità pari a quella definitiva vi darà la possibilità di verificare con accuratezza la "resa" finale.
- Una volta stampata la decal, è fondamentale lasciare asciugare l'inchiostro per stabilizzare la stampa, almeno 24 ore. Per fissarla definitivamente si può utilizzare il poliuretanico a 2 componenti come riportato nella guida ma si possono utilizzare le bombolette spray di trasparente acrilico (sia opaco che lucido) PURCHE' le prime 3 mani siano date MOLTO LEGGERE. Se ci si lascia prendere la mano, una spruzzata eccessiva di trasparente rilascerà sicuramente (è un'esperienza che ho subito anch'io) una quantità eccessiva di diluente sulla superficie del foglio. Il diluente a base alcolica/acquosa scioglierà l'inchiostro e rovinerà irremediabilmente la decal "faticosamente" realizzata. Quindi, lo ripeto, è importante spruzzare solo una passata leggerissima in modo che vernice e diluente si asciughino in fretta. Dopo almeno un'ora di asciugatura (anche di più se l'ambiente in cui si lavora è freddo o umido), se ne daranno altre due altrettanto leggere per fissare ulteriormente l'inchiostro e dopo una notte di aciugatura completa è possibile dare la mano definitiva più "corposa" ma senza esagerare, altrimenti il fondo trasparente sarà evidente una volta posizionata la decal. Come sempre, l'esperienza aiuta... E' (quasi) inutile ricordare che è fondamentale lavorare in un ambiente privo di polvere: per il ridotto spessore della stampa, anche un minuscolo granellino di polvere sulla superficie della decal, una volta stesa sul modello, si noterà e rischierà di rovinare l'effetto finale.
- Terminata la fase di "fissaggio" e lasciata asciugare la decal almeno per un'altra notte, si potrà tagliare con il taglierino e un righello la "striscia" di decal appena realizzata. La parte rimanente del foglio potrà essere riutilizzata ancora fino a circa un terzo della dimensione del foglio (circa 10 cm.).
- Come si è abituati a fare con le decal fornite "da scatola", si ritaglieranno con un paio di forbicine le decal che dovranno essere via via posizionate sul modello, anche se c'è una piccola ma fondamentale differenza. Le decal realizzate professionalmente, infatti, hanno solo un piccolissimo bordo non stampato e, talvolta, completamente assente. In questo caso, poichè il fondo è uniforme, il bordo sarà sempre presente e potrà essere ridotto solo con un taglio preciso e accurato.
- Se si devono riprodurre scritte o forme che contengono il bianco, è necessario procurarsi i fogli per decal a fondo bianco, in quanto le stampanti a getto d'inchiostro NON stampano il bianco. Per non farla troppo lunga, rimando a quanto è scritto nella guida indicata; aggiungo solo che, come nel caso precedente, è utile fare una prova ad alta risoluzione su carta fotografica a sfondo bianco prima di stampare sul foglio decal.
Ecco le superfici inferiori verniciate, a meno di ulteriori lavorazioni che completerò successivamente e di piccoli ritocchi di vernice sky sui bordi dei flap. Prima di passare alla mimetica a bande delle superfici superiori, voglio dare un paio di mani di vernice trasparente lucida acrilica per fissare il colore e evitare che macchie di sporco o ditate possano rovinare la vernice chiara "sky". Devo poi incollare la presa d'aria del carburatore davanti al pozzetto carrelli, il radiatore dell'acqua e dell'olio sotto la fusoliera e realizzare i flap, le cui centine in fotoincisione, vanno incollate una per una. Poi fare il foro per il ruotino di coda (che manca). Insomma, il lavoro da fare è ancora tanto...
Dopo aver mascherato le superfici inferiori con il nastro carta e con il Maskol le luci di navigazione e di atterraggio, ho steso un paio di mani di Dark Earth (Humbrol 29). Prima di stendere altre mani di smalto, ho disegnato con una matita con la punta morbida i bordi della mimetica, per "concentrare" il colore là dove serve. Per questa attività ho utilizzato l'ottimo e dettagliatissimo schema trovato su internet, visibile parzialmente nella foto a fianco. Non smetterò mai di dire grazie a tutti quelli che hanno la pazienza di "postare" foto e disegni a disposizione di chi, come me, ha bisogno di valida documentazione per realizzare correttamente i propri modelli.
Mentre si procede con la mimetica delle superfici superiori, sto mettendo a dura prova la mia pazienza (e la vista) nella realizzazione dei flap. Le centine devono essere incollate una ad una utilizzando una quantità minima di cianoacrilato per non sporcare la superficie in ottone. Per fortuna ho scoperto che l'acetone per unghie riesce a rimuovere (con l'ausilio di un pennellino a setole dure) le macchie di colla. Purtroppo si può usare solo sul metallo perchè sullo styrene farebbe ancora più danni... Nell'ultima foto sono ripresi i quattro flap con tutte le "centine" al loro posto e verniciate con un paio di mani di H78.
Ecco la colorazione a bande in Dark Green (H30) e Dark Earth (H29) prendere forma. Ho prima disegnato con una matita morbida i bordi delle aree da ricoprire con il dark green, poi ho mascherato con il Patafix Uhu e poi ho dato un paio di mani di colore. Si notano nella prima foto anche le scritte DG per non sbagliarmi con le parti da ricoprire. Qualche area è da ripassare per i bordi non definiti o per alcune imperfezioni nella verniciatura.
Per continuare con gli "aggiustamenti" alla mimetica, ho rimosso tutte le mascherature. Il vano armi alare è "desolatamente" vuoto e attende il nuovo posizionamento delle 4 Browning da .303 in resina. La mimetica a bande Dark Earth/Dark Green è stata ritoccata e leggermente "usurata"(il cosidetto weathering): nei mesi durante i quali si svolse la Battaglia d'Inghilterra le missioni si susseguivano senza posa e i tecnici avevano solo il tempo di mantenere il "Bebè" in condizioni di volare e di combattere. Prima di realizzare le "strip" antiscivolo nere alle attaccature delle ali, ho steso un paio di mani di trasparente lucido acrilico che ha conferito all'Hurricane una non accattivante finitura "a chiazze".
Nel frattempo, mi sto dedicando alle altre parti per completare il modello. In particolare, ai flap, ai carrelli e al cassone ventrale del radiatore dell'olio, ho dato una mano di vernice trasparente lucida e poi ho applicato il "weathering", con un sottile velo di grigio scuro. Una gamba di forza del carrello principale era rotta ma sono riuscito a ricostruirla utilizzando il cianoacrilato e un pezzo di sprue stirato. Ho aggiunto anche i tubi dei freni e posizionato le ruote per vedere l'effetto che fa. Ci vorrà ancora un po' prima di vedere l'Hurricane finito... Poi dovrò dedicarmi all'ambientazione con figurini (Eduard) di cui a destra la foto della box cover. La scatola contiene tre piloti ripresi nell'atto di correre e due tecnici intenti ad approntare l'aereo. La "sfida" è riuscire ad adattare almeno un pilota ricombinando braccia, gambe, torso e testa per rappresentare l'asso Victor Marcel Maurice Ortmans detto "Vicky" in un (raro) momento di relax.
Nella semiala destra sono tornate le quattro Browning da 0.303 pollici che erano state asportate per la fase di verniciatura. Nella foto sono anche visibili le due bande nere antiscivolo. Come step successivo: la posa delle decal e degli stencil. Nel frattempo si lavora all'ambientazione...
Le decal cominciano ad arrivare... Per ora ho posizionato le due coccarde alari superiori, le bande rosse sui fori delle mitragliatrici alari e gli stencil sui bordi d'entrata e d'uscita. Dalle foto è ben visibile la finitura lucida della vernice trasparente glossy data a protezione/fissaggio delle decal. Le decal AeroMaster sono piuttosto spesse: da un lato è cosa buona perchè sono più resistenti dall'altra seguono con difficoltà pannellature e/o fori. Le bande rosse erano anche (gentilmente) fornite dal foglio AeroMaster, anche se nelle istruzioni allegate non se ne fa cenno. L'unico problema è che sono sovra dimensionate (vanno bene per un Hurricane in scala 1/32 o 1/24 e le ho dovute ritagliare). Nella foto si notano anche i due proiettori, autocostruiti con due pezzi di sprue trasparente, inseriti nei vani dei fari d'atterraggio alari che erano desolatamente vuoti.
La posa delle decal e degli stencil "autocostruiti" continua con la fusoliera (lato destro). La coccarda dietro l'abitacolo è realizzata dalla Aeromaster in due parti, con il "pallino" rosso separato. La fascia tricolore sul timone verticale era invece rettangolare e ho dovuto ritagliarla per adattarla alla forma del timone. Le decal Aeromaster, come ho scritto sopra, hanno un film piuttosto spesso e spero sia possibile "mascherarlo" con la definitiva mano di trasparente acrilico opaco. Sul lato sinistro della fusoliera è stata apposta la scritta "Bebè", che era il nomignolo affettuoso utilizzato dall'asso Ortmans per denominare il proprio apparecchio. Nella realtà gli "occhielli" delle vocali "e" erano più stretti ma me ne sono accorto dopo... D'altra parte, per realizzare la scritta in maniera più fedele non sarebbe stato facile...
Il posizionamento delle decal AeroMaster prosegue con le superfici inferiori, comprendendo gli stencil "autocostruiti" Nel frattempo sono stati aggiunti la presa d'aria anteriore dei carburatori e il cassone del radiatore acqua/olio. Manca solo una mano di trasparente lucido e posso considerare terminata la fase decal (comprendendo anche gli stencil autocostruiti). Next step: il canopy. E' la fase che mi preoccupa di più; le riproduzioni vacuform della Squadron sono ben fatte e soprattutto sono ottimizzate per il "vecchio" kit Airfix, ma vanno verniciate le intelaiature, separato il parabrezza dal tettuccio scorrevole e aggiunti lo specchio retrovisore e le maniglie di apertura...
Con la proverbiale "pazienza di Giobbe" sto ritagliando a uno a uno i pezzettini di nastro carta per realizzare la mascheratura del canopy vacuform della Squadron, visibile in alto a sinistra della foto. Un plauso a chi ha pensato di realizzare in modo "industriale" con la carta autoadesiva le maschere per i tettucci, anche se nel mio caso mi devo arrangiare da solo... La Squadron suggerisce un metodo secondo me impraticabile: verniciare una decal (in questo caso, in Dark Green), ritagliare tante striscioline e attaccarle sul telaio a rilievo del canopy. Tale sistema potrebbe essere utilizzato se il telaio fosse "squadrato" ma in presenza di superfici curve, la striscia di decal si arriccerebbe.
Nella foto si notano anche i "baffi", ovvero gli ottimi scarichi della Quickboost in resina che, oltre ad essere realizzati molto bene, sono precisi al centesimo di millimetro, incastrandosi perfettamente nei fori di fissaggio e negli appositi vani della fusoliera. Non molto visibili stante la finitura (ancora) lucida, le pannellature della semiala destra "ripassate" con il grigio scuro per imitare lo sporco.
Per il lavoro di mascheratura del canopy vacuform della Squadron ho deciso di farmi "aiutare" dal foglio pretagliato della Montex, in realtà ottimizzato per il nuovo kit uscito l'anno scorso (2015). Il foglio è molto ricco, poichè contiene le maschere sia per la parte esterna che interna e per la cappottina chiusa e aperta. Io lo utilizzerò solo parzialmente.
Nel frattempo, ho aggiunto i flap (in fotoincisione della Eduard) sulla semiala destra. E' stato necessario un "aggiustamento" dell'ultimo momento, poichè i due flap montati uno accanto all'altro erano di oltre un millimetro più lunghi del vano. La cosa è piuttosto strana: la misura doveva corrispondere alla parte fissa già inserita nell'ala, ma evidentemente non era così...
E' finalmente arrivato l'altro flap a "fare il paio"... Il lavoro (sui flap) non è ancora terminato, perchè nelle superfici inferiori gli accoppiamenti non sono bellissimi (causa adattamento di parti progettate per il nuovo kit Airfix) e dovranno essere ritoccati con Vinavil e H23. Sulla semiala sinistra si nota il lavoro di weathering (da completare), esaltato dalla luce radente dei faretti. Nel frattempo ho iniziato a lavorare sulla basetta: ho utilizzato la "classica" cornice fotografica (in questo caso di dim. 20x25 cm) eliminando il vetro e lasciando il retro di masonite come superficie su cui aggiungere terra e erba (finta).
Ecco la "basetta" praticamente finita. La realizzazione è stata molto semplice: un po' di terra per presepi, erba finta e qualche cespuglio... E' necessario qualche piccolo ritocco, ma non porterà via molto tempo.
Dopo il "weatering" delle pannellature, ho steso una mano di trasparente opaco. I colori acrilici trasparenti hanno sicuramente il vantaggio di non ingiallire come i corrispondenti a smalto, ma quello opaco ha una finitura un po' gessosa che non mi piace molto.
I "vetri" che coprono i fari di atterraggio sui bordi d'attacco alare si sono incastrati quasi perfettamente al loro posto. Sinceramente mi aspettavo qualche problema, trattandosi di un kit con quasi quarant'anni sulle spalle, ma per fortuna è andato abbastanza bene. A questo punto, per giungere alla fine manca solo il canopy, che è stato diviso in due con una operazione chirurgica che mi ha fatto sudare sette camicie per paura di sbagliare... Infine si possono incollare le parti mancanti, come carrelli e antenna.
Altro (piccolo) passo avanti: ho aggiunto il portello d'accesso della QuickBoost, in realtà progettato per l'Hurricane Italeri, ma ben adattato all'Airfix. Si notano anche gli ottimi scarichi in resina sempre della QuickBoost che aumentano parecchio il realismo rispetto alle misere riproduzioni Airfix. Per completare gli interni, manca il collimatore, che sarà aggiunto contemporaneamente al parabrezza che gli farà anche da riparo, altrimenti rischia di staccarsi.
Una curiosità: per effetto dello zoom e della luce dall'alto, risulta ben evidente il leggero bordino creatosi incidendo le pannellature con lo scriber che dà l'impressione che queste siano ancora a rilievo, ma così non è. Non ho ripassato le incisioni con la carta abrasiva per non dover rifare anche i rivetti e questo è il risultato. Da distanza maggiore la cosa non si nota, per fortuna...
Un ulteriore passo verso la conclusione: parabrezza (con tanto di specchietto retrovisore) e collimatore. Il parabrezza proviene dal Vacuform Squadron già visto nelle foto precedenti, lo specchietto dal foglio in fotoincisione della AirWaves (anche questo già noto) e il collimatore dal kit dello Spitfire Mk Vb (quello "appeso" per aria, come descritto nella recensione del nuovo kit Airfix). Approfittando del fatto che ci dovevo "mettere le mani", ho ripassato la pannellatura sul cofano motore che, nella foto precedente, risultava un po' troppo a rilievo. Un altro piccolo "difettuccio" rivelato dalla foto ravvicinata è l'effetto silvering dello stencil autocostruito vicino alla D di identificazione reparto. Proverò a ripassarlo con qualche ulteriore mano di trasparente opaco per ridurre l'effetto.
Anche il canopy è terminato; non visibili nella foto, sono state incollate le "maniglie" (in fotoincisione) per l'apertura manuale della parte mobile del tettuccio. Next step: i carrelli, che hanno purtroppo riservato una spiacevole sorpresa, come si vedrà nella foto successiva.
Nella prima foto, è visibile il carrello principale completato. La "sorpresa" di cui parlavo sopra è stato scoprire che i pistoni idraulici per l'apertura/chiusura del carrello finivano nel "vuoto" del pozzetto, senza alcun incastro. Ho dovuto pertanto aggiungere due pezzetti di sprue stirato per simulare i perni di ancoraggio. Notare le ruote appiattite a caldo (provengono, come ho scritto sopra, dal kit dell'Hurricane della Ark Models). Sono stati aggiunti i tubi dei freni (sprue stirato) e i travetti di sostegno (plasticard) delle gambe dei carrelli nel vano. Nella seconda foto sono visibili il ruotino di coda, il tubo di Pitot (dietro la coccarda alare sinistra) e la staffa per il pilota (con un elemento aggiuntivo in fotoincisione).
Quasi stento a crederlo, ma l'Hurricane è finalmente finito... sono stati aggiunti: l'elica, senza ogiva, per mostrare il "mozzo" autocostruito, l'antenna e, non visibili causa sfondo (di cartone), i cavi delle antenne. Per fissare il cavo principale, ho inserito uno spillo a caldo nel timone, accorciandolo con una tronchesina.
Ora mi posso concentrare sul diorama.
Anche il diorama è stato completato. A contorno dell'Hurricane, il cui progetto risale ormai a trent'anni fa, sono stati inseriti gli ottimi figurini della Eduard (pilota e meccanici) più il cane "mimetico" (perchè a chiazze) che proviene dal set Revell (in realtà è originario della ICM), così come la scala (anche se modificata con parti autocostruite e con la tavola superiore proveniente da un vecchio kit Esci 1/72). Il pilota, che come ho già scritto sopra, vuole rappresentare l'asso belga Ortmans, nell'attesa che i meccanici finiscano il tagliando al "Bebè", si rilassa giocherellando con la mascotte del campo a "prendi il bastone e riportalo". Complessivamente mi posso dire soddisfatto del risultato finale, tenendo conto che si tratta appunto di un kit obsoleto risalente a quarant'anni fa. Prossima sfida: il Lysander Frog in scala 1/72, il cui stampo è (quasi) più vecchio di me...
AG 2015-2016