Airfix
North American P-51 D Mustang
(scala 1/72)
N° Catalogo: A01004/A01004A
(Series 1)
Airfix
North American F-51 D Mustang
(scala 1/72)
N° Catalogo: A02047
(Series 2)
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Due piccioni con una sola "fava"...

Per la prima volta su questo sito, con una sola recensione riusciamo a descrivere due kit di aerei... in realtà ci vuole poco a capire che si tratta dello stesso aereo, il mitico Mustang nella sua versione più famosa (e più costruita): la D.

Solo un accenno storico...

Di come sia nato il Mustang abbiamo già scritto nella Sezione Progetti dedicata al P-51B/C (Mustang III per la RAF). Qui aggiungiamo solo che nella primavera del 1944 furono consegnati ai reparti di volo i primi P-51D che, rispetto alla versione precedente, presentavano numerose modifiche al progetto, come la fusoliera posteriore a sezione ridotta, l'ala di diverso profilo, il tettuccio a goccia scorrevole all'indietro, oltre a una maggiore capacità di immagazzinare combustibile e, naturalmente, il motore più potente (il Packard V-1650). Questa versione fu costruita nel maggior numero di esemplari (oltre 7.700) e operò esclusivamente nel ruolo di caccia di scorta nel biennio 1944-45. Si tentò un utilizzo anche come caccia-bombardiere, ma si scoprì che l'impianto di raffreddamento a liquido del motore era particolarmente vulnerabile in caso di attacchi dal basso, quale appunto il fuoco contraereo.

La RAF ricevette di questa versione D un totale di 285 velivoli, che furono designati con il nome di Mustang IV. 

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il Mustang operò in diverse livree di altri paesi e allo scoppio della Guerra di Corea il 25 giugno del 1950, ben 145 Mustang della versione D, rinominati F-51 D (dove la F stava per Fighter) parteciparono in prima linea al conflitto ma con notevoli perdite e furono quindi rapidamente sostituiti dal più moderno caccia a reazione N.A. F-86 Sabre.

Recensione n° 1: Airfix North American P-51 D (Series 1) 

Il kit in questione non si può definire una novità, essendo sul mercato da qualche anno. Sostituisce una precedente scatola di montaggio (Series 2 - 02098) uscita nel 1994 che era un aggiornamento di un kit risalente al 1974 (02045-9), che a sua volta sostituiva una "schifezza" risalente al 1958.

Il Mustang Serie 2 "previous tool" consentiva la realizzazione sia di una versione D che di una versione K (che differiva dalla D per il tipo diverso di elica). I pezzi erano una trentina, con le pannellature incise, il dettaglio superficiale buono e gli interni adeguatamente completi; le semifusoliere avevano al loro interno un accenno di struttura e di strumentazione in rilievo. Il punto debole del kit erano però le ruote del carrello, sottodimensionate e un po' approssimative, e le decal, per due versioni (USAF e RAF), ma che erano all'inizio stampate con i bordi trasparenti molto sporgenti che finivano inevitabilmente per ingiallire (ma le ultime serie di decal erano stampate decisamente meglio).

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A destra la cover box del Mustang Series 2 "old tool": rispetto a molti suoi contemporanei era un kit più che discreto, a parte qualche particolare un po' approssimativo e le brutte decal. Il tettuccio era in un sol pezzo e quindi era possibile solo montarlo chiuso. Per qualche anno l'Airfix l'ha proposto come P-51 D/K anche con la livrea dell'Aeronautica Svedese.

Veniamo ora al nuovo P-51 D: nonostante sia un "misero" Serie 1 dal costo esiguo (circa 11 euro), i pezzi che lo compongono sono ben 53, compresi i tre trasparenti che realizzano il canopy (un parabrezza e due tettucci scorrevoli, ma nel kit se ne può utilizzare solo uno. Le stampate, nel "classico" (da qualche anno) colore grigio celestino chiaro, sono due, suddivise in fusoliera e ali. Il dettaglio superficiale è molto buono, con grande ricchezza e dettaglio nelle pannellature incise (nel recente stile Airfix, leggermente troppo pronunciate). I pozzetti carrello sono bellissimi e riproducono fedelmente la struttura interna del Mustang D. Gli interni sono ben dettagliati e completi MA stranamente il seggiolino è di forma errata e va sostituito/modificato (a meno di nasconderlo con il pilotino, neanche troppo riuscito). Il pannello strumenti si completa con una decal. I flap e il timone verticale sono pezzi separati, quindi possono essere montati in posizione di riposo (i flap) e mossa (il timone). L'elica è realizzata molto bene, con l'ogiva separata e le ruote del carrello hanno il battistrada scolpito alla perfezione (e sono delle giuste dimensioni) ma sono perfettamente tonde, quindi per simulare l'appoggio a terra si dovrà intervenire "di bisturi". Gli scarichi motore sono separati e di due tipi diversi. L'unica parte che ho visto criticata sui Forum specializzati è quella dei timoni orizzontali (di coda), che sembrerebbero non riprodurre fedelmente la struttura di bilanciamento degli alettoni. La "questione" è naturalmente da verificare con un buon riscontro fotografico. Il foglio istruzioni è solo in bianco e nero (comprende anche una pagina formato A4 per il posizionamento degli stencil), ma è fornita una illustrazione a colori della mimetica sul dorso della scatola. Nel 2016 è stata realizzata una nuova proposta (A01004A) sempre argentea ma con il muso azzurro e parte mobile del timone verticale rossa.

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A sinistra gli sprues del nuovo P-51D (Series 1). I pezzi che lo compongono sono ben stampati e ricchi di dettagli. Rispetto al Mustang Hasegawa che posseggo (stampo 1999), alcuni dettagli sono addirittura migliori nell'Airfix ma l'Hasegawa ha pannellature molto più fini e congruenti con la scala. Il foglio Decal offre una sola versione (di stanza in Italia nel 1944) ma è di qualità e ricca di stencil (è stampato dalla italiana Cartograf). Il collimatore è realizzato sulla stampata dei trasparenti.

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Nel 2013 il P-51 D è stato anche proposto in confezione Starter Set (con colori acrilici, colla e pennello) e in livrea RAF (Mustang Mk IV). Il foglio decal, però, è molto semplificato e non offre gli stencil (è giustificato dal fatto che si rivolge ai principianti e ai ragazzi).

Conclusioni: un (altro) nuovo kit Airfix che mi è piaciuto moltissimo, dal costo esiguo e dalla fattura eccellente. Mi lascia ancora perplesso la scelta del Marketing della casa inglese (applicata ad altri soggetti recenti) di relegare un'ottima realizzazione come questa alla Serie 1 fornendo una sola livrea quando si sarebbe potuto valorizzare di più con un altro paio di mimetiche (RAF compresa e, perchè no, italiana) nella serie superiore (come era prima).

Recensione n° 2: Airfix North American F-51 D (Series 2) 

Il kit dedicato a questa versione del Mustang che fu impegnato nella Guerra di Corea è uscito nel 2014. Come era prevedibile, la nuova proposta condivide in toto gli stessi stampi del P-51D, con l'inserimento di un (piccolo) terzo sprue che fornisce l'elica, che era diversa, e i razzi sub alari (in realtà utilizzati anche sul D). L'upgrade alla versione coreana ha parimenti innalzato il "boxing" dall'infima Series 1 alla più congeniale Series 2. Della qualità degli stampi ho già scritto sopra e quindi mi limiterò a dire che l'aggiunta del terzo sprue porta il numero complessivo dei pezzi a 72 ma non modifica il giudizio già espresso. Le versioni proposte dal foglio decal, di discrete dimensioni e notevole fattura, sono due, una appunto della Guerra di Corea nel 1952 e una con le insegne della Repubblica Dominicana. La livrea "argentea" coreana richiede però di essere completata con bande gialle presenti sulle estremità alari e sul timone verticale da realizzare con lo smalto (le bande non sono fornite dal foglio decal), Anche l'ogiva dell'elica deve essere dipinta di giallo.

Ma non c'è solo Airfix...

 

Data la fama del Mustang, diverse case modellistiche hanno proposto la loro versione del caccia americano più famoso di tutti.

Visto che ne ho parlato prima a proposito del kit Airfix, cominciamo da un Mustang con gli occhi a mandorla, ovvero Hasegawa. Nonostante l'impiego del Mustang fosse stato in prevalenza sul Fronte Occidentale, anche i piloti giapponesi, nel secondo conflitto mondiale, ebbero la "sfortuna" di trovarsi davanti questo velocissimo e ben armato caccia. Sul Fronte del Pacifico, per la necessità di disporre di aerei imbarcati sulle portaerei con i quali attaccare le basi giapponesi, il Mustang, per il quale non fu sviluppata una versione "navale", non fu utilizzato quanto altri caccia USAF quali l'Hellcat, il Wildcat e, negli ultimi mesi di guerra, l'F4U Corsair. Eppure, il Mustang rivendicò ben 221 vittorie contro i caccia giapponesi nel 1945. 

Terminata questa breve digressione storica, posso dire che nel 2002, durante la mia quasi ventennale "pausa" modellistica, in un negozio di giocattoli e modellismo di Roma purtroppo ormai chiuso da qualche anno, acquistai per la modica cifra di 7 euro il Mustang Hasegawa nella livrea RAF. Oggi costa circa 14 €, quindi più dell'Airfix serie 1 e quanto l'Airfix serie 2.

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Nella foto a sinistra la cover della scatola Hasegawa dedicata al P-51 D in versione Mk IV (RAF). Le istruzioni portano la data del 1999, quindi si sarebbe portati a credere che si tratti di un kit abbastanza recente. In realtà, lo stampo è antecedente di qualche anno, ma è comunque una più che dignitosa realizzazione in perfetto stile Hasegawa.

Aprendo la scatola in cartoncino sottile, ci appare, in un blister trasparente, tutto il kit. Il foglio decal e i trasparenti sono a loro volta protetti da un blister incluso in quello di cui sopra, quindi a meno di non aprire la confezione, non si riesce a vedere granché. Io ho lasciato ancora tutto sigillato e qualche foto (come ho fatto in altre recensioni) sono riuscito a reperirla su internet. La plastica è di colore grigio argenteo; gli stampi sono ben realizzati e privi di flash. Le pannellature incise sono più sottili di quelle del kit Airfix, più coerenti con la piccola scala, ma devo ammetterlo, di minore impatto e spettacolarità. Il numero dei pezzi è circa una cinquantina, traparenti compresi (con parabrezza e bubble canopy separati), quindi dello stesso ordine di grandezza dell'Airfix. L'impressione generale è però di minore accuratezza e attenzione al dettaglio: gli interni sono sufficientemente riprodotti, ma effettivamente il kit Airfix offre qualcosa in più. 

Inoltre, a differenza dell'Airfix, i flap sono un pezzo unico con le semiali inferiori e quindi non è possibile montarli abbassati (a meno di un'operazione chirurgica).

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Il kit Hasegawa fornisce due coppie di eliche, l'Hamilton Standard (P-51 D) e Aeroproducts (P-51 Mk IV) a quattro pale (quest'ultima per le due versioni RAF proposte dalle Decals)  da montare una per una sull'ogiva e due coppie di scarichi (come sull'Airfix). I trasparenti sono molto limpidi e sottili. Su qualche pezzo (ruote carrello, interni fusoliera, sedile) è presente qualche fastidioso segno circolare dell'estrattore che richiederà una lavorazione ulteriore per essere eliminato/ridimensionato. Un'altro punto oggetto di critica sono i vani carrelli, stampati poco profondi e quindi poco realistici.

Le decal sono ben stampate ma sono sottili e fragili mentre quelle Airfix, grazie alla qualità Cartograf (italiana), meritano (almeno) un voto in più. 

Rimaniamo in Giappone, per parlare del kit Tamiya. E' di poco successivo all'Hasegawa, e lo stampo dovrebbe risalire all'anno 2000 o giù di lì. E' stato "tirato giù" dalla scala 1/48 e, come per le altre realizzazioni della casa con le due stelle, la qualità è evidente, anche se, come è noto, la qualità si paga (il prezzo si dovrebbe aggirare nell'intorno tra i 15 e i 20 €, quindi anche il triplo e oltre del costo dell'Airfix).

Nella foto a sinistra la cover della scatola Tamiya e il suo contenuto (parziale). Il kit è in pratica stampato su un unico sprue, con a parte un piccolo sprue che raccoglie l'elica (solo Hamilton Standard), l'ogiva e i serbatoi supplementari sub alari. I trasparenti sono composti dal parabrezza, una doppia scelta di bubble canopy (separate) e dal collimatore. Come nell'Hasegawa, i flap sono solidali alle ali e quindi non sono collocabili in posizione di riposo (a meno di non trasformarsi nell'allegro chirurgo, come nel gioco di quando eravamo bambini). Le decal sono per tre versioni, tutte USAF.

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Prendiamo il primo volo per la Corea (del Sud) e atterriamo in casa Academy.

Nella foto a destra si (intra)vede la scatola e il relativo contenuto del kit Academy. Siamo uno scalino sotto rispetto ai kit precedenti, e la vista d'insieme testimonia una maggiore parsimonia nella realizzazione degli stampi. Parsimonia non si deve leggere però pressapochismo: il dettaglio superficiale è di buona qualità e, anche se i pezzi non sono molti, il risultato finale sarà di sicuro effetto.  I flap, per esempio, sono forniti separati e quindi possono essere montati abbassati. 

Lo styrene è di colore grigio argenteo e su due stampate si trova tutto il kit. I trasparenti, secondo la tradizione della casa coreana, sono a parte e ben protetti da un blister. Qualche particolare in verità potrebbe essere migliorato: mi riferisco, in particolare, alle ruote e ai serbatoi alari, stampati in modo un po' approssimativo. L'elica a disposizione è una sola (Hamilton Standard) e gli interni sono (più che) sufficienti (ma non al livello dei kit descritti sopra). Le decal sono per una sola versione (e prevedono gli stencil). Che altro dire? Costa poco e si monta bene.

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Facciamo un grande balzo dall'Estremo Oriente (rischiando il jet lag) e raggiungiamo la cittadina in provincia di Bologna (Calderara di Reno) dove ha sede l'Italeri.

Lo stampo Italeri non è recentissimo, come si evince dal numero di serie decisamente basso che compare in alto a sinistra sulla scatola. Detto questo, il kit si presenta abbastanza bene: due stampate di styrene grigio per una sessantina di pezzi che comprendono anche un disceto carico alare (serbatoi supplementari, bombe e razzi sub alari). L'elica fornita è una sola (Hamilton Standard); i trasparenti prevedono parabrezza e canopy (in due esemplari) separati. Come negli altri kit descritti in precedenza, il collimatore è presente sullo sprue dei trasparenti.

La qualità degli stampi è discreta ma forse lo styrene utilizzato non rende giustizia ai dettagli: alcune parti, soprattutto quelle che riproducono i particolari più piccoli, sembrano un po' più "in carne" di come dovrebbero essere data la scala. Sicuramente saranno più robusti alle sollecitazioni del "maneggiamento".

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Il foglio decal fornisce tre versioni (una USAF, una RAF e una della RNZAF (Aeronautica Neozelandese), ma NIENTE Stencil.  L'Italeri realizza anche un kit del Mustang (Mk IV, quindi RAF) in scala 1/48. Anche l'Airfix ha dal 2017 un P-51 D in scala 1/48 (Series 5).

Chiudiamo questa panoramica sul P-51 D Mustang in scala 1/72 facendo un salto nella vicina Germania, per parlare del kit Revell. Dalla data riportata sulle istruzioni (anno 2000), sembrerebbe un kit recente, ma così non è. Pannellature e rivetti sono in positivo, ed è il più "povero" tra tutti quelli analizzati finora. Solo 34 pezzi, con l'elica solidale all'ogiva e il canopy in un sol pezzo. Gli interni sono abbastanza essenziali, anche se è doveroso citare l'accenno di struttura all'interno delle semifusoliere. Il sedile, decisamente brutto, è in un sol pezzo con la paratia posteriore. Il pannello strumenti (che include il collimatore) è alquanto semplificato e non è prevista la decal per simulare la strumentazione. Il foglio decal prevede una sola versione (USAF) ma sono presenti anche gli stencil. 

 

 

 

 

AG 2017 (aggiornamento 2024)

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