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Boulton Paul Defiant
Yellow Series n° 6117
STRATUS - MMPS BOOKS 2005

Il Caccia che doveva volare solo... di notte

 

Il Boulton Paul Defiant è innegabilmente uno dei caccia meno riusciti a disposizione della RAF nel Secondo Conflitto Mondiale. Dopo qualche mese di combattimenti, nei quali era riuscito con notevoli difficoltà a tenere testa ai Messerschmitt Bf 109 E e ai Junkers Ju 88, dimostrò la sua totale ineguatezza nei confronti degli aerei della Luftwaffe e dei suoi abili piloti. A causa delle numerose perdite subite, fu presto ritirato dalla prima linea e fu assegnato ad altri compiti, operando con successo come caccia notturno per la difesa di Londra per poi finire la sua carriera come traino bersagli. Per chi fosse interessato a una sintetica descrizione dell'aereo e del suo impiego in lingua italiana, può consultare Wikipedia cliccando qui o, in alternativa, leggere la monografia recensita in questa pagina web (in lingua inglese).

 

Analisi della Monografia.

Il volume, con la copertina "flessibile" e di dimensioni compatte (21x16 cm) ed è formato da 120 pagine. E' stato pubblicato nel 2004 e ristampato nel 2006. Si può suddividere in tre sezioni, una storica, con foto in b/n, una "di dettaglio" con foto a colori di particolari dell'aereo conservato al Museo RAF di Hendon e disegni al tratto presumibilmente in scala 1/72 (non è dichiarata la scala) e una di circa 20 profili a colori. Non è però presente una sezione modellistica.

Come scheda di sintesi della monografia ho compilato la tabella sottostante, nella cui ultima riga ho fornito una valutazione a 4 stelle (1 stella = scadente; 5 stelle = ottimo). La valutazione avrebbe raggiunto il massimo se i disegni al tratto fossero stati quotati e se fosse stata presente una pur minima sezione modellistica.

 

E ora si parla di kit... prima in 1/72...

 

Anche in questa pagina dedicata alla recensione di una monografia, completerò la trattazione con una disamina dei kit presenti (e scomparsi) sul mercato modellistico.

Iniziamo dal più vecchio nella "classica" scala 1/72: il Defiant N.F. I Airfix. ll kit, non più disponibile a catalogo, era una scatola Serie 1 di cui non si sente minimamente la mancanza. La sua prima uscita risale al 1961 (nel "blister" trasparente con annesso cartoncino forato per l'espositore) e la sua ultima edizione (quella raffigurata nella foto a destra) è del 2008, dove erano state aggiornate solo le decal, di buona qualità. Invece gli stampi, come è rilevabile dalle foto, erano piuttosto scadenti, con notevoli imprecisioni nelle forme, svergolature dello styrene, accoppiamenti molto imprecisi e flash in abbondanza. Era un kit quasi impossibile da montare decentemente, soprattutto se si è un ragazzino frettoloso che vuole finirlo in un'ora o poco più. Io lo acquistai appunto in versione "blister" ma, disgustato dai suoi molti difetti, lo accantonai in un angolo dove penso rimarrà per gli anni a venire. L'unica "curiosità" è che gli alettoni erano stampati separatamente, come era “di moda” in quegli anni.

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La proposta (per non dire la schifezza) Airfix è stata per molti anni la sola presente sul mercato modellistico e nella scala 1/72. Devono infatti passare ben 37 anni (siamo nel 1998) perchè una ditta ceca, la CMR (Czech Master Resin), decida di dedicargli uno stampo in scala 1/72 completamente in resina, tranne le parti trasparenti, che sono vacuformed. Il grado di dettaglio è decisamente buono, ma sarà chiaro a tutti che si tratta di un kit per esperti, data anche la fragilità del materiale e la precisione richiesta dai canopy in vacuform (fornito in due esemplari). Il kit comprende anche le maschere autoadesive per la verniciatura. 
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Di qualche anno successive (inizio anni 2000) sono le proposte MPM e Pavla, in short Run.
La MPM (ditta ceca, come è noto) ha dedicato ben 5 scatole al Defiant, per le varie versioni prodotte, la più "ricca" delle quali è quella dedicata al Mk I "high tech". La scatola, oltre ai due sprue in styrene short run, fornisce i trasparenti sia in styrene che in vacuform (torretta esclusa), più il pannello strumenti in acetato, un foglio di fotoincisioni e diverse parti in resina di colore ocra. Le decal sono per due versioni, sono ben stampate e sono ricchissime di stencil. A parte la difficoltà intrinseca degli short run (assenza di riscontri per il montaggio), siamo davanti a un kit multi materiale sicuramente impegnativo ma dalle foto dei kit "finiti" disponibili su internet, il risultato raggiungibile è sicuramente di alto livello.   
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La ceca Pavla propone in due scatole diverse il Defiant nella versione Mk I, la più (tristemente) famosa e la Mk II, in alternativa al Mk I TT (addestramento - traino bersagli). Le oltre 40 parti in styrene short run sono su un'unica stampata, racchiusa da un blister, alle quali si aggiungono parti in resina, fotoincisioni e vacuform per il cockpit e la torretta. Le decal sono per due versioni (quelle mostrate sulla scatola) ma non offrono stencils. Nella scatola dedicata (anche) al Mk II troviamo uno sprue aggiuntivo con due semifusoliere ed altre parti in alternativa. Il grado di dettaglio è buono ma c'è un errore nella forma superiore del cofano motore, troppo arrotondata rispetto alla realtà e che deve essere corretta con stucco, avendo a disposizione precisi disegni in scala. Un Kit decisamente per esperti.
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Ed eccoci all'ultimo arrivato in ordine di tempo, il nuovo Defiant Airfix, uscito nel 2015, nella scala 1/72. La scatola (è un serie 2) contiene ben 70 parti, sufficienti anche per un buon kit nella scala superiore 1/48.

I pezzi che lo compongono sono suddivisi in 3 sprue di colore grigio chiaro ai quali si aggiunge uno sprue di trasparenti. La stampa dello styrene è di qualità eccellente, se si esclude un "cavità" nella pancia di uno dei due pilotini (molto Airfix anni '60) forniti a corredo (che non utilizzerò certamente). 

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Il dettaglio superficiale è di ottimo livello, con pannellature incise coerenti con la scala, particolare importante non sempre tenuto in considerazione nella recente produzione Airfix. I trasparenti sono molti, perchè sono possibili varie configurazioni del tettuccio, compresa la possibilità di montarlo aperto. Lo spessore di queste parti può sembrare eccessivo per la scala, ma è da tenere in conto la necessità di assicurare una certa resistenza strutturale anche nella fase di separazione delle parti dallo sprue. 
Gli interni sono adeguatamente dettagliati e comprendono la strumentazione laterale. Delude molto la scelta (comune a molte recenti realizzazioni della casa inglese), di aver "semplificato" il pannello strumenti fornendo una decal. E' doveroso dire però che sul mercato modellistico, in aftermarket, sono già disponibili diversi set in fotoincisione per gli interni, oltre a maschere per la verniciatura e dettagli in resina. Forse per tenere fede ala sua "antica" filosofia di kit "nazional popolari", l'Airfix, a differenza di diverse case dell'ex blocco sovietico (in particolare della Repubblica Ceca) e anche di case "nostrane" (vedi Italeri), non ha ancora pensato di arricchire le sue proposte con fotoincisioni o maschere per la verniciatura. Sicuramente una simile scelta di "marketing" ha notevoli implicazioni (anche di carattere economico); tuttavia io penso che, proprio per quei soggetti che non riscuotono un particolare successo di vendite, sia gradito agli appassionati poter acquistare un kit veramente "completo" anche spendendo qualche euro in più.  
Tralasciando queste considerazioni personali, parliamo del foglio istruzioni: esso è nel recente stile adottato dalla casa inglese, ovvero in tecnica CAD 3D, con evidenziato in colore rosso mattone la sequenza di montaggio. Prestate attenzione alla torretta dorsale, che deve essere completata PRIMA di essere inserita nella fusoliera e che quindi consiglio di aggiungere, una volta assemblata e verniciata, a montaggio e colorazione completata del modello. Le superfici mobili sono tutte solidali alle ali e ai timoni tranne il timone verticale, che può essere quindi montato in posizione "mossa". Le istruzioni riportano anche il grado massimo di "curvatura" del timone. Le decal sono per due versioni, una "continentale" e una notturna (tutta nera); quest'ultima a mio parere è la più interessante perchè arricchiata da una vistosa decal a "bocca di squalo". Le decal comprendono un considerevole numero di stencil, per il cui corretto posizionamento è presente un foglio di istruzioni dedicato. Le due versioni proposte della mimetica sono rappresentate a colori, come in altre realizzazioni dell'ultima "release" Airfix. Conclusioni: un ottimo modello a un prezzo nell'intorno dei 10 €, di non grande interesse modellistico in generale, ma indispensabile per chi, come me, vuole possedere una collezione (quanto più) completa di aerei RAF.
SCALA 1/48

Nella "quarter scale" è disponibile un paio di kit dedicati al Defiant.
Iniziamo con l'ultima novità, sempre in casa Airfix.
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Senza molta fantasia, la Box Art del kit Airfix in scala 1/48 è praticamente la stessa di quella in scala 1/72: un Defiant che intercetta un Heinkel He 111 (qui in fiamme, mentre sull'altra scatola perde solo fumo).
Nella scala superiore il kit è il 60% più ricco di quello nella scala 1/72: i pezzi che lo compongono sono 113, di cui 99 di styrene grigio chiaro, distribuiti su 4 sprue, e 14 trasparenti. Il dettaglio è adeguato alla maggiore scala: molti particolari sono più curati, come ad esempio il pannello strumenti, qui con gli "orologi" in rilievo (ma è anche fornita la decal). Le pannellature, ovviamente incise, sono leggermente sovradimensionate per la scala a differenza dell'esemplare in 1/72, ma si possono accettare anche così. Appare deludente il foglio decal, che propone due versioni praticamente identiche (Dark Green/Dark Earth/Sky); gli stencil sono ovviamente presenti anche in questa scatola. Detto da uno che in gioventù ha avuto tra le mani kit di montaggio che erano misere riproduzioni dell'originale, soprattutto per questo Defiant nella scala maggiore valgono secondo me le considerazioni espresse a proposito dell'arricchimento con fotoincisioni e/o parti in resina per elevarne la resa finale.
In definitiva, il Defiant Airfix in scala 1/48 è un ottimo modello che può essere montato e verniciato con ottimi risultati così com'è, ma gli manca quel "quid" in più che lo farebbe arrivare a livelli nettamente superiori. Speriamo che i miei "colleghi" del Marketing in casa Airfix/Hornby giungano presto alla mia stessa considerazione... 
E prima dell'Airfix?


Nel 1995 la Classic Airframes aveva messo in commercio un kit in styrene short run con parti aggiuntive in resina, fotoinciso e canopy vacuformed. Questo kit non gli era riuscito molto bene e nel 2004 ha realizzato una "second edition" correggendo alcuni errori di riproduzione e di stampaggio. In più, ha sostituito i canopy vacuform con nuovi in styrene trasparente e arricchito il kit di nuovi particolari e dettagli. Il modello si presenta suddiviso in due sprue di colore grigio chiaro lucido, ai quali si aggiungono un piccolo sprue per le parti trasparenti e un discreto numero di parti in resina. Le fotoincisioni sono presenti solo nella scatola del Mk II. L'unico "minus" è che il canopy è stampato in un solo pezzo e quindi non è possibile montarlo aperto per mostrare gli interni. Le decal, per tre versioni, sono distribuite su due foglietti, uno dei quali contiene con dovizia gli stencil.
Facendo un paragone con l'Airfix, quest'ultimo è sicuramente vincente per la maggiore facilità di montaggio (gli short run hanno il difetto di non avere i riscontri), per la possibilità di montare il canopy aperto e per il prezzo più basso (23 € contro 35 €). L'Airfix risulta perdente per il livello di dettaglio, innegabilmente più alto nel Classic Airframes grazie al multi materiale.
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AG 2017