Airfix 

Messerschmitt Me 262 A-1a

scala 1/72 Series 3

n° Catalogo: A03088

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Note storiche? Io vorrei, ma…

Sono stato a lungo tentato di aggiungere le mie “quattro fesserie” alle tante notizie reperibili in rete sul Me 262 ma, non volendo fare, come spesso mi capita di leggere, il “copia e incolla” di informazioni scritte da qualcun altro, a sua volta copiate chissà quante volte, ho preferito rinunciare (almeno per il momento), per concentrarmi sui meri aspetti “modellistici”. Voglio solo “giustificare” il perché di questo acquisto, visto che esula dal contesto in cui è stato creato questo sito web. Il Me 262 è uno degli aerei che ammiro di più e il fatto che sia esistito (almeno) un 262 con le insegne RAF (preda bellica) è ovviamente solo un pretesto per aggiungere questo nuovissimo kit alla mia già ricca collezione…

Il Me 262 A nella produzione Airfix.

Risale al 1960 (con il numero 110) la prima proposta della Casa inglese dedicata al caccia a reazione della Luftwaffe. Si trattava di un kit basico, composto da 40 pezzi stampati semplicemente e venduto nella classica confezione costituita da una bustina trasparente che conteneva gli sprue e le decal, chiusa con i punti metallici da un cartoncino ripiegato che, sul fronte, raffigurava in un disegno l’aereo e al cui interno erano stampate le semplici istruzioni.

Nella foto a sinistra è visibile la box art edizione 1963 del primo kit Airfix dedicato al Me 262, uscito nel 1960. Questo kit, corrispondente alla Series 1, è rimasto inalterato fino al 2005 sopravvivendo per oltre 40 anni, con tutti i suoi molti difetti e la totale assenza di dettagli. Poi è stato tolto dal listino e in Airfix si sono dimenticati del Me 262 fino al 2017, quando è stato proposto il nuovo kit in Serie 3, oggetto della mia recensione.

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Parliamo prima degli altri “vecchietti”...

Prima di affrontare il tema specifico della recensione, mi si conceda un "salto all'indietro" nel tempo per ricordare gli "scomparsi" del tempo che fu.

Scala 1/72

Frog/Matchbox

 

Risale al 1972 l’edizione FROG del Me 262 A e per molti anni è stata l’unica decente riproduzione del caccia a reazione tedesco. La fusoliera a forma di “squalo” e le ali sono fedelmente riprodotte in scala e le giunzioni, pur nei limiti della produzione artigianale di allora, non richiedevano grosse quantità di stucco come i contemporanei Airfix. Il dettaglio superficiale, a rilievo, è adeguatamente accurato; i circa 40 pezzi che compongono il kit (che comprende anche 4 piccole bombe) consentono di realizzare una versione semplificata anche se fedele dell’originale. Il punto debole del kit è la scarsità di dettagli interni: l’abitacolo è costituito da un pavimento, da un seggiolino piuttosto "basic" e dal pilota. Il canopy era in un unico pezzo. Le decal nella prima versione erano scarne e di bassa qualità; nella successiva edizione del 1974 le decal furono migliorate anche se le proposte di colorazione erano abbastanza inesatte (per non dire fantasiose: RLM 70/71/65), dovute però alla scarsità di materiale documentativo delle mimetiche utilizzate dalla Luftwaffe nell’ultimo periodo di guerra.

Nelle foto a destra sono visibili le 2 box art Frog e, a seguire, quelle della Matchbox, tutte dedicate allo stesso kit del Me 262 (di origine Frog). Il kit è stato riproposto dalla Revell con il marchio Matchbox e nuove decal negli anni ’90, anche se la casa inglese aveva già a listino (dal 1974) un altro Me 262 e la casa tedesca ne aveva addirittura uno risalente al 1963 (che però non ho mai visto).  A proposito del Matchbox originale, pur nella semplicità di realizzazione che era tipica della casa inglese, il risultato finale era discreto. I suoi 38 pezzi, in un sobrio stampaggio a 2 colori verde medio e grigio chiaro, avevano per la maggior parte le pannellature incise e non nel consueto stile Matchbox, ovvero “a letti di torrente”, quindi accettabili per la scala. Gli interni,racchiusi da un canopy in pezzo unico, erano essenziali: un pilotino e un sedile di fantasia.Le decal, piuttosto buone per il periodo, erano per due esemplari, uno caccia e l’alto bombardiere. La Revell ha realizzato un nuovo kit nel 1997, che descriverò dopo.

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Nel 1973 la Jo-Han Models, che dal nome sembrerebbe cino-giapponese e invece aveva sede negli Stati Uniti a Detroit, Michigan, realizzò un ottimo kit dedicato al Me 262, che poteva essere montato come A-1a, A-2a (monoposto) e B-1a o B-1U1 (caccia notturna). Il kit, per complessive 30 parti, presentava le pannellature incise (in uno stile simil Matchbox) che, dati gli anni, era una vera rarità, insieme con i tettucci stampati separatamente, anche se gli interni erano piuttosto essenziali (2 piloti e relativi scarni seggiolini). Non mi pronuncio sulla fedeltà realizzativa perché non ho mai avuto “tra le mani” questo kit ma, dalle foto disponibili su internet, sembra effettivamente un kit interessante per i tempi. Per i collezionisti, una scatola completa è reperibile su ebay a circa 66 USD.​

Jo-Han Models

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Hasegawa

E’ del 1985 la proposta della casa del Sol Levante dedicata al Me 262 A (A1/A2). Rispetto ai suoi predecessori, rappresenta un notevole passo avanti sia nella fedeltà riproduttiva che nell’accuratezza del dettaglio, per l’esterno e l’interno. L’abitacolo è realizzato a pozzetto e comprende il sedile, la cloche, il pannello strumenti principale (da completare con una decal, come la strumentazione laterale). Il canopy, molto sottile e ben stampato, è in tre parti ed è quindi apribile. Gli sprue sono stampati benissimo, senza il minimo accenno di flash e le pannellature sono finemente incise, come è consuetudine per la casa giapponese. Le decal sono stampate in Giappone, sono per 2 versioni e sono complete anche degli stencil.

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Oggi il kit Hasegawa “regge” ancora, ma necessita di “upgrade” che possono essere realizzati con gli ottimi e completi set in fotoincisione della Eduard, con le maschere per la verniciatura della Eduard e della Montex e con il reattore in resina della Quickboost.​

Revell

Nel 1997 la Revell decise di sostituire sia l’anziano kit di provenienza Frog che il proprio con un nuovo stampo, inizialmente dedicato al Me 262 A-1a. La realizzazione Revell in scala 1/72 del Me 262 fa parte di una serie di kit a basso costo ma di buona qualità, usciti verso la fine degli anni '90. Tutti questi kit condividevano linee pulite e accurate, buoni dettagli di superficie e buone decalcomanie. La maggior parte di essi, però, presentava qualche difetto, generato da una semplificazione progettuale che comprometteva un poco la qualità del modello risultante, e richiedeva lavoro ulteriore nel caso in cui si intendeva realizzare qualcosa di diverso da un semplice OOB. 

I (piccoli) difetti del kit sono superabili con qualche aftermarket o semplicemente con “sudore e lacrime”, essendo necessario un lavoro extra. Per il 262, i problemi sono il pozzetto della ruota, che ha un solido "tetto" (nonostante sia dotato di una "vasca" finemente modellata e di un rivestimento laterale) e il canopy, che sembra preso da un kit Frog degli anni Sessanta. Per il primo è solo una questione di assottigliare il "tetto", ma il brutto canopy può essere solo sostituito con un pezzo aftermarket. Nerl caso si volessero arricchire gli interni, è comunque disponibile un set in fotoincisione della Eduard. Analizzando il kit nel dettaglio, esso è composto da ben 5 sprue per complessive 56 parti (2 però non utilizzabili). Da questo kit, infatti, la Revell ha ricavato altre versioni, incluse una versione per ricognizione fotografica (senza armi) e un caccia notturno. La qualità di stampo è buona, con pannellature incise (e rivetti) congruenti con la scala e un buon dettaglio superficiale. Si nota qua e là la presenza di flash, ma è facilmente eliminabile con un tagliabalsa ben affilato. I pozzetti dei carrelli principali non sono adeguatamente profondi e sono poco dettagliati. 

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Esternamente, i dettagli sono piuttosto belli e, per la maggior parte, le linee dei pannelli sono corrette rispetto ai disegni in mio possesso. La giunzione reattori/ala è dignitosa ma le pannellature presenti sulle due metà del reattore non combaciano perfettamente e devono essere re-incise. Poiché le parti della fusoliera del kit sono utilizzate anche per la versione a 2 posti, nel modello monoposto viene utilizzata una parte superiore della fusoliera per coprire l'apertura del pozzetto posteriore. L'antenna ad anello sulla spina dorsale della fusoliera è troppo spessa per la scala, come tutte le altre antenne e il tubo di Pitot. Tutte le superfici mobili (alettoni e flap) sono solidali con le corrispondenti parti fisse. Le decal sono ben stampate (dovrebbero essere Cartograf) e alcune sono davvero minuscole. Mancano le svastiche quindi per realizzare una riproduzione fedele sarà necessario procurarsi decal aftermarket per colmare questa lacuna.​

Nel complesso, il (nuovo) Me 262 Revell è un kit interessante e adeguatamente accurato (escludendo il canopy, decisamente da sostituire) a un prezzo molto conveniente, inferiore ai 10 €. Oltre alle fotoincisioni per l’abitacolo e per dettagli esterni e dei motori, è disponibile (aftermarket) in resina il motore Jumo (solo quello di destra) e maschere per la verniciatura.​

Academy

Molto recente (2007) è la proposta della casa coreana dedicata al Me 262 A1, che contiene però una sorpresa, di cui parlerò dopo.

Aprendo la scatola, si rimane piacevolmente stupiti per la dovizia di pezzi, distribuiti su tre sprue di colore grigio medio ai quali si aggiunge lo sprue dei trasparenti (con il canopy suddiviso in tre pezzi). La qualità di stampa e il dettaglio superficiale sono elevati; gli interni sono adeguatamente riprodotti ma se si vuole realizzare il 262 con il tettuccio aperto è necessario completarli con le cinture di sicurezza o meglio ancora con i set in fotoincisione disponibili aftermarket (Eduard). Il foglio decal è ben stampato ed è grande quanto un lenzuolo (in scala 1/72, ovviamente) e consente la scelta tra ben 11 versioni A-1a (tra le quali una con coccarde USAAF) e una versione C1-a. Per ovviare al problema delle “svastiche”, l’Academy le ha stampate a pezzi, in modo che non siano visivamente riconoscibili (quali simbolo del nazismo) ma in modo che siano, con qualche attenzione, ricomponibili.

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La “sorpresa” è che la coda del Me 262 è stampata separatamente alla fusoliera e il kit, di “code”, ne offre due: una per la versione A-1a e una per la C1-a, una sottoversione dell’A-1a dotata di un motore a razzo installato in coda che era utilizzato in fase di decollo per raggiungere rapidamente la quota d’attacco. Tranne questa aggiunta, le due versioni erano identiche, per caratteristiche e armamento.

Hobby Boss

Contemporanea con l’Academy (2007) è la proposta della cinese Hobby Boss, dedicata anch’essa alla versione

A-1a. Questa ditta che raccoglie, a mio parere, l’eredità della Matchbox per la semplicità costruttiva, unita a una più che discreta accuratezza, ha a listino, oltre a diversi carri armati e navi in varie scale, aerei della 2a Guerra Mondiale, ma anche moderni, principalmente in scala 1/72 e 1/48, ma anche in 1/32, 1/35 e persino in scala 1/18, come il Focke Wulf 190 A-5.​

Il kit è suddiviso su 5 sprue, 4 di styrene grigio e uno di trasparenti, ai quali si aggiungono la fusoliera superiore in un unico pezzo e ali e fusoliera inferiore in un unico pezzo, per complessive 44 parti.

Il montaggio, assistito da un fascicoletto di istruzioni con scritte in cinese e in inglese, dovrebbe procedere spedito per la presenza di incastri che non rendono necessario (in teoria) l’uso della colla. In realtà, qualche goccia di colla per styrene, data con parsimonia negli incastri “strategici”, fornirà, a mio parere, un migliore risultato e una maggiore stabilità a lungo termine.

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I pezzi sono ben stampati, seppure con qualche leggera sbavatura che può essere facilmente rifilata con un tagliabalsa ben affilato. Gli interni sono costituiti da un pozzetto che comprende il sedile con le cinture di sicurezza a rilievo e un accenno dei pannelli strumenti frontale e laterali. Non sono previste decal a completamento degli interni. Il dettaglio superficiale è più che discreto, con pannellature incise coerenti con la scala e gli accoppiamenti sono precisi. Il timone verticale ha la parte mobile solidale con la coda, ma è presente un solco di separazione un po’ troppo marcato e, verso il bordo d’uscita, lo styrene si assottiglia a tal punto da diventare quasi trasparente. Il pezzo che delude un po’ è il canopy, stampato in un unico pezzo e non all’altezza delle altre parti (opache). Le decal sono per due versioni che, a differenza della facilità nel montaggio, sono molto difficili da realizzare in un caso per la mimetica “a macchie” e nell’altra “a serpentelli”.​ La Hobby Boss propone anche un kit dedicato al Me 262 A-2a, la versione caccia bombardiere del me 262. Il costo del kit? 7-8€, quindi molto conveniente. 

MPM Me 262 (A-1a/U4)​

La ceca MPM propone, dal 1992, un Me 262 dotato di cannone da 50 mm (Kanonenvogel), concepita per la distruzione dei bombardieri alleati. Il kit, di produzione short run, contiene una 50-ina di pezzi quindi non è particolarmente dettagliato. All’interno della scatola, però, sono presenti 3 foglietti in fotoincisione per particolari dell’abitacolo ed esterni e un quadrettino di acetato trasparente stampato con tecnica fotografica per gli strumenti del pannello principale. Il canopy è vacuform (un solo esemplare).​

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La qualità dello stampaggio è mediocre ed è presente in abbondanza il flash; le pannellature, per la maggior parte incise, sono molto fini e piuttosto semplificate rispetto alle produzioni descritte in precedenza (e più recenti). Le decal, stranamente stampate su un fondo giallo, sono di buona qualità e prevedono anche i piccolissimi stencil. Purtroppo, quello che dovrebbe essere il “plus” di questa versione, ovvero il cannone, è stampato grossolanamente e trovare un suo valido sostituto è un’impresa davvero ardua.

Airfix Me 262 A1-a (Series 3)​

Finalmente siamo giunti alla recensione oggetto di questa pagina. Incomincio scrivendo che nutrivo grandi aspettative da questo kit, in buona parte confermate ma mi rimane qualche (piccola) delusione.​

Il kit in esame è stato commercializzato dall’Airfix nella Serie 3, che notoriamente è dedicata ai caccia/bombardieri medi ed è indice di maggiore dettaglio e/o complessità rispetto alla Serie 2. A questa serie, per esempio, appartengono i nuovi kit dello Stuka (B1/B2) e del Messerschmitt Bf 110c per il quale recentissimamente sono state aggiornate le decal.

Il kit del 262 è composto da 65 pezzi, comprendenti anche il canopy stampato in tre pezzi. Si tratta quindi di un kit abbastanza ricco, con 3 sprue di styrene grigio chiaro piuttosto “affollati”, come è visibile dalle foto del contenuto del kit pubblicate ad inizio pagina.

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La qualità di stampa è molto buona: i pezzi sono tutti ben definiti, senza la minima presenza di flash. Le pannellature sono, nel recente stile Airfix, leggermente sovradimensionate ma il risultato finale dipenderà molto dal tipo di smalto utilizzato per la verniciatura. Con i colori Humbrol, da poco aggiornati con colori specifici, i “solchi” e i rivetti presenti risulteranno meno evidenti. Con colori acrilici, oggettivamente meno coprenti, le pannellature risalteranno un po’ troppo, a mio parere.

I trasparenti sono molto “trasparenti” e del giusto spessore; è necessario però prestare attenzione quando si separano dallo sprue per non rischiare di incrinare i pezzi.

Le decal sono ottimamente stampate e consentono la scelta tra due versioni, differenti come schema mimetico, entrambe molto interessanti e “appariscenti”. La posa degli stencil, nel ragguardevole numero di 37, è adeguatamente assistita da chiare istruzioni (sono presenti persino gli stencil da collocare sugli pneumatici). A proposito degli pneumatici, sono stampati con l’effetto peso e le gambe dei carrelli hanno un incastro per il loro corretto posizionamento.  Ho preferito però acquistare il set di ruote dell’Eduard, più fedeli all’originale.

Gli interni sono adeguatamente riprodotti, con un sistema “a vasca”; il pannello strumenti principale è da completare con una decal. Non sono presenti sul sedile le cinture di sicurezza. Peccato, perché nel kit dello Stuka il progettista aveva avuto un’ottima idea, ovvero realizzare 2 seggiolini, una con e una senza cinture.  Se si vuole mostrare il tettuccio aperto (con la “bolla” centrale ribaltata a destra), bisogna arricchire alquanto gli interni, magari ricorrendo all’immancabile set in fotoincisione della Eduard. Tutte le superfici mobili sono solidali con le corrispondenti parti fisse ad eccezione del timone verticale, che può essere montato in posizione “leggermente” mossa.

Parliamo ora dei punti “dolenti”: assemblando a secco le semifusoliere e le ali, il diedro alare non sembra riprodotto correttamente: l’assetto delle ali è troppo “piatto” e bisognerà armarsi di pazienza per asportare leggeri strati di stirene dagli incastri per correggere l’angolo al giusto valore. Dal trittico ricavato da Wikipedia si riesce a percepire quale fosse il reale diedro alare.

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Altro difetto del kit è la scarsa precisione degli accoppiamenti tra reattori e bordi d’attacco alare, sia d’ingresso che d’uscita. Sarà quindi necessario intervenire con stucco e/o cianoacrilato, prestando particolare attenzione a non rovinare le pannellature e il dettaglio superficiale circostante. In tempi di progettazione CAD/CAM appare strano che possano verificarsi ancora errori del genere, che abbassano inevitabilmente la valutazione complessiva del modello, altrimenti molto vicina all’ottimo.

Essendo interessato a una riproduzione del Me 262 con coccarde RAF, mi sono procurato il foglio decal 72-125 della Print Scale dedicato appunto al Me 262 A1, anche preda bellica, che fornisce sia coccarde RAF che USAAF, oltre alle consuete Luftwaffe. Nel foglio decal sono presenti le svastiche, stampate separatamente, e sono compresi gli stencil. Il foglio, molto ben stampato, è reperibile su eBay a poco più di 10 € (spese di spedizione incluse).

Conclusioni: un kit di cui si sentiva la mancanza, soprattutto in casa Airfix. E’ lontano anni luce dalle vecchie produzioni della casa inglese, spesso approssimative e dal montaggio ostico per lo scarsa precisione negli accoppiamenti tra le parti, ma non è ancora quanto ci aspetteremmo ai giorni nostri da una nuova realizzazione.  

Scala 1/48

Nella scala superiore alla 1/72 cominciamo da una proposta che giunge dal Sol Levante, in realtà già con quasi trent’anni sulle spalle. Il kit originario, della Trimaster, risale infatti al 1989. Questa ditta di modellismo era attiva in Giappone dal 1987 al 1991. La produzione era concentrata esclusivamente sui velivoli della Luftwaffe in scala 1:48, per lo più rare varianti e prototipi. I kit di Trimaster erano tra i più dettagliati e complessi al periodo e includevano parti aggiuntive in metallo bianco, tubi di metallo, fili, pneumatici in vinile e parti incise. I loro prezzi erano anche estremamente alti per il tempo (circa 55 USD) e la società fallì di conseguenza. 

Un caso simile a quello preso dai fondatori della Trimaster si verificò, qualche anno prima in verità, anche in Italia, con la TauroModel di Carmagnola (To). Alcuni appassionati di modellismo torinesi, sul finire degli anni ’70 del secolo scorso, decisero di impegnare tutte le loro conoscenze e competenze modellistiche nella realizzazione di un kit in scala 1/35 dello STURMPANZERWAGEN A7V, un carro armato tedesco che operò, con limitate quantità consistenti in  qualche decina di esemplari, negli ultimi mesi del primo conflitto mondiale. L'unico esemplare originale superstite di A7V è "Mephisto", catturato dagli australiani il 4 agosto 1918 a Vaux. Restaurato, è attualmente esposto all'Australian War Memorial di Camberra. 

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Non so quali furono i motivi che portarono a una simile scelta modellistica; sta di fatto che ne venne fuori un “gioiello” (secondo gli standard di allora) composto da ben 416 pezzi su tre stampate di plastica, da un set di maglie in polietilene per i cingoli, da una busta con le molle per le sospensioni ed i perni per unire le maglie dei cingoli. Il kit ricevette nel 1981 dalla rivista tedesca "Model Fan" il premio di "MODELLO DELL'ANNO". Incoraggiati da un così lusinghiero risultato, i fondatori della TauroModel si cimentarono in altri soggetti, sia mezzi corazzati (Fiat 3000) che aerei italiani nella scala 1/48, in particolare i kit del Macchi Mc 202 e Mc 205. Questi 2 kit erano composti da 120 pezzi circa in styrene grigio ciascuno, con pannellature incise e molti dettagli tra cui gli interni e il motore. Rispetto ai loro contemporanei, i kit apparivano di un livello superiore, grazie alle pannellature incise e ai molti dettagli, anche rispetto alla produzione del Sol Levante di allora (leggi Hasegawa e Tamiya). Rivisti con gli occhi di oggi, pur apprezzando e lodando lo sforzo realizzativo, la loro  progettazione e produzione, che risentiva di tecniche ancora artigianali, mostrano qualche difetto, soprattutto nella fase di montaggio, rendendoli adatti a modellisti esperti. Successivamente, la Tauro Model (oggi sciolta, ma i cui prodotti sono commercializzati dalla Pronto Model), si è specializzata nella realizzazione di decalcomanie per modelli di aerei nelle varie scale (1:72 - 1:48 - 1:32), principalmente per l'aeronautica italiana (bellica e post-bellica) e di fotoincisioni di carattere navale nelle scale 1:700 - 1:400 - 1:350.​

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La Dragon di Hong Kong ha acquisito gli stampi della Trimaster e ha commercializzato i suoi kit in un formato più semplice e più economico, sostituendo la maggior parte delle parti in metallo con la plastica. L'iscrizione della "Master Series" della Dragon ricorda il font del logo originale della Trimaster. In particolare, segnalo il kit della Dragon dedicato al Me 262 A-1° “Nachtjager”, commercializzato nel 1993.​

Il contenuto della scatola è piuttosto ricco: quando uscì, doveva apparire come “the state of the art” della produzione modellistica di allora. Oggi, se pur “ridimensionato” per l’assenza di parti in metallo bianco e altre “raffinatezze”, appare ancora all’altezza degli standard modellistici attuali. Lo stampaggio è buono ma si deve fare i conti con un po’ di flash, la cui presenza è dovuta a stampi non certo recentissimi. Il dettaglio superficiale è adeguato alla scala così come la riproduzione di molti particolari, come i motori o i cannoni installati nel muso. Le ruote sono in vinile nero, scelta che non condivido, perché si rischia di avere degli pneumatici irrealistici per la “striscia” al centro del battistrada e l’aspetto troppo “nuovo” e lucido. Gli interni sono ben riprodotti, con il pannello strumenti in rilievo, così come gli strumenti laterali stampati sempre in rilievo direttamente sulle semi fusoliere; nella scatola sono presenti 2 foglietti in fotoincisione per completare il dettaglio degli interni e altre parti dell’aereo. Il canopy è (ovviamente) in tre parti e lo sprue che contiene questi pezzi è ulteriormente protetto da un blister trasparente. Le decal sono per 2 versioni e sono stampate con finitura semilucida. Sono presenti gli stencil, di ogni dimensione e tipo. I riferimenti forniti per i colori sono Gunze Sangyo e Italeri. A proposito della italica casa di Calderara di Reno, essa ha attualmente a listino un solo kit dedicato al Me 262, nella versione biposto per la caccia notturna B - 1a / U1, corredato di parti in fotoincisione per le cinture di sicurezza e altri dettagli degli interni/esterni. La base è il kit Dragon, quindi non mi dilungherò nella sua descrizione. Le decal, ben stampate, sono per 2 versioni e comprendono gli stencil. Prezzo? Intorno ai 20 €, quindi molto conveniente in relazione al contenuto.​

Hobby Boss Me 262 A1-a​

Mentre nella scala 1/72 la ditta cinese realizza per la maggior parte kit di “semplice” realizzazione (Easy Assembly Authentic Kit), nella scala superiore i suoi kit sono, sotto tutti gli aspetti, equivalenti alla migliore produzione modellistica contemporanea.  La robusta scatola di cartone contiene 9 sprue di styrene grigio chiaro e uno sprue per i trasparenti stampati ad iniezione con parti splendidamente incise e dettagliate per la costruzione di un Me 262A-1a. Il dettaglio superficiale potrà sembrare un po’ troppo in risalto, ma ha un effetto gradevole ed è nitido. Alcuni dettagli sono leggermente enfatizzati: le file di rivetti probabilmente non saranno graditi da tutti, ma secondo me sono accettabili per la scala. Le fusoliere hanno la struttura interna riprodotta per tutta la loro lunghezza e lo sportello di manutenzione per il vano di accesso ai cannoni è stampato separatamente. Forse la forma del muso non è proprio corretta ma, a modello montato, penso che solo i più esperti potranno notare la differenza​.

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La Hobby Boss propone vari kit dedicati alle varie sottoversioni del 262 A-1a, compresa le versioni (sperimentali) U4, con il cannone da 50 mm (Kanonenvogel) e U5, con i quattro missili guidati X-4 della Ruhrstahl. A listino Hobby Boss si trovano anche riproduzioni nella stessa scala 1/48, del Me 262 A-2a, Me 262 A-2a/U2, Me 262 B-1a e Me 262 B-1a/U1, per complessive 10 scatole… Quasi una piccola collezione dedicata solo al Me 262 (nella quarter inch scale). Il prezzo? Tra i 20 e i 25 €, quindi abbastanza contenuto.​

Pegasus Hobbies Me - 262

Di questa casa californiana ho avuto già occasione di parlare, relativamente al kit dell’Hurricane Mk I nella scala 1/48, recensito nella pagina in cui descrivo la mia realizzazione del kit Airfix del 1979 dedicato al caccia inglese. Chi fosse curioso dell’una (recensione) o dell’altra (realizzazione), può cliccare qui. La produzione è piuttosto variegata e si rivolge essenzialmente a un pubblico di adolescenti appassionati di riproduzioni spaziali e di fantascienza, le cui realizzazioni sono di difficoltà bassa, ma si trovano a catalogo anche carri armati, soldatini, accessori per diorami e, appunto, kit di aerei. Questi ultimi sono più precisamente “snap kits”, ovvero le riproduzioni si assemblano (in teoria) senza bisogno di colla, che è invece, a mio parere, sempre opportuna per una stabilità a lungo termine delle parti.​

Il kit del Me 262 è realizzato con una 40-ina di pezzi scarsi suddivisi su 4 stampate di stirene verde oliva più quella dei trasparenti, che offre il tettuccio in un unico pezzo. Gli interni sono molto essenziali ma il dettaglio esterno (con pannellature incise) è discreto. La sua semplicità, pur nel rispetto delle linee generali e delle peculiarità principali, lo rende molto simile alla produzione Matchbox di una quarantina di anni fa. Segnalo che nel kit, a beneficio dei ragazzi che lo monteranno, è compreso il “pesetto” per bilanciare il muso e quindi fargli assumere l’assetto corretto per il decollo. Sembra una banalità, ma a me giovane e inesperto modellista è capitato di vedere con dispiacere (e non poter rimediare) che il modello appena finito si sedeva inesorabilmente sul fondoschiena… Le decal sono per un solo esemplare ma sono fornite sia nella consueta veste “ad acqua” che autoadesive per una più facile collocazione. Il kit fornisce anche i razzi alari, tipici della sottoversione U5. Per chi fosse interessato all’acquisto, il kit è reperibile su Amazon a un prezzo poco superiore ai 18 $, spese di spedizione incluse.

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Revell Me 262​

La casa tedesco/americana ha a catalogo 2 edizioni diverse in scala 1/48 dedicate al Me 262. Una di queste, uscita nel 1997 e avente n° di catalogo 04509, è ricavata dagli stampi Trimaster come i kit Dragon e Italeri; l’altra, avente n° di catalogo 85-5322, riproposta pochi anni fa, si basa sul kit Monogram (vedi foto sotto) uscito nel 1978. Sul Trimaster ho già scritto, quindi mi concentrerò sul kit ex Monogram.​

Il kit Monogram del Me 262 ha (oggi) 40 anni e mostra tutte le caratteristiche che un modellista con (ahimè) diversi anni sulle spalle si aspetta di trovare. I suoi 78 pezzi forniscono dettagli eccellenti, specialmente nell’abitacolo, pannelli separabili per mostrare i dettagli interni, figure a corredo e un numero di parti opzionali. Questo particolare kit è datato 1978 e offre il canopy aperto o chiuso e un discreto carico di caduta, comprendente anche i razzi R4M. Questi ultimi furono usati solo nelle ultime settimane di guerra quindi, se si vogliono utilizzare, bisognerà scegliere una versione molto tarda; occorrerà un buon riscontro di documentazione e fotografico. È anche possibile aprire il coperchio sul motore sinistro e sui vani delle armi frontali. Le pannellature originali, a rilievo, sono state rese quasi invisibili dall'usura degli stampi, quindi il kit si potrà realizzare così com’è, senza che sia necessario reincidere le pannellature per incrementare il realismo. Gli accoppiamenti, come era caratteristica (e vanto) dei kit Monogram, sono molto buoni, tenuto conto anche dell’età e della fattura artigianale degli stampi.​

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Le istruzioni, copia identica delle vecchie istruzioni Monogram, sono complete per il modellista con poca esperienza e forniscono le opportune sequenze di costruzione e gli schemi della colorazione. Tuttavia, i colori riportati hanno solo il riferimento RLM; la maggior parte dei modellisti della Luftwaffe sapranno quali utilizzare, quindi non sarà un grosso problema per loro ma, per i meno esperti, potevano essere indicate una o due linee di colori per modellisti. Le opzioni di decal sono per 2 aerei e offrono le svastiche intere (strano…) e gli stencil.

Sono disponibili numerosi set e decalcomanie aftermarket per il Me 262 ex Monogram, quindi dovrebbe essere abbastanza facile arricchirlo ulteriormente e avvicinarlo molto agli standard odierni. Il prezzo? Intorno ai 25-30 €.

Tamiya Messerschmitt Me262 A-2a w/Kettenkraftrad​

Chiudiamo questa carrellata di kit vecchi e nuovi nella quarter inch scale parlando del kit della casa delle 2 stelle. Cominciamo subito dicendo che gli stampi risalgono al 2002, quindi sono abbastanza recenti. La prima versione del kit, con n° di catalogo 61082, forniva anche il trattore (Kettenkraftrad) della NSU utilizzato anche dalla Wermacht per il traino di cannoni di medio calibro.

Il contenuto del kit è di altissimo livello, come è tradizione della casa del Sol Levante. In tutto troviamo 4 ricche stampate di colore grigio, alle quali si aggiunge lo sprue dei pezzi del trattore, i trasparenti e il pesetto per bilanciare il muso. Incluse nello sprue del trattore ci sono 2 figure di meccanici, uno per la guida e uno da collocare nell’abitacolo del caccia a reazione al posto del pilota, per le manovre di terra. Il confronto con il suo “pariclasse” Trimaster è scontato: il livello di dettaglio è equivalente (anche nel Tamiya ci sono pannelli apribili per le armi e per il motore) ma gli oltre dieci anni che separano i due stampi si avvertono in una maggiore ingegnerizzazione nel kit Tamiya, che si traduce quindi in un montaggio più agevole e preciso. Tutte le parti sono stampate perfettamente e le istruzioni, sebbene nello stile “giapponese” agevolano il corretto assemblaggio. ​

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I riferimenti per i colori sono solo Tamiya e avrebbe senz’altro aiutato i modellisti che usano altre serie, se avessero aggiunto le sigle del colori RLM, invece che scrivere, per esempio “light green” o “light blue” e aggiungere solo, tra parentesi, “Luftwaffe”. Il Me 262 è disponibile anche “stand alone” e anche con parti in metallo bianco.

Le colorazioni proposte sono ben tre ma il foglio decal, a mio parere, è fin troppo “compresso” e separare di volta in volta la decal da utilizzare (stemma o stencil) è un’impresa che richiede forbicine ben affilate e mano molto ferma. Le decal comprendono anche le cinture di sicurezza e gli strumenti. Il prezzo del kit è piuttosto salato (nell’intorno dei 40-50 $), ma effettivamente è giustificato dall’elevata qualità.

SCALA 1/32​

Nella scala ancora più grande troviamo alcune proposte dedicate alle varie versioni del Me 262, marcate Hasegawa, Revell e Trumpeter. Iniziamo dal Giappone con il kit Hasegawa.

Il primo kit del Me 262 con gli occhi a mandorla nella scala 1/32 risale al 1973 con il marchio congiunto Hasegawa/Minicraft (è stato anche commercializzato dalla scomparsa FROG). Il kit è molto “old tool”, con pannellature e rivetti ben in evidenza. La qualità di stampa è solo discreta, a causa di qualche ritiro della plastica, soprattutto nelle parti più grandi come fusoliera e ali. In totale sono 91 pezzi, compreso il canopy (in tre parti separate). Il grado di dettaglio è, nonostante l’anzianità, buono, con un abitacolo completo e con la riproduzione dei cannoni in fusoliera, che prevedono i pannelli di ispezione aperti. Anche i reattori sono riprodotti piuttosto fedelmente e sono presenti i pannelli separati per mostrarli. La zona carrelli è invece sottotono, stampata com’è senza struttura interna. Il kit offre anche il carico di caduta (2 bombe sotto la fusoliera) e i razzi sub alari.​

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Dal 1973 a oggi il kit è stato proposto diverse volte con nuove scatole e nuove livree ma conservando praticamente inalterati gli stampi; secondo gli attuali standard modellistici lo valuterei poco sopra la sufficienza, tenendo conto anche dell’elevato costo di questo kit proveniente dal Sol Levante (intorno ai 50 €).  ​

Revell Me 262​

La Revell aveva a catalogo fino al 2016 un kit dedicato al B-1a/U1 (versione biposto per caccia notturna) ricavato da uno stampo del Me 262 A-1a risalente al 1971, con caratteristiche equivalenti all’Hasegawa.​

Nel 2016 è uscito un nuovo kit (04995) con 222 parti e quindi oltre 3 volte il numero dei pezzi del kit precedente. Il grado di dettaglio è ovviamente elevato e la complessità del montaggio, rappresentata dalle ben 94 sequenze del volumetto di istruzioni a colori, lo rende adatto a modellisti esperti (e con molto spazio). Ovviamente i motori e il vano cannoni sono riprodotti con precisione e tutte le superfici mobili sono separate. Anche le 2 colorazioni proposte, per la caccia notturna, richiedono una notevole abilità nell’uso dell’aerografo per riprodurre la miriade di “amebe” di vernice (RLM 81 e 82) presenti sul fondo (RLM 76) della mimetica della fusoliera. Le decal sono stampate in Italia (presumibilmente dalla Cartograf) con elevata qualità ma sono un po’ affollate, rendendo molto delicata l’operazione di separazione della parte da utilizzare di volta in volta. Il prezzo: circa 50 €, pienamente giustificato dalla dovizia del kit.​

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Concludiamo questa carrellata nella scala 1/32 analizzando il kit Trumpeter, che risale al 2005. ​

Il contenuto è distribuito su 8 stampate di stirene grigio chiaro alle quali si aggiunge uno sprue di trasparenti di notevoli dimensioni, oltre a quello del canopy con parti separate, che fornisce i cofani dei reattori e altre parti per mostrare in trasparenza gli Jumo 004. Il kit si completa con le ruote in vinile nero, le gambe del carrello in metallo bianco e le fotoincisioni per le cinture di sicurezza. Le superfici mobili sono separate e dotate di cardini quindi possono essere posizionate come si vuole senza l’ausilio di colla (corentemente, si spera, con le foto dell’aereo vero).

Le decal sono (solo) per 2 esemplari ma sono ben stampate, complete (contengono anche le svastiche stampate in 2 pezzi) e soprattutto ben spaziate. Il costo? Circa 60-65 €, che a mio parere è equo in relazione al ricco contenuto.    

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AG 2018