MMP Books
Orange Series
Blackburn Shark
Stratus n° 8120
Un pescecane... con denti poco affilati.
Nella mia biblioteca dedicata agli aerei inglesi e italiani del secondo conflitto mondiale ha trovato posto da qualche giorno questa pubblicazione, realizzata nel 2020, della ben nota (almeno a me) Mushroom Model Publication (MMP) di nazionalità polacca.
Di questa serie (Orange) posseggo anche la monografia dedicata al Fairey Barracuda, di cui è possibile leggere la pagina di recensione (e anche dei kit disponibili) su questo sito cliccando qui.
Il Blackburn Shark precede solo di un paio d'anni il pari ruolo Fairey Swordfish ma, pur avendo rispetto a quello più avanzate soluzioni tecnologiche e prestazioni migliori per l'elevata capacità di carico e le caratteristiche di volo, non riuscì a ritagliarsi lo spazio che meritava finendo in pochi anni a essere relegato dal ruolo di silurante a compiti di seconda linea e di addestramento e addirittura di traino bersaglio. Solo all'estero (in Portogallo e Canada), fu tenuto in giusta considerazione. Neanche le versioni successive alla Mk I, ovvero la Mk II (con motore più potente) e la Mk III con motore ancora potenziato, elica tripala in legno e abitacolo semichiuso riuscirono a trovarsi il giusto spazio. In tutto furono realizzati 269 esemplari.
Per maggiori dettagli rimando alla pagina di Wikipedia in inglese (clicca qui).
Nelle 3 foto sopra sono visibili (da sinistra a destra) il primo modello di Shark in versione imbarcata (identificato con la sigla B6), riconoscibile per il cofano motore corto, un esemplare di Mk I imbarcato sulla HMS Courageous (la stessa foto di copertina del volume della MMP) e un Mk III in versione idrovolante, dove si notano l'elica tripala in legno e l'abitacolo semichiuso.
Analisi della Monografia
Il volume, con la copertina di cartoncino sottile, ha il formato A4 (circa) e consta di 104 pagine.
si può suddividere in 4 sezioni:
- Parte storica (pag. 3 - 50), in cui si descrive l'aereo nel suo sviluppo, nel suo impiego prebellico, bellico e con altre insegne di nazionalità (Canada e Portogallo)
- Shark Colours/Data/Units (pag. 51 - 53) in cui l'autore dettaglia la colorazione tipo assunta dagli esemplari dell'aereo da quando lasciavano la fabbrica fino ai vari impieghi, le caratteristiche tecniche (della versione Mk II) e le Unità della Fleet Air Army, della Royal Air Force, della Portuguese Naval Air Service e della Royal Canadian Air Force che abbero i carico lo Shark
- Parte tecnico/modellistica (pag. 54 - 73) con foto di particolari dell'aereo e disegni al tratto in scala 1/72 (da verificare)
- Profili a colori/viste dall'alto (pag. 74 - 104) per complessivi 27 esemplari raffigurati.
Conclusioni: una buona monografia a un costo accettabile (16 € circa) per gli appassionati di aerei e in particolare per i modellisti. Si tratta di un soggetto non certo diffuso (vedi dopo) ma innegabilmente interessante e immancabile (?) in una collezione di aerei inglesi della Seconda Guerra Mondiale.
Il Blackburn Shark nel Modellismo in scala
Purtroppo le case modellistiche, anche negli anni "d'oro" del modellismo in scala, a causa dello scarso successo dell'aereo in scala "reale", non hanno ritenuto il soggetto di particolare interesse da dedicargli la realizzazione di un kit, con una sola eccezione, la "mitica" e ahimè scomparsa FROG.
Risale al 1968 la proposta Frog dedicata al Blackburn Shark che, come è riportato sulla scatola, era possibile assemblare con gli scarponi da idrovolante o con il carrello (fisso) ed erano disponibili 3 livree, rimaste invariate negli anni anche dopo il passaggio degli stampi ad altri Brand, come è scritto dopo.
Il kit, tenendo conto dell'anno di uscita (1968), è abbastanza buono: in tutto sono circa 100 pezzi, comprendenti, come scritto sopra, parti alternative come scarponi e carrello fisso.
La qualità dello stampo è buona per i tempi, con pannellature e rivetti a rilievo (i rivetti sono presenti solo sulla fusoliera); questi ultimi sono abbastanza fini e possono essere lasciati mentre le pannellature si possono reincidere. Le superfici mobili (anche i flap anteriori) sono separate, come si usava allora (anche in qualche kit di oggi).
Il montaggio delle ali richiede più attenzione, essendo scomposte in diverse parti e quindi bisogna controllare bene il loro allineamento ed è da completare con le tiranterie, desumibili dai disegni in scala e dalle foto, così come l'antenna a filo.
Gli interni sono piuttosto spogli (un pavimento, due seggiolini e 2 piloti) e dovranno essere completati con parti autocostruite facendo riferimento alle foto presenti nella Monografia descritta sopra.
La parte più carente è la riproduzione del motore, appena accennata con un disco di stirene (più correttamente un disco convesso) su cui, a rilievo, sono rappresentate le sagome dei cilindri e le aste delle punterie.
E' disponibile Aftermarket la riproduzione del motore (Armstrong Siddeley Tiger VI) realizzata con stampante 3D dalla Shapeways (cliccare qui per il sito) a un costo di circa 15€ + spese di spedizione (circa 16 € per spedizione ordinaria). In alternativa, si dovrà ricorrere al magazzino pezzi adattando un 14 cilindri a doppia stella, sempre facendo riferimento al riscontro fotografico.
Il kit della Frog è stato riproposto negli anni con il marchio NOVO e, in tempi molto più recenti, con i marchi Eastern Express e Ark Models, questi ultimi ancora reperibili su internet, soprattutto da rivenditori dell'Est Europa.
AG 2021