SMER
Curtiss P-40K/KittyHawk Mk III
scala 1/72
Cat. Ref. 0875
Un P-40 che parla russo ma… che nasce Ceco.
La Smer, ditta modellistica russa ben nota ai modellisti “veterani” per aver rilevato, insieme alla defunta Novo, i gloriosi stampi della Frog, propone da qualche anno (2006) questo kit dedicato alla versione K del caccia della Curtiss con motore Allison. La versione K si distingueva dalla E per il timone verticale più grande nel bordo d’attacco sulla fusoliera, per il motore più potente e, a partire dalla sottoversione K-10 in poi, per la fusoliera allungata della versione F per contrastare la maggiore coppia del motore.
Terminate qui le note storiche, ci spostiamo nel mondo modellistico scrivendo che il kit della Smer non è originale ma è il rebox di uno stampo realizzato della Kovozávody Semily (Cecoslovacchia) risalente al 1993. Il kit è stato anche proposto dalla Vista e dalla Revell nella seconda metà degli anni ’90 e, in tempi più recenti (2014), dalla Mistercraft polacca.
Nella foto a sinistra sono visibili gli stampi e, in blister trasparente separato, le ricche decal (per 3 versioni) e il canopy in pezzo unico. Nelle foto seguenti si notano gli stampi del vecchio kit Heller del P-40E e le 2 box a confronto.
Dal confronto con i 2 kit, ci si rende conto che il P-40k, pur essendo stato realizzato circa 20 anni dopo il kit Heller (che risale al 1974), presenta caratteristiche più in linea con le produzioni degli anni 60/70 del secolo scorso che di quelle di fine secolo. Il numero dei pezzi è poco più di una 30-ina, con interni molto spartani (un sedile piuttosto bruttino e spesso, un pannello strumenti poco somigliante, una pedaliera piuttosto grossolana e una cloche semplificata).
Sono del tutto assenti strutture e strumentazione laterali. Come “plus” ha le pannellature incise (molto) finemente e le decal per ben 3 versioni di nazionalità diverse (statunitense, inglese e russa) ma gli altri dettagli esterni (elica, carrelli, canopy e carico di caduta/serbatoio supplementare) sono molto semplificati.
Dove il kit Smer ex Kovozàvody è decisamente carente è purtroppo nella precisione di montaggio: il timone posteriore verticale ha una forma diversa tra semifusoliera sinistra e destra, ci sono pochissimi pin di accoppiamento e tra fusoliera e ali sono visibili ampie aree di vuoto che dovranno essere colmate, rischiando di rovinare il dettaglio superficiale.
Del kit Heller recupererò l'elica, la cloche e, se compatibile, il canopy, invece realizzato in tre pezzi distinti (parabrezza, elemento centrale e vetri posteriori).
Per migliorare gli interni e qualche particolare esterno, utilizzerò il modesto set in fotoincisione della Eduard dedicato al P-40N della Hasegawa, con qualche necessaria modifica.
In realtà il lavoro è cominciato da un po' e ho saltato qualche passaggio… Nella foto sotto sono visibili le 2 semifusoliere “arricchite” dagli interni in fotoincisione della Eduard e dalla cloche Heller. Le ali sono state già incollate e sono stati realizzati i vani carrelli con plasticard. Gli interni e i vani carrelli sono stati verniciati con l'H226 (interior green). Poco visibile in foto, l'elemento del kit che riproduce la “bocca” dei radiatori sotto l'elica è stato incollato al contrario, ricostruendo con plasticard e avanzi di fotoincisione sulla parte piatta (il didietro) una più fedele riproduzione di tale struttura. Per tappare il buco della parte posteriore dei radiatori, ho utilizzato il pezzo Heller che invece doveva essere il davanti. Ultima osservazione: la mediocre riproduzione in styrene dei flabelli di ventilazione dei radiatori sul bordo d'attacco anteriore delle ali verso la fusoliera è stata eliminata e sarà sostituita con la più realistica riproduzione in fotoincisione della Eduard.
Foto a destra: completati gli interni (mancano le cinture di sicurezza superiori e il collimatore), ho unito le semifusoliere e incollato le ali.
Come ho scritto prima, l'accoppiamento ali fusoliera è piuttosto scadente, con varie fessure e disallineamenti, al pari di un kit (scarso) di cinquant'anni fa.
Il risultato non è perfetto ma ho dovuto scendere a compromessi per non rovinare troppo l'unico punto a favore del kit, ovvero le pannellature incise.
Foto a sinistra: è stato aggiunto il serbatoio ventrale, con gli attacchi laterali alla fusoliera realizzati con sprue stirato. Il “tappo” inferiore del serbatoio ventrale proviene dall'analogo pezzo del kit del Curtiss P-40E Heller, che sto cannibalizzando da un po' (ho iniziato con lo Stuka Picchiatello Revell). Nei pozzetti carrelli è visibile il Maskol preparatorio alla verniciatura. Anche la parte inferiore ha richiesto una discreta lavorazione di accoppiamento pannellature e parti ali/fusoliera. Ultimo dettaglio: ho scavato il pozzetto del ruotino posteriore che sarà realizzato convertendo quello più fedele del kit Heller.
Foto a destra: è stata stesa una mano di “Azur Blue” Vallejo sulle superfici inferiori. Successivamente saranno rimosse le mascherature nei vani carrelli.
Nella foto si notano 2 particolari: il “rigonfiamento” sotto l'ala inferiore destra, che doveva essere eliminato perchè non presente sulla versione K. Ho deciso invece di lasciarlo perchè la sua asportazione avrebbe irrimediabilmente danneggiato la fine pannellatura dell'ala, che è l'unico punto a favore del kit. L'altro particolare è la gamba del ruotino di coda, che proviene, come scritto sopra, dal kit Heller del P-40E in sostituzione di quella fornita dal kit, di forma errata. Anche questa zona dovrà essere completata con il ruotino e i pannellini di chiusura vano. Quest'ultimo è stato “scavato” per essere più realistico in quanto era “piatto”.
Foto a sinistra: è stata stesa (ad aerografo) una mano di “Middle Stone” Humbrol sulle superfici superiori. Non ho utilizzato l'Humbrol 93 consigliato dalla Smer ma l'Humbrol 225 che consiglia l'Airfix (la Humbrol e la Airfix sono entrambe di proprietà della Hornby). Successivamente si dovrà procedere alla mascheratura delle superfici superiori per realizzare le bande di Dark Earth (Humbrol 29).
Foto a destra: è ancora necessario qualche ritocco, ma la fase di verniciatura può dirsi completata. Next step: le decal.
Foto a sinistra: inizia il posizionamento delle decal, cominciando da sotto. le “roundels” ovvero le coccarde sono state posizionate abbastanza agevolmente; non ho potuto utilizzare i liquidi della MicroScale perchè troppo aggressivi e ho invece utilizzato il DecalFix della Humbrol. Il “delirio” si è verificato con i codici di reparto che sono stati realizzati con un film sottilissimo che si accartocciava al minimo tocco. Uno dei due codici di reparto GA si è letteralmente distrutto anche utilizzando l'apposito liquido della MicroScale per ispessire le decal. Ho dovuto cannibalizzare la decal dal kit Hasegawa del P-51 D con le coccarde inglesi acquistato nel lontano 2002 al prezzo di 7 € (nel 2023 il prezzo è raddoppiato).
Foto a destra: il posizionamento delle decal è terminato e ho dato un'ulteriore mano di trasparente lucido per fissare le decal. Anche la “bocca” con i denti affilati si è spezzata in più parti ed è stato necessario ritoccarla. Next step: il "weathering" e il completamento del modello. spero do poter utilizzare il canopy del P-40E della Heller in parti separate che mi consentirebbe di mostrare gli interni.
Foto a sinistra: dopo una leggera mano di weathering, ho dato una spruzzata di trasparente opaco Vallejo. Nonostante diversi tentativi, purtroppo non sono riuscito ad adattare il canopy del p-40 Heller e devo utilizzare quello proposto dalla Smer. Il canopy della ditta russa è realizzato in un sol pezzo, ma con i vetri posteriori separabili con un cutter affilato, cosa che consente di posizionare meglio i trasparenti. Nella foto sono infatti visibili i vetri posteriori già incollati. Si nota inoltre, anche se la foto non è perfettamente a fuoco, il collimatore dalla forma squadrata al quale devo aggiungere il vetro trasparente montato inclinato (collimatore a riflessione).
Foto sotto: siamo arrivati alla fine dell'avventura con questo Smer Curtiss P-40K. Come ho già scritto sopra, questo kit, realizzato nel 1993, quindi trent'anni fa, pannellature incise a parte, è alla pari (e qualcosa in meno) rispetto ai kit di uno e anche 2 decenni prima. Molti dettagli sono semplificati (gli interni soprattutto, la presa d'aria anteriore e gli sfoghi posteriori, l'attacco del serbatoio ventrale, il vano ruotino posteriore). Qualcosa hanno fatto il set in fotoincisione dedicato al P-40 Hasegawa, qualche dettaglio “scratchbuilt” e alcune parti “cannibalizzate” dal kit Heller del P-40E; rimane comunque un modello da 7- o giù di lì. Lo considero un “esercizio di stile”, in attesa di mettere le mani su un kit più nuovo e/o più “stimolante”.