CYBER-HOBBY/DRAGON
GLOSTER METEOR F.1
Scala 1/72
Cat. Ref. 5084
La “Meteora” che non affrontò mai le “Rondini”…
Mi si concedano solo poche righe storiche, prima di “addentrarmi” nella disamina del kit della Dragon dedicato al primo caccia a reazione operativo inglese.
Il Gloster Meteor entrò in servizio il 1° giugno 1944 ma il suo principale impiego fu l’intercettazione delle bombe volanti V1, con il preciso divieto di sorvolare il fronte tedesco per evitare di essere colpito dalla contraerea, eventualmente catturato e quindi esaminato.
Come cacciatore di V1 il Meteor fu abbastanza efficace, abbattendone 14 ma, quando finalmente fu impegnato sul fronte europeo ad inizio del 1945, non trovò più avversari con cui confrontarsi. Chissà come sarebbe stato un duello aereo con un Me 262: i Meteor F.1 e il successivo F.3 erano più lenti dei caccia tedeschi con motore a pistoni come il FW 190 e il Bf 109 K e decisamente più lenti di un Me 262, quindi almeno in prestazioni velocistiche sarebbe stato surclassato. I principali successi del Meteor furono ottenuti sul territorio tedesco distruggendo al suolo 46 aerei nemici.
Nelle foto sopra sono messe a confronto le 2 realizzazioni inglese e tedesca nel campo degli aerei a reazione. Pur essendo entrambi alimentati da 2 turbine alari, Il Meteor era dimensionalmente più grande dello Schwalbe, più lento e meno manovrabile, anche se in alcune occasioni fu scambiato dalla contraerea alleata proprio per il Me 262. In un confronto diretto tra i due il caccia della Raf ne sarebbe uscito sicuramente perdente.
Il Meteor nel modellismo in scala.
SCALA 1/72.
Iniziamo questa trattazione modellistica ricordando coloro che non ci sono più, ovvero i kit prodotti nella seconda metà del secolo scorso.
Risale al 1955 la prima proposta FROG dedicata al Meteor nella versione Mk 8 ma di questa non posso dire nulla perché è di molto antecedente alla mia epoca e quindi non l’ho mai vista. Tre lustri dopo, nel 1970, la Frog realizzò un nuovo stampo nella versione Mk IV che è contemporanea a quella Airfix di cui parlerò subito dopo (per la Mk III).
Per oltre 30 anni, questo modello è stato l'unica opzione disponibile per una riproduzione accurata del Meteor Mk.IV in scala 1/72. La ripresa dello stampo da parte dei sovietici della Novo ha continuato ad alimentare il mercato per qualche anno dopo il fallimento della Frog nel 1976.
Il modello presenta un abitacolo spartano con un pavimento, un sedile e una cloche molto semplificata; un "pilota" completa il tutto. Con un po’ di buona volontà si potrebbe rendere la cabina di pilotaggio più accettabile secondo gli standard attuali, ma si può essere soddisfatti delle parti aggiunte se l'obiettivo è quello di montare il velivolo con il canopy chiuso. Attingendo però alla ricca offerta aftermarket disponibile sul mercato odierno per altri stampi più recenti (di cui parlerò dopo), sarebbe possibile reincidere le pannellature, arricchire ulteriormente il modello e dettagliare gli interni, a patto di riuscire a “vacuformizzare” lo spesso canopy Frog o adattare le realizzazioni dei canopy in vacuform della Pavla (non realizzate per il Frog). Per le decal, dato che quelle originali saranno più che ingiallite e quindi inutilizzabili, è possibile ricorrere al mercato aftermarket che offre, anche in questo caso, una più che discreta scelta.
E’ necessario per tutti i kit del Meteor, anche i più recenti, zavorrare il muso se non si vuole vederlo seduto sulla coda, dopo il montaggio.
Conclusioni: nonostante il lavoro non indifferente per aggiornarlo agli standard moderni, è ancora possibile utilizzare il kit Frog come una buona base per realizzare un più che dignitoso Meteor Mk.IV.
Nelle foto sopra sono messe a confronto le 2 realizzazioni della casa inglese FROG dedicate al Meteor, rispettivamente a sinistra la versione Mk 8 (1955) e Mk 4 (1970). E' da notare che sulla scatola del primo Meteor del 1955 sia evidenziata la qualità del kit, che non richiedeva lavori di modifica o carteggiatura dei pezzi e comprendeva un tubetto di colla. La versione del 1970 era alquanto semplificata rispetto agli standard attuali, ma era discretamente realizzato e fedele nelle linee generali, come era (quasi sempre) standard per la scomparsa casa inglese.
Contemporaneo al Frog del 1970 è il Meteor realizzato dall’Airfix, senza troppo impegno, relativamente alla versione Mk III. Il kit, equivalente alla Serie 2, rispetta pienamente gli standard di allora: è un kit basico, composto da sole 36 parti con gli interni composti da pavimento, da una paratia alle spalle del sedile del pilota, dal pilota stesso e da un piccolo pannello strumenti. La cloche non è presente e il tettuccio è chiuso.
Esternamente è presente un dettaglio in rilievo delle pannellature e dei bocchettoni di rifornimento; il carrello e i relativi sportelli di chiusura sono realizzati piuttosto grossolanamente. I reattori sono realizzati con un minimo di dettaglio interno. Non sono presenti serbatoi alari supplementari. La versione proposta dalle decal era una sola, senza indicazione di appartenenza e periodo.
Conclusioni: un kit appena sufficiente, assolutamente fuori dal tempo e interessante, pur nella sua mediocrità, come rappresentante della produzione modellistica di mezzo secolo fa.
Nel 2009 l’Airfix ha messo in commercio nella Serie 3 una nuova versione del Meteor, la Mk 8, che condivideva gli stampi (realizzati nel 2006 dalla SAME) con l’MPM, di cui parlerò dopo, ma senza integrazioni in multimateriale (resina e/o fotoincisioni). Il kit è un notevole passo avanti rispetto al fratello più vecchio pur lamenta una ingegnerizzazione non ottimale per quanto riguarda il carrello in particolare e l’utilizzo di stucco nelle giunture ali fusoliera e nei punti di giunzione delle gondole dei reattori. Ne parlerò più diffusamente analizzando il kit MPM.
Facciamo un salto indietro nel 1985 per parlare del Meteor realizzato dalla Matchbox. Si tratta della versione NF Biposto (Mk 11, 12 e 14).
Il kit è nella stile della casa, quindi il montaggio è semplice ma abbastanza accurato, stante i suoi 66 pezzi (comprese le parti in alternativa per le 3 versioni) su 3 sprue di diverso colore. Gli interni sono dignitosi, anche se i seggiolini sono alquanto semplificati, ma è presente la strumentazione frontale (mentre invece è assente il dettaglio interno laterale). I 2 canopy, diversificati a seconda della versione, sono in 2 pezzi e quindi possono essere montati aperti. Stranamente non sono presenti i piloti… Le pannellature sono incise ma nel classico stile Matchbox (anche se un po’ più "leggere" rispetto alle realizzazioni precedenti). Le decal erano per 3 versioni e la qualità era dignitosa. Un’altra particolarità del kit era nei riferimenti colori delle istruzioni che erano piuttosto generici e non riportavano i codici di marche modellistiche (di solito la Matchbox utilizzava i riferimenti Humbrol).
Erano disponibili alcuni kit di conversione della Aeroclub che fornivano un nuovo canopy e un nuovo muso per realizzare il Meteor come caccia monoposto.
In tempi abbastanza recenti (2007) gli stampi sono stati rilevati dalla Xtrakit che lo propone con nuove decal a un prezzo intorno ai 15€ ed è disponibile anche un set di miglioramento in fotoincisione della AirWawes.
Conclusioni: un kit datato ma migliorabile grazie ad accessori aftermarket (inclusi i sedili), relativo alla versione biposto che non trova alternative sul mercato.
Vediamo ora il Gloster Meteor della MPM, i cui stampi, come ho scritto prima, risalgono al 2006 e sono anche proposti dall’Airfix (con diverse decal).
Il kit è in styrene short run su 2 stampate grigie, per complessivi 81 pezzi con il canopy anch'esso in styrene e presente in 2 esemplari, ma realizzato in un unico pezzo. Le parti del kit si presentano pulite e senza sbavature; su alcune parti sono presenti pin degli estrattori. Il dettaglio superficiale è realizzato con incisioni di buona qualità e sullo scafo sono presenti accenni di rivetti. Il pozzetto dell’abitacolo è adeguatamente dettagliato e comprende i pannelli laterali. Il sedile sarebbe migliorabile. Davanti al cockpit deve essere inserito un po’ di peso in più, ma il manuale di costruzione indica anche questo. Il kit fornisce le parti in alternativa per un Mk 9 sia delle prime serie che delle ultime, con anelli di ingresso aria stretti o larghi. Sono riportati anche i meccanismi interni dei motori. Le ruote non hanno l’effetto peso.
Il foglio decal è ben fatto e nitido; le coccarde RAF sono ben centrate. Sono disponibili tre varianti di livrea; se non gradite, è disponibile una scelta ancora più ampia nell'aftermarket.
Le istruzioni di montaggio sono in ceco e in inglese e sono presenti 23 fasi. Ogni fase di costruzione è accompagnata dalle specifiche del colore Gunze; gli schemi di mimetizzazione sono completati dai codici Federal Standard.
La MPM ha realizzato altre versioni del Meteor, dalla F. Mk I (lo stesso stampo usato dalla Cyber-Hobby), passando dal MK III fino alle versioni successive come appunto la Mk 8 e la Mk 9 e versioni speciali.
Conclusioni: siamo davanti a un kit di buona fattura, con il difetto tipico degli short run (mancanza di riscontri). Il prodotto è migliorabile (come ha appunto fatto la Cyber-Hobby), ma è sicuramente un’ottima base di partenza per un Meteor di metà/fine carriera. Dispiace solo la scelta di realizzare il canopy in un solo pezzo che riduce la visione del (possibile) dettaglio degli interni. Ultima nota sul prezzo, che dovrebbe essere nell’intorno dei 20 €.
Prima di parlare dell’oggetto di questa pagina web, analizziamo la realizzazione della famosissima casa americana, la Revell, che propone il Meteor nella versione Mk IV. In realtà c’è ben poco da dire e da aggiungere, perché la base di questo kit è ancora l’MPM di cui ho parlato nelle righe precedenti ma ha sicuramente il pregio di essere una versione differente (la Mk IV) rispetto a quelle che si trovano con il marchio della ditta ceca.
Punto di forza del kit sono le decal, che sono molto belle, stampate in Italia (quasi certamente da Cartograf, un punto di riferimento per il settore). Le istruzioni, che riportano correttamente di appesantire il muso con un peso di 10 grammi, sono ridisegnate nel classico stile Revell, a china, sufficientemente chiare ma a me non particolarmente gradite. Nei kit più recenti la Revell ha aggiornato lo stile delle istruzioni, che sono a colori e utilizzano una simbologia più moderna e efficace. A proposito di colori, sono riportati solo i riferimenti della stessa casa che non sono reperibili ovunque quindi avrei preferito una corrispondenza almeno con i colori Federal Standard. Le versioni proposte dagli schemi di colorazione sono 2, entrambi su base alluminio/argento ed entrambi Raf (1950 e 1951). Il prezzo è inferiore ai 20 €, quindi un po’ più conveniente delle proposte MPM.
Conclusioni: vale quanto già scritto a proposito dei kit MPM.
Siamo giunti finalmente a parlare del Cyber-Hobby, la cui proposta ha origine dal marchio Dragon. La prima uscita risale al 2010 e riguardava la versione F.3, seguita dalla F.1.
Il kit Cyber-Hobby è composto da ben 8 sprue per 65 parti in styrene, ai quali si aggiunge anche un piccolissimo foglio in fotoincisione con solo l'antenna esterna, reaizzata in 2 esemplari (uno di scorta).
Negli sprue sono presenti il canopy con una finestratura separata quindi montabile parzialmente aperto ed entrambi i reattori, da dettagliare uteriormente con tubi e cavi in base ai riscontri fotografici. I timoni (orizzontali e verticale) sono stampati separatamente. La qualità di stampaggio e dei dettagli è molto elevata e congruente con la scala nonostante la tecnica short run utilizzata; peccato manchino le cinture di sicurezza, non disponibili neanche come decal. Le istruzioni non sono chiarissime, soprattutto per il montaggio del carrello di atterraggio e dei motori. E’ necessario appesantire adeguatamente il muso perché il modello, una volta montato, è notevolmente sbilanciato sulla coda e rischia di “sedersi”. L’accoppiamento ali/fusoliera è eccellente e non credo che richiederà interventi con stucco e/o altri riempitivi. Le decal sono per 2 livree, sono stampate in Italia (probabilmente da Cartograf) e sono molto sottili quindi bisogna prestare attenzione durante il loro posizionamento per non rischiare la rottura. Le indicazioni dei colori sono però molto vaghe e non ci sono riferimenti modellistici o Federal Standard.
Conclusioni: Trascurando questi problemi minori, il kit Cyber-Hobby è consigliabile ai modellisti con una certa esperienza, ma è senza dubbio il miglior kit Meteor sul mercato in questa scala.
Scala 1/48
Vorrei concludere questa disamina dei kit dedicati al Gloser Meteor analizzando i diversi kit presenti nella "quarter inch scale", iniziando, in ordine alfabetico, dall'Airfix.
A differenza dalla scala minore, l'Airfix ha realizzato "in casa" gli stampi del Meteor, proposto inizialmente (2016) nella versione F.8, seguito nl 2017 dalla versione F.8 Guerra di Corea e nel 2018 dalla versione F.R. 9.
I 3 kit sopra citati sono disponibili nella serie 9, che dà l'idea della accuratezza, almeno formale, che un modellista si aspetta di trovare in questa scala e categoria di prezzo (165 pezzi per circa 40€).
Il contenuto della scatola è molto ricco, con 6 grandi sprue dove la qualità di stampa è innegabilmente elevata. I dettagli sono molti e ben riprodotti, stante anche la scala superiore. La vrsione Corea ha uno sprue in più nel quale si trovano 8 razzi sub alari. ll foglio decal ha le dimensioni di un lenzuolo e offre, oltre alle tre versioni di cui 1 extra GB, circa 200 stencil che sarà un vero divertimento posizionare uno per uno...
Conclusioni: un kit "grande" in tutti i sensi, ulteriormente personalizzabile/arricchibile con i diversi accessori aftermarket, a un prezzo tutto sommato onesto. L'Airfix sembra preferire, probabilmente per il mercato più ricco e interessato, la scala 1/48 alla più "contenuta" scala inferiore 1/72, che una volta invece era il suo cavallo di battaglia.
AG 2019