Fieseler Fi-156 Cicogna
"Regia Aeronautica"
In Italia si producevano tanti aerei...
Negli anni '30 l'aeronautica italiana vive un periodo di boom: grazie alla "spinta" del capo del governo Mussolini, le numerose ditte di costruzioni aeronautiche grandi e piccole (dalla Fiat, alla CANT, alla Ambrosini, alla Macchi, alla Caproni, alla SIAI, alla Reggiane, alla CMASA, alla IMAM, etc.) poterono realizzare decine di modelli diversi, che andavano dall'impiego strettamente militare (come aerei da caccia, da bombardamento e da ricognizione), al trasporto, al collegamento e all'addestramento. Nonostante ciò, tale varietà di apparecchi non soddisfaceva quasi mai le caratteristiche richieste con quelle effettivamente erogate, in relazione ai compiti per i quali erano stati costruiti. Ne è prova il fatto che le linee caccia e bombardamento erano già obsolete prima della entrata in guerra il 10 giugno del 1940. Inoltre, la ricognizione e il collegamento erano espletati da lenti e poco adatti biplani e il trasporto si basava quasi esclusivamente su un vero e proprio "ciuccio" da fatica: il Savoia Marchetti S.M.82 Marsupiale, tanto valido da essere "inglobato" anche nella Luftwaffe e a rimanere in servizio anche negli anni '50. Anche per il "trasporto vip" e il collegamento la Regia Aeronautica non aveva un velivolo adatto e si rivolse alla Luftwaffe: il primo Fieseler Storch che entrò in servizio in Italia (con livrea civile e denominazione I-ULIA) fu un esemplare regalato da Hermann Goering a Italo Balbo.
Nella foto a sinistra La Cicogna di Italo Balbo. La denominazione I-ULIA (forse) si deve al nome della prima figlia di Balbo, Giuliana.
La Cicogna decollava e atterrava in un fazzoletto...
Lo Storch (in italiano appunto Cicogna) rispondeva ad una specifica emessa nel luglio 1935 dal Reichsluftfahrtministerium di un velivolo STOL (Short Take-off and Landing). Grazie al suo peso ridotto, alla notevole apertura alare e ai grandi ipersostentatori, in presenza di vento contrario riusciva a decollare in 50 metri e ad atterrare in 15 metri: praticamente nel giardino di casa, con due persone a bordo, il pilota e un passeggero. Era quindi un aereo perfetto per il collegamento e la Regia Aereonautica ne utilizzò ben 24 esemplari, in tutti i teatri di guerra a partire dall'Africa Settentrionale.
Un'altra peculiarità dello Storch era quella di avere le ali ripiegabili all'indietro, in modo da poter essere trasportato in un vagone ferroviario.
Un Fieseler Fi-156 fu utilizzato durante l'operazione Quercia per trasferire Mussolini dalla sua prigione/albergo a Campo Imperatore sul Gran Sasso all'aeroporto di Pratica di Mare, vicino Roma. In quella circostanza le persone trasportate dal piccolo aereo furono ben tre, delle quali una, il capitano delle SS Otto Skorzeny,
era praticamente un "gigante"... Invito l'affezionato lettore a leggere su Wikipedia la storia dell'Operazione, che potrebbe fornire la trama di un avvincente film di guerra. Un Cicogna con le insegne dell'Aeronautica Cobelligerante è conservato al Museo di Vigna di Valle.
Nella foto a sinistra è visibile un close up dello Storch conservato a Vigna di Valle (la foto è stata scattata in occasione di una mia recente visita). Si nota l'ala destra che, ripiegata all'indietro insieme alla sinistra, gli consentiva di occupare il minor spazio possibile durante le operazioni di trasporto e di essere stivato su un vagone ferroviario.