Storia (e curiosità)
E' spesso citata nelle fonti bibliografiche l'"affinità" progettuale del Reggiane Re. 2000 (di cui il 2002 è un'evoluzione), degli ingegneri Roberto Longhi e Antonio Alessio e il Sewersky P-35, disegnato da Alexandr Prokof'ev Severskij (o de Seversky), che avevano visto durante il loro viaggio negli USA. Come è riscontrabile dai disegni dei due aerei, la fusoliera e le ali erano identiche, mentre nel Reggiane Re. 2000 erano stati ridisegnati la cabina di pilotaggio, il carrello e il radiatore dell'olio. Ma non mi dilungherò oltre su questo aspetto, preferendo scrivere due righe su Seversky e su ciò che ha tramandato ai "posteri". Chi legge, se non vuole perdere (troppo) tempo, può saltare direttamente alla recensione trattata al paragrafo successivo.
Questo signore, dal cui nome si intendono facilmente le origini russe, era un ufficiale dell'aviazione della Marina Imperiale russa, che aveva partecipato attivamente (e con onore) ai combattimenti aerei durante la Prima Guerra Mondiale rimettendoci anche una gamba. Nel 1917, prima dell'Ottobre Rosso, era stato inviato negli Stati Uniti per una missione tecnico/diplomatica e, dopo la Rivoluzione, non aveva voluto tornare in patria. Oltre ad essere un valoroso ufficiale, era (fortuna sua) particolarmente intelligente e capace e, con i ricavi dei brevetti in campo aeronautico che aveva depositato negli USA, in breve tempo fu in grado di fondare un'industria di costruzioni aeronautiche che portava appunto il suo nome, la Seversky Aircraft Corporation. Al pari dei suoi contemporanei Giulio Duhet e Henry Mitchell, era un convinto sostenitore dell'aeronautica come arma strategica, più importante della Marina Militare e del controllo delle rotte marittime, che riteneva dover essere costituita da enormi bombardieri in grado di trasportare e lanciare dall'alto molte bombe. Stranamente non riuscì a comprendere, in piena era atomica, l'importanza dei missili nucleari a lunga gittata, che considerava meno efficaci dei bombardieri a lungo raggio dotati di ordigni nucleari. Gli stessi Stati Uniti adottarono, nella seconda metà degli anni '40 per tutti gli anni '50 del secolo scorso, una strategia atomica "dissuasiva" nei confronti dell'Unione Sovietica con squadriglie di bombardieri perennemente in volo al confine dell'ex URSS che trasportavano ordigni nucleari, per poi ridimensionarne sempre più l'utilizzo (per nostra fortuna) nei decenni successivi.
Le sue idee sul bombardamento strategico furono descritte con ogni minuzioso dettaglio nel Trattato "Victory Through Air Power", pubblicato nel 1942. L'anno dopo la Disney, che da alcuni anni realizzava cartoni animati dedicati ai bambini, ne trasse un film documentario di propaganda, nel quale lo stesso Seversky esponeva, con l'ausilio di eloquenti filmati realizzati con le animazioni, la giustezza delle sue teorie. Partendo dal primo volo dei fratelli Wright, dopo un breve excursus nella prima guerra mondiale, si focalizzava sugli eventi bellici della seconda, ancora in corso. Il Seversky attribuiva il rapido successo della Germania sulla Francia al massiccio impiego dell'arma aerea ed evidenziava l'importanza della protezione aerea durante l'evacuazione di Dunquerque e durante la Battaglia d'Inghilterra. Veniva anche citato l'attacco della Base di Pearl Harbour effettuato da forze aeronavali giapponesi e quindi la supremazia dell'arma aerea su quella navale. Infine, il Seversky forniva la sua personale visione su una (prossima) futura sconfitta del Giappone grazie ai bombardamenti a tappeto effettuati con l'impiego massiccio di bombardieri strategici, decollati da basi sotto il controllo degli Stati Uniti (Alaska e Aleutine) e lontani da una possibile offensiva giapponese. Una simile operazione condotta dal mare, si descrive nel film, avrebbe richiesto migliaia di portaerei. La conquista progressiva delle isole sotto il controllo giapponese sarebbe costata un enorme dispendio di vite umane, di risorse e di tempo. La sua aviazione ideale era composta da super-bombardieri a grande autonomia e capacità di bombe, dotati di armi da lancio (anche cannoni) in grado di distruggere ogni attaccante: un concetto molto simile a quello che aveva portato alcuni decenni prima le Marine di vari paesi a realizzare super-corazzate virtualmente inattaccabili dalle unità nemiche. Gli eventi del secondo conflitto mondiale dimostrarono poi che tale concezione era ormai superata: l'uso dell'arma atomica costrinse il Giappone alla resa e tale strategia non fu mai adottata. Nonostante ciò, negli anni cinquanta e sessanta gli Stati Uniti continuarono a utilizzare bombardieri strategici atomici (B-36, B-47 e B-52) come corazzate aeree perennemente in volo fino a convertirsi, negli anni '70, ai missili intercontinentali.
Stranamente, nel filmato non si propone una simile strategia (invece poi adottata pochi mesi dopo con i bombardamenti a tappeto sulla Germania) nel teatro europeo.
AG 2014