Sword 
Reggiane Re 2002 Ariete
scala 1/72
n° catalogo: SW72059
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Storia (e curiosità)

 

E' spesso citata nelle fonti bibliografiche l'"affinità" progettuale del Reggiane Re. 2000 (di cui il 2002 è un'evoluzione), degli ingegneri Roberto Longhi e Antonio Alessio e il Sewersky P-35, disegnato da Alexandr Prokof'ev Severskij (o de Seversky), che avevano visto durante il loro viaggio negli USA. Come è riscontrabile dai disegni dei due aerei, la fusoliera e le ali erano identiche, mentre nel Reggiane Re. 2000 erano stati ridisegnati la cabina di pilotaggio, il carrello e il radiatore dell'olio. Ma non mi dilungherò oltre su questo aspetto, preferendo scrivere due righe su Seversky e su ciò che ha tramandato ai "posteri". Chi legge, se non vuole perdere (troppo) tempo, può saltare direttamente alla recensione trattata al paragrafo successivo.

Questo signore, dal cui nome si intendono facilmente le origini russe, era un ufficiale dell'aviazione della Marina Imperiale russa, che aveva partecipato attivamente (e con onore) ai combattimenti aerei durante la Prima Guerra Mondiale rimettendoci anche una gamba. Nel 1917, prima dell'Ottobre Rosso, era stato inviato negli Stati Uniti per una missione tecnico/diplomatica e, dopo la Rivoluzione, non aveva voluto tornare in patria. Oltre ad essere un valoroso ufficiale, era (fortuna sua) particolarmente intelligente e capace e, con i ricavi dei brevetti in campo aeronautico che aveva depositato negli USA, in breve tempo fu in grado di fondare un'industria di costruzioni aeronautiche che portava appunto il suo nome, la Seversky Aircraft Corporation. Al pari dei suoi contemporanei Giulio Duhet e Henry Mitchell, era un convinto sostenitore dell'aeronautica come arma strategica, più importante della Marina Militare e del controllo delle rotte marittime, che riteneva dover essere costituita da enormi bombardieri in grado di trasportare e lanciare dall'alto molte bombe. Stranamente non riuscì a comprendere, in piena era atomica, l'importanza dei missili nucleari a lunga gittata, che considerava meno efficaci dei bombardieri a lungo raggio dotati di ordigni nucleari. Gli stessi Stati Uniti adottarono, nella seconda metà degli anni '40 per tutti gli anni '50 del secolo scorso, una strategia atomica "dissuasiva" nei confronti dell'Unione Sovietica con squadriglie di bombardieri perennemente in volo al confine dell'ex URSS che trasportavano ordigni nucleari, per poi ridimensionarne sempre più l'utilizzo (per nostra fortuna) nei decenni successivi.

Le sue idee sul bombardamento strategico furono descritte con ogni minuzioso dettaglio nel Trattato "Victory Through Air Power", pubblicato nel 1942. L'anno dopo la Disney, che da alcuni anni realizzava cartoni animati dedicati ai bambini, ne trasse un film documentario di propaganda, nel quale lo stesso Seversky esponeva, con l'ausilio di eloquenti filmati realizzati con le animazioni, la giustezza delle sue teorie. Partendo dal primo volo dei fratelli Wright, dopo un breve excursus nella prima guerra mondiale, si focalizzava sugli eventi bellici della seconda, ancora in corso. Il Seversky attribuiva il rapido successo della Germania sulla Francia al massiccio impiego dell'arma aerea ed evidenziava l'importanza della protezione aerea durante l'evacuazione di Dunquerque e durante la Battaglia d'Inghilterra. Veniva anche citato l'attacco della Base di Pearl Harbour effettuato da forze aeronavali giapponesi e quindi la supremazia dell'arma aerea su quella navale. Infine, il Seversky forniva la sua personale visione su una (prossima) futura sconfitta del Giappone grazie ai bombardamenti a tappeto effettuati con l'impiego massiccio di bombardieri strategici, decollati da basi sotto il controllo degli Stati Uniti (Alaska e Aleutine) e lontani da una possibile offensiva giapponese. Una simile operazione condotta dal mare, si descrive nel film, avrebbe richiesto migliaia di portaerei. La conquista progressiva delle isole sotto il controllo giapponese sarebbe costata un enorme dispendio di vite umane, di risorse e di tempo. La sua aviazione ideale era composta da super-bombardieri a grande autonomia e capacità di bombe, dotati di armi da lancio (anche cannoni) in grado di distruggere ogni attaccante: un concetto molto simile a quello che aveva portato alcuni decenni prima le Marine di vari paesi a realizzare super-corazzate virtualmente inattaccabili dalle unità nemiche. Gli eventi del secondo conflitto mondiale dimostrarono poi che tale concezione era ormai superata: l'uso dell'arma atomica costrinse il Giappone alla resa e tale strategia non fu mai adottata. Nonostante ciò, negli anni cinquanta e sessanta gli Stati Uniti continuarono a utilizzare bombardieri strategici atomici (B-36, B-47 e B-52) come corazzate aeree perennemente in volo fino a convertirsi, negli anni '70, ai missili intercontinentali. 

Stranamente, nel filmato non si propone una simile strategia (invece poi adottata pochi mesi dopo con i bombardamenti a tappeto sulla Germania) nel teatro europeo.

 

victory disney
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Nella foto a destra è visibile il manifesto del film della Disney con Alexandr Prokof'ev Severskij che illustra le sue teorie sul dominio dei cieli. 
Nella foto sopra è ripreso, seduto in un abitacolo di un imprecisato aereo, il geniale Alexandr Prokof'ev Severskij. 
Un po' di storia (modellistica)...
 
Chi - come me - è entrato da qualche anno negli "anta", ricorda che per acquistare negli anni '80 un kit "dignitoso" di un aereo italiano della seconda guerra mondiale aveva pochi riferimenti: essenzialmente le due ditte SUPERMODEL e ITALERI. Oltre ai kit di questi due nomi tutti italiani, già da diversi anni si trovavano sul mercato le già obsolete proposte dell'Airfix (Fiat G. 50 bis e SM 79), della Revell (Fiat CR 42 e Macchi Mc 200), della Frog (Macchi Mc 202) e le produzioni a tiratura limitata della Delta (poi Delta 2), Macchi Mc 72, Macchi Mc 205 e Siai S 55X.
In verità, Supermodel e Italeri erano strettamente imparentate: tutti sanno (o dovrebbero sapere) che la Supermodel nacque da uno "spin off" (in italiano si dovrebbe tradurre Vaffa...) dall'allora ITALAEREI e la sua prima realizzazione fu un Fiat G. 55 in scala 1/72 cui presto seguirono altri soggetti (tutti italiani tranne uno, come si leggerà dopo).
Mentre però l'Italeri diversificò negli anni successivi la sua produzione, con soggetti diversi di varie nazionalità anche di epoca contemporanea, la Supermodel decise di costruirsi la sua "nicchia" realizzando (quasi) esclusivamente aerei italiani del periodo bellico (WWII).
Unica eccezione Supermodel che io ricordi, fu il Blohm und Voss BV 138, un idrovolante tedesco trimotore dal nome "ufficiale" Seedrache (Sea Dragon) ma che, a causa della sua forma piuttosto "strana" fu rinominato "lo Zoccolo Volante".
La Supermodel decise (evidentemente) anche di non entrare in "concorrenza" con l'Airfix e con la Revell proponendo né un G 50, né un CR 42  né un Mc 200. D'altra parte, la Frog già negli anni settanta navigava in cattive acque e quindi un aereo famoso come il Mc 202 non poteva mancare nel catalogo Supermodel. Oltre al 202, la Supermodel realizzò il 205, il Fiat Cr 32 (ostico da montare), la serie dei caccia Reggiane Re 2000, Re 2001 e Re 2002 (ma non un Re 2005), il Fiat G. 55 (anche silurante, rimasto alla stadio di prototipo), l'SM 81 Pipistrello, il Cant 1007 (sia monoderiva che bideriva). il Cant Z 501 e il Cant Z 506.
Alcuni di questi kit sono ancora (ri)prodotti dall'Italeri; il Macchi 202, il 205 sono stati rifatti ex novo qualche anno fa sempre dall'Italeri e il CR 32 l'anno scorso; il G 55 non è più commercializzato (tranne la versione del cinquantenario). Della serie dei caccia Reggiane l'Italeri ha proposto una versione riveduta e corretta del solo Re 2000 Supermodel. Di recente è uscita la riedizione ITALERI del Cant Z 506 con stampi migliorati. Diamo quindi il benvenuto alla Sword, che realizza la serie completa, dal Re 2000 al Re 2005 in short run.
Parliamo quindi del Re 2002, che ho acquistato di recente.
Il kit come ho detto è in short run, quindi non può essere al livello dei più recenti stampi in styrene, ma la qualità è buona. 
E' strana però la scelta della Sword, per un kit dedicato a un cacciabombardiere, di non aver inserito neanche uno - dico uno - carico alare (bombe varie) che snatura un po' la coerenza con l'aereo vero.
Detto questo, le versioni proposte sono tre: una R.A., una Cobelligerante e una Luftwaffe. Le decal sono prodotte dalla Techmod: sono in registro e con i colori saturi.
Se si mette a confronto la fusoliera Sword con la Supermodel, sembra quasi che appartengano a due aerei diversi: la fusoliera Sword è molto più "cicciotta" e la capote motore ha una forma completamente diversa. Le ali sono invece quasi simili. E' ovvio che stiamo confrontando due kit separati da quarant'anni... Gli interni dello Sword sono abbastanza dettagliati (il seggiolino è molto buono) e il canopy è in due pezzi ed è presente la struttura interna della fusoliera; buona la cloche e la pedaliera (in un pezzo separato). Al confronto, il Supermodel mostra tutti i suoi quarant'anni e passa... Delude un po' la riproduzione del motore: i cilindri (7 per fila) sono ben fatti, ma le due file sono su un'unica stampata. Per il solo Re 2005 è disponibile il kit di miglioramento interni della Brengun BRL72030 in fotoincisione (che fornisce anche i flaps).
 
 

AG 2014